Quando la Cina sblocca brevemente Facebook, i troll entrano subito in azione

Tsai Ing-wen uploaded this image to welcome "new friends" from mainland China.

Tsai Ing-wen ha caricato questa immagine sul suo profilo di Facebook per dare il benvenuto ai “nuovi amici” provenienti dalla Cina continentale.

Cosa accadrebbe se la Cina sbloccasse Facebook?

Intorno alla mezzanotte del 11 novembre scorso, gli utenti di Facebook hanno potuto effettuare l’accesso dalla Cina per circa due giorni senza utilizzare strumenti di elusione. Il social network più grande al mondo è bloccato in Cina sin dal 2009, insieme a YouTube e Twitter.

Subito dopo, una raffica di post e commenti sono apparsi su Facebook contro Tsai Ing-we [it], candidata alle elezioni presidenziali di Taiwan. Tsai rappresenta nell'elezione del 2016 il partito d'opposizione, ovvero il Partito Democratico Progressista. L’isola di Taiwan è uno Stato politicamente indipendente dalla Cina.

I circuiti taiwanesi ritengono che gli attacchi siano stati solo una prova [zh] da parte delle autorità governative cinesi per vedere cosa potrebbe accadere se Facebook fosse sbloccato.

Secondo una discussione su PTT [en, come i link seguenti tranne diversa indicazione], il più grande bulletin board system [it] taiwanese, le autorità della Cina continentale hanno aperto intorno alla mezzanotte del 11 novembre un ingresso per Facebook nella rete interna del paese.

Alle 11 del mattino, tutti i netizen hanno potuto visitare direttamente Facebook. L'accesso libero è durato due giorni, fino alle 23 del 13 novembre.

I troll del governo cinese, conosciuti anche come il Partito dei 50 centesimi [it], sono stati i primi ad accedere a Facebook e subito hanno iniziato a prendere di mira Tsai Ing-wen.

In 12 ore circa, da mezzogiorno fino a mezzanotte e mezza dell’ 11 novembre, circa 64 mila commenti sono stati aggiunti al post dell'evento organizzato dalla campagna di Tsai per presentare il contest sulla progettazione del loro salvadanaio 3D. Tsai e il suo Partito Democratico Progressista per raccogliere fondi fanno affidamento su una serie di piccole donazioni da parte dei loro sostenitori che hanno definito come una sorta di “salvadanaio”.

Anche se solo 354 utenti di Facebook sono stati invitati all'evento, l’aggiornamento dello stato di Facebook di Tsai del 16 novembre contava a fine giornata 196,491 commenti. Altri post di Tsai sono stati travolti da numerosi commenti dei netizen cinesi, spesso usando parolacce e insulti. Molti hanno accusato Tsai di lavorare per il Giappone e gli Stati Uniti per criticare i taiwanesi a favore dell'indipendenza. In media, i post di Tsai su Facebook hanno generato circa 3,000 commenti.

‘Benvenuti a tutti voi nel mondo di Facebook!’

La Cina ha iniziato a considerare Taiwan come una nazione corrotta sin da quando, verso la fine degli anni quaranta, il partito del Kuomintang [it] (KMT) ha ritirato le proprie truppe nell'isola dopo la sconfitta della guerra civile cinese contro i comunisti. Anche se il continente non ha alcun controllo sullo stato indipendente di Taiwan, in passato le autorità di Pechino hanno minacciato di riprendere con la forza Taiwan, nel caso in cui essa dovesse formalizzare la propria indipendenza.

Negli ultimi decenni, il partito governante del KMT ha compiuto diversi sforzi per migliorare le relazioni con la Cina, dato che alcuni taiwanesi erano preoccupati di mettere in pericolo la sovranità e la democrazia di Taiwan. Tsai e il suo partito sono pronti a sfidare la presa del governo da parte del KMT.

Per nulla irritata dagli attacchi di Facebook, Tsai ha dato il suo benvenuto ai visitatori sul suo profilo:

昨天晚上,有眾多對岸的「網友」滑到我的臉書頁,對此,我表示「歡迎光臨」。
在臺灣,有許多對時政的討論、甚至公民行動,都是透過這個平台,由人民自主組織起來的;不同的意見、多元的聲音,也讓我們在交流論辯中,一步步往更美好的社會前進。
希望這難得的全新體驗,可以讓「新朋友」更完整的看見民主、自由、多元的臺灣。歡迎大家來到臉書的世界!

La scorsa notte, molti “amici online” dall'altra parte dello stretto hanno inondato la mia pagina di Facebook. Voglio dare loro il mio benvenuto.

