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Uber in Cina, visto dagli occhi di un autista

Categorie: Asia orientale, Cina, Citizen Media, Diritti umani, Economia & Business, Lavoro
Photo by Flickr user 2 dogs. CC BY-NC-ND 2.0 [1]

Foto dell'utente di Flickr “2 dogs”. CC BY-NC-ND 2.0

Questa è una versione di “Uber in China: A Driver’s View [2]” [en, come i link seguenti tranne ove diversamente indicato] di Lyn Jeffery, originariamente pubblicato sul blog 88 Bar [3] e ripubblicato qui con autorizzazione. 

Le maggiori città della Cina stanno assistendo a una forte competizione tra gli autisti per entrare a far parte di piattaforme di trasporto automobilistico privato, come Uber o il leader di mercato locale Didi Kuadi [4] [zh]. Ho appena passato qualche settimana in Cina utilizzando “People's Uber”, il servizio di ride-sharing dell'azienda americana tecnicamente no-profit che utilizza automibili private, e ho intervistato 10-12 autisti di Uber a Pechino e Shenzhen. Anche se questi servizi sono attualmente illegali [5] in Cina, non è difficile trovare un Uber a pochi minuti di distanza in entrambe le città. Perfino la versione americana dell'app funziona sorprendentemente bene in Cina.

Ecco cosa ho imparato parlando con gli autisti di Uber e i tassisti regolari. Le informazioni possono non essere tutte accurate, ma si tratta della visione degli autisti stessi su come l'azienda stia operando a Pechino e Shenzhen.

Sembra che gli autisti di Uber stiano mantenendo una posizione da “aspetta e vedrai” per quanto riguarda la regolamentazione del loro servizio, ma nel frattempo cercano di guadagnare più soldi possibile. Allo stesso tempo, Uber stessa sta riducendo le provvigioni a causa dell'aumento degli autisti affiliati. In altre parole, i rischi stanno aumentando mentre i profitti stanno diminuendo… per ora.