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Hisham Almiraat, autore di Global Voices e attivista, sotto processo in Marocco

Categorie: Marocco, Attivismo, Citizen Media, Sorveglianza, Advox
Hisham Almiraat in his home city of El Jadida, Morocco in October 2013.  Photo by Ellery Biddle.

Hisham Almiraat nella sua città natale a El Jadida, Marocco, Ottobre 2013. Foto di Ellery Biddle.

Claudio Guarnieri ha contribuito a questo post.

Hisham Almiraat, un medico e leader storico della comunità di Global Voices, sarà processato in Marocco questa settimana, con l'accusa di aver “minacciato la sicurezza interna statale.”

Almiraat è stato accusato insieme ad altri quattro difensori della società civile — lo storico Maâti Monjib, i giornalisti Samad Iach e Mohamed Elsabr, e un difensore della libertà di espressione Hicham Mansouri. Gli attivist per la libertà di espressione [1] [en, come i link seguenti, salvo diversa indicazione] e i gruppi per i diritti digitali [2] concordano ampiamente [3] nel pensare che questo caso rappresenti un tentativo del governo marocchino di mettere a tacere chiunque critichi le sue prassi politiche.

Le prove presentate in questo processo contro Almiraat, che scrive per Global Voices dal 2009 [4]ed è stato direttore della comunità di advocacy [5] nel periodo 2012 – 2014, includono anche la sua testimonianze per “Their Eyes on Me,” [6] un rapporto di ricerca sulla sorveglianza digitale in Marocco. Il rapporto è stato pubblicato dalla ONG Privacy International con sede a Londra, insieme alla Association des Droits Numériques [7] (Associazione per i Diritti Digitali), un gruppo della società civile marocchina creato con l'aiuto di Almiraat [8].

Hisham Almiraat, Nighat Dad, Sana Saleem and Ellery Biddle at IGF 2013 in Indonesia. Photo courtesy of Ellery Biddle.

Hisham Almiraat, Nighat Dad, Sana Saleem e Ellery Biddle all'IGF 2013 in Indonesia. Foto per gentile concessione di Ellery Biddle.

Almiraat e la sua collega Karima Nadir, vice presidente dell'Associazione, sono stati interrogati dalla Polizia Giudiziaria marocchina (BNPJ) [9] [fr] a Casablanca a nel settembre 2015. Le autorità hanno posto domande sul loro lavoro e sul loro rapporto con Privacy International. Il Ministero dell'Interno ha poi presentato una denuncia giudiziaria relativa al citato rapporto realizzato da questa organizzazione in materia di sorveglianza in Marocco.

Almiraat ha passato la maggior parte della sua vita adulta lavorando per migliorare le vite e il benessere dei marocchini, sia come difensore della società civile che come dottore. Mentre di giorno studiava medicina e lavorava come al pronto soccorso, Almiraat gestiva il suo blog, scriveva per Global Voices, ed è stato co-fondatore dei progetti di citizen media Talk Morocco [10] e Mamfakinch [11][ar]. Quest'ultimo progetto è stato creato da Almiraat e da un gruppo di sostenitori dei diritti umani nel tentativo di rafforzare la copertura mediatica delle proteste in Marocco del 2011-12 [12] [it]. Mamfakinch ha svolto un ruolo centrale nel galvanizzare il sostegno pubblico per il movimento di protesta.

Durante questo periodo, Almiraat e i suoi colleghi di Mamfakinch sono stati presi di mira con un software di sorveglianza che invaso i sistemi dei loro computer ed ha accesso in loro il timore che le loro comunicazioni fossero state ascoltate/lette. Questi paure sono state poi confermate da una ricerca [13]realizzata dal Citizen Lab dell'Università di Toronto. A luglio 2015, la fuga di informazione emerse [14] [en-ita] dall'azienda di sorveglianza Hacking Team di base in Italia, hanno mostrato che il Conseil Superieur De La Defense National, un agenzia governativa marocchina, ha acquistato il software di Hacking Team nel 2012.

Il lavoro di Almiraat nel corso degli anni è stato principalmente realizzato per sostenere un solido contesto mediatico nel suo paese e per tenere traccia delle responsabilità del governo verso gli impegni presi per mantenere gli standard internazionali dei diritti umani [15] per la libertà di espressione e la privacy.

La comunità di Global Voices mostra la propria solidarietà a Hisham e invita i lettori di tutto il mondo ad appoggiare il suo caso sui social media, a leggere e condividere le sue storie, che è possibile trovare qui [4] e qui [5]. A breve rilasceremo maggiori informazioni sul caso, insieme ad una dichiarazione aperta di sostegno.