A Taiwan, Facebook è la maggiore piattaforma dove la gente può commentare temi di attualità o organizzare attività cittadine. Sono proprio la diversità di opinioni e lo scambio di pensieri e dibattiti che aiutano una società ad andare avanti.

Vorrei che questa preziosa esperienza possa aiutare i nostri “nuovi amici” ad avere un quadro generale della democrazia, della libertà e della diversità di Taiwan. Benvenuti a voi tutti nel mondo di Facebook!

Wang Dang, un ex-leader delle proteste studentesca di piazza Tiananmen a Pechino del 1989, che attualmente vive a Taiwan, dopo aver commentato la revoca temporanea del blocco di Facebook dello scorso 12 novembre, ha dovuto affrontare anche attacchi provenienti dai troll del continente cinese:

中國怎麼可能真的開放臉書呢?!別傻了各位。
如果真的開放,怎麼出來的人都去小英那裡,而不去別的地方鬧呢?這擺明了是中國當局有組織的的網絡進攻行為,目的是什麼還不清楚。但是跟全面開放中國人民上臉書,半毛錢的關係也沒有。

Com'è possibile che la Cina abbia revocato il divieto di usare Facebook? Non siate ingenui.

Se è stato totalmente aperto, com'è possibile che la gente abbia commentato la pagina di Tsai Ing-wen più di qualunque altra? E’ ovvio che questo è un attacco online organizzato. Io non ho minimamente idea di quale intenzione ci possa essere dietro a tutto ciò, ma sicuramente non ha nulla a che vedere con la totale rimozione del divieto di usare Facebook

‘Il Partito dei 50 Centesimi vuole allontanare la gente’

Due giorni dopo, Wang Dang ha pubblicato una nuova teoria riguardo lo sblocco di Facebook da parte dei governo cinese:

最近中共放出水軍來淹沒臉書,用心很清楚,就是因為他們知道早晚要開放網絡,不然無法加入TPP這樣的自由貿易協定。所以在被迫開放之前,他們就要把現有的自由世界的網絡(尤其是華人的網絡世界)搞得烏七八糟,讓那些有潔癖,不願意搭理五毛的人,不想再用臉書。否則他們就不會每一篇都故意用各種髒話洗版了。[…]

但是不管怎樣,一定要記住,現在五毛們上來的目的,就是要大家都離開。大家不要上當。

Recentemente, Il partito comunista cinese ha rilasciato il proprio Esercito Acquatico Digitale per inondare Facebook. Le sue intenzioni erano chiare. Loro sapevano che prima o poi avrebbero dovuto aprire internet, altrimenti non avrebbero potuto unirsi agli accordi di libero scambio, come il Partenariato Trans-Pacifico (TPP). Prima che venisse aperto, hanno rovinato il mondo libero di internet (in particolare l'internet che parla cinese), così coloro che non amano il linguaggio volgare e tanto meno i membri del Partito dei 50 Centesimi avrebbero smesso di usare Facebook. Altrimenti, in caso contrario, loro non avrebbero lasciato intenzionalmente così tanti tipi diversi di parolacce in ogni singolo post.[…]

Ricordate, Il Partito dei 50 Centesimi vuole allontanare la gente. Non cadete nella loro trappola.

La speculazione di Wang non era del tutto infondata. Diversi sostenitori a favore dell’ internet libero erano irritati dai troll e hanno commentato che avrebbero preferito che Facebook rimanesse bloccato in Cina.

Il libero accesso temporaneo di Facebook ha sollevato numerose questioni di come la Cina promuoverebbe una rete più libera e delle norme di discussione razionale e civile. Questa potrebbe essere una sfida considerevole in un ambiente dove decine di utenti lavorano mano nella mano con il proprio governo e dove le visualizzazioni online si scambiano come una vera e propria arma di guerra ideologica nazionale. Il caso del popolare social network Sina Weibo è esemplare. Quando le autorità hanno iniziato a censurare i commenti sensibili e a pattugliare la rete con milioni di “volontari civili” coordinati dalla Lega della Gioventù Comunista Cinese [it], la discussione critica pubblica è scesa e molti utenti hanno abbandonato la piattaforma del tutto.

Se il governo cinese vuole proteggere gli utenti di nternet mettendoli a tacere usando dei troll organizzati, indipendentemente dalla loro posizione politica, sarà necessario trovare un modo per portare la governance democratica e trasparente sulle piattaforme online, con una forte rappresentanza della comunità degli utenti. Altrimenti la rete rischia di finire in un deserto privo di delibere pubbliche significative.

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