Il viaggio di Viva Vittoria, un intreccio internazionale di mani e cuori

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Immagine della manifestazione “Viva Vittoria” a Brescia. Fonte: Pagina Facebook del Comune di Brescia.

In vista del 25 novembre 2015, la Giornata mondiale per l’eliminazione della violenza contro le donne [it], una coperta di allegria e speranza ha tenuto al caldo una delle piazze nel centro di Brescia, Piazza Vittoria, che dà il nome al progetto artistico e solidale di cui è protagonista: Viva Vittoria, una scacchiera di 5.000 coperte, realizzate a mano da donne provenienti da numerose città d’Italia e da vari paesi del mondo.

Il progetto è nato lo scorso marzo da un’intuizione di Cristina Begni, imprenditrice. In occasione di una vacanza estiva in Australia, Cristina ha conosciuto un’artista di Perth, Jasmine Jones, che grazie al suo Café Crochet ha riunito un gruppo affiatatissimo [en] di signore interessate a usare il lavoro a maglia come veicolo d'espressione. Tornando in Italia, Cristina ha riempito la sua valigia con alcuni dei loro lavori, con l'intenzione di impiegarli in un'opera collettiva contro la violenza sulle donne, un progetto che aveva in mente da tempo. Il progetto ha iniziato a prendere forma concreta subito dopo i mesi estivi, guidato inizalmente da Cristina Begni con Patrizia Fratus, Silvia Lumini, Cristina Ghidini e Simona Romele, donne dai background professionali e personali differenti unite da un unico obiettivo, come scrivono nel comunicato stampa: “condividere con il maggior numero possibile di donne l'idea che la violenza si può fermare cominciando da noi stesse”.

Per farlo hanno scelto come mezzo espressivo un'attività vista da sempre come un momento di aggregazione sociale tra donne, ovvero il lavorare a maglia. In Italia, grazie ai primi 15.000 gomitoli messi a disposizione gratuitamente da parte di mercerie e negozi (contattati dalle stesse organizzatrici) in una ventina di città del centro-nord si è dato il via a un’autentica corsa ai ferri e all’uncinetto, alla quale migliaia di donne hanno contribuito con un tocco personale. Ciascuna ha realizzato almeno un quadrato di 50×50 cm, utilizzando colori e tecniche differenti, con il progetto da un lato di creare un'opera d'arte e sensibilizzazione sulla violenza contro le donne, dall'altro di raccogliere fondi per aiutare le vittime di violenza tramite un'asta dei vari quadrati, uniti uno all'altro di quattro in quattro. Le partecipanti, tante almeno quanto i gomitoli, hanno coinvolto amiche, parenti e vicine di casa, allargando organicamente la rete di lavoro. I punti di raccolta in numerose città italiane e in alcuni paesi stranieri hanno permesso ai vari contributi di raggiungere Piazza Vittoria semplicemente, grazie all'aiuto dei volontari.

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Immagine dell'utente @lualuy su Instagram

Simona Romele, viaggiatrice per passione e coinvolta in Viva Vittoria tramite contatti diretti con Cristina e Patrizia, ha accompagnato il progetto verso nuove rotte attraversando, anche a piedi, confini e terre ricche di opportunità. Una volta superati ostacoli e dubbi iniziali, è partita in direzione Est Europa. Sempre con gomitoli e ferri alla mano, ha toccato Croazia, Bosnia, Albania, Serbia e Macedonia fino ad arrivare in suolo turco, trovando ovunque sostegno da parte di associazioni e musei locali e coinvolgendo le donne dei posti che visitava, portando poi anche i loro quarta in Piazza Vittoria. Paese dopo paese, la rete delle sue conoscenze si è arricchita: molte fra donne e ragazze sono rimaste affascinate dai lavori a maglia e dai racconti in lingua inglese sulla condizione della donna in Italia e altrove. Le più giovani si sono lasciate ispirare, iniziando a sognare cambiamenti concreti per la loro realtà. È il caso di una giovane studentessa iraniana di origine curda, che ha espresso il desiderio di realizzare un progetto come quello di Viva Vittoria per sensibilizzare le sue coetanee. Il viaggio di Simona è proseguito prima in Iran e Kurdistan e poi in Armenia e Georgia, dove 12 donne hanno contribuito, pezzo dopo pezzo, alla creazione di una coperta divenuta poi parte dell'installazione.

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Immagine dell'utente @lara_catt su Instagram

Come spiega l’artista Patrizia Fratus [it], entrata in contatto con Cristina Begni grazie alle sue sculture, in questa occasione l'arte ha espresso la sua straordinaria facoltà di portare assieme persone e idee, di valorizzarne le differenze all’interno della dimensione del quotidiano, proponendosi come metodologia da sperimentare in diversi ambiti umani e sociali, perchè tutti la possono sperimentare.

Ogni quadrato, tenuto assieme al successivo da un immancabile filo rosso, porta i segni e le imperfezioni uniche del lavoro di chi l’ha confezionato, assieme ai colori e alle fantasie che richiamano alle personalità femminili più diverse.

I quadrati di maglia in piazza, venduti all'asta da domenica 22 novembre a mercoledì 25, hanno raccolto fondi per la casa di accoglienza Dimora, in favore di mamme e bambini in difficoltà.

Al di là dell'opera in sé, l'intreccio concretizzato nel prodotto realizzato a maglia è  ancheun’immagine simbolica di forza e unione tra le persone, che rappresenta la potenza del messaggio che le partecipanti intendono diffondere a cuor leggero e senza imposizioni, ma pur sempre con serietà: tocca alle donne in prima persona ricordarsi della potenzialità racchiusa in ognuna di esse, prendere in mano la propria vita e farne qualcosa di tanto bello quanto utile.

Il cammino di Viva Vittoria tuttavia non si ferma qui: forte dei suoi legami internazionali, il progetto aspira ad altre mete, l’Australia forse una di queste, dove le organizzatrici sperano di continuare la collaborazione con workshop e incontri nei prossimi mesi.

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