Il Giappone non accetta altri rifugiati e un meme razzista si diffonde online

Testo:

Testo: “Voglio vivere una vita sicura e pura, mangiare cibo di qualità, uscire, indossare cose belle e vivere una vita lussuosa… tutto questo a spese di qualcun altro. Ho un'idea. Diventerò una rifugiata”. Fonte: immagine ampiamente condivisa sui social media.

Sebbene gli utenti di internet abbiano solo recentemente smascherato [en, come gli altri link, eccetto ove diversamente segnalato] un falso meme in lingua inglese riguardo le presunte restrizioni del Giappone contro i musulmani, non è del tutto vero che i giapponesi accolgono gli immigrati e i rifugiati a braccia aperte.

Infatti, a seguito dell'estesa copertura mediatica globale avvenuta lo scorso autunno sul flusso dei rifugiati dalla Turchia alla Grecia e successivamente in altre regioni europee, è stato creato in Giappone un meme virale sulla crisi particolarmente maligno.

Un disegno, ampiamente condiviso su Facebook in Giappone nei mesi di settembre e ottobre, accusa i rifugiati di “falsificare” il loro stato. La vignetta rappresenta l'immagine di una giovane ragazza con la didascalia: “Voglio vivere una vita sicura e pura, mangiare cibo di qualità, uscire, indossare cose belle e vivere una vita lussuosa… tutto questo a spese di qualcun altro. Ho un'idea. Diventerò una rifugiata”.

Questo meme sui rifugiati viene condiviso su Facebook. Non posso crederci. Se vedi che viene condiviso, assicurati di segnalarlo a Facebook.

L'immagine è stata creata e caricata dalla fumettista Hasumi Toshiko. Se il messaggio era già abbastanza scioccante in termini di totale mancanza di empatia verso la situazione dei profughi, che sono in fuga da guerre e insicurezza, Hasumi ha anche deciso di basare il suo disegno su una fotografia reale – scattata dal fotografo John Hyams e raffigurante una ragazza siriana, utilizzata per una campagna di Save The Children.

Scioccato e profondamente addolorato per chiunque abbia scelto di utilizzare un'immagine di un bambino innocente per esprimere un tale pregiudizio perverso.

In seguito alla richiesta di Hyams e ad una petizione che è stata firmata da più di 10.000 persone in Giappone [ja], Hasumi ha rimosso l'immagine.

La politica del Giappone della ‘porta chiusa’ verso i rifugiati

Il caso di Hasumi Toshiko dimostra che mentre il Giappone è in genere una società aperta e tollerante, la cultura di internet in quel paese può essere altrettanto insensibile e assolutamente corrosiva come in qualsiasi altro luogo, se gli si dà la possibilità.

D'altra parte, altre persone sostengono che non importa quanto la società giapponese sia tollerante verso i musulmani e altre minoranze; rispetto ad altri paesi ricchi come il Canada e la Germania, che si sono impegnati ad accettare i rifugiati, si può dire che il governo giapponese sia altrettanto impegnato a tirare su dei blocchi stradali per tenere fuori i rifugiati.

Il Giappone riceve molti meno richiedenti asilo rispetto agli altri paesi ricchi. Nel 2013, l'Australia ha ricevuto 24.300 persone in cerca di asilo, e la Germania ne ha ricevuto 109.600. Al contrario, in quello stesso anno il Giappone ne ha accettato solo 3.300 – e ben poche di queste persone sarebbero formalmente accettate come rifugiati.

Nel 2014, il Giappone ha ricevuto 5.000 richieste per lo status di rifugiato, ma l'Ufficio dell'Immigrazione del paese ne ha controllate solo 11, o solamente lo 0,2% dei 5.000 richiedenti che volevano essere riconosciuti e ottenere l'asilo come rifugiati.

In effetti il Giappone è spesso chiamato “un paese con una porta chiusa per i rifugiati“.

La procedura del Giappone per l'elaborazione dati dei rifugiati è spesso descritta come lenta e scoordinata e che causa lunghi ritardi. L'ONG Associazione Giapponese per i Rifugiati afferma:

There is no time framework set forth for the administrative procedures of refugee recognition, and there was such a case as taking 9 years (!) to reach a final decision?

Non c'è una tempistica prevista per le procedure amministrative di riconoscimento dei rifugiati, e c'è stato un caso che ha impiegato 9 anni (!) per raggiungere una decisione definitiva?

Esiste un piccolo sostegno formale per le circa 12,000 persone in cerca di asilo in Giappone, alle quali è vietato lavorare mentre sono in attesa di una decisione riguardo alla loro approvazione o meno da parte delle autorità.

Spesso si è osservato che il Giappone preferirebbe occuparsi dei rifugiati a distanza, attraverso aiuti finanziari. Secondo l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, il Giappone è stato anche il secondo contribuente più importante per l'UNHCR nel 2014, donando più di 181 milioni di dollari.

Che cosa ha a che fare il tasso di natalità con questo?

Parlando davanti alle Nazioni Unite nel settembre 2015, il Primo Ministro giapponese Shinzo Abe ha promesso di contribuire con 1,5 miliardi di dollari per gli aiuti in Medio Oriente.

Abe ha anche esplicitamente dichiarato l'opposizione del Giappone nell'accettare più rifugiati. In una conferenza stampa in lingua giapponese (Parte 1 [ja], Parte 2 [ja]), non solo ha chiuso la porta verso l'accettazione di altri rifugiati, ma ha anche ristretto l'insediamento dei rifugiati con la politica sull'immigrazione, dicendo, “Prima di accettare gli immigrati o i rifugiati, abbiamo bisogno di avere più attività dalle donne, dagli anziani – e dobbiamo aumentare il nostro tasso di natalità”.

La risposta, presso la sede dell'ONU a New York, ha colpito in modo strano, perché è sembrato che si confondesse il crollo della popolazione del Giappone con la crisi dei rifugiati.

In ogni caso, dal momento che il Giappone, grazie alla sua posizione geografica, è relativamente isolato dai conflitti di tutto il mondo, può essere difficile convincere la maggioranza dei giapponesi che deve essere fatto molto di più per accogliere i rifugiati. Ed è difficile determinare quanto sostegno ci sia in Giappone nell'accettazione di più rifugiati.

Un sondaggio informale condotto dal sito aggregatore di opinioni Ironna ha chiesto [ja]:

移民を原則受け入れないとする現行制度についてどう思いますか?

Cosa ne pensi della politica giapponese di non accettazione degli immigrati?

Su circa 3.200 intervistati, 2.700 hanno risposto:

移民の受け入れを縮小すべき

Dovremmo limitare l'immigrazione.

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