Messico: gli sforzi per la liberazione dell'attivista indigena Nestora Salgado continuano

Nestora Salgado da un discurso durante la toma de protesta de policías comunitarios de Buenavista, Alpoyeca (en el estado mexicano de Guerrero. Captura del pantalla del video "Palabras de Nestora en Buenavista" compartido por el usuario Armagedonmaya en Youtube.

Nestora Salgado mentre pronuncia un discorso durante l'inaugurazione della polizia comunitaria di Buenavista, Alpoyeca (nello stato messicano di Guerrero). Una ripresa sullo schermo del video “Parole di Nestora a Buenavista” condiviso dall'utente Armagedonmaya su Youtube.

Les escribo desde la cárcel, donde estoy detenida desde hace 30 meses, por un supuesto secuestro que nunca ocurrió. Yo, como muchos prisioneros políticos del país, estoy encerrada por luchar por la paz y por la justicia. Este sí es un verdadero secuestro.”

Vi scrivo dal carcere, dove sono detenuta da 30 mesi, per un presunto sequestro che non è mai avvenuto. Io,come molti prigionieri politici del paese, sono stata rinchiusa poiché lottavo per la pace e la giustizia. Si tratta di un vero sequestro.”

Con queste parole l'attivista indigena ed ex dirigente della polizia comunitaria di Olinalá, Guerrero [en], Nestora Salgado, inizia una petizione online [es, come i link seguenti, salvo diversa indicazione] per sollecitare le autorità coinvolte ad avviare la sua liberazione. Tale petizione è una tra le tante varie azioni che sono state intraprese per esigere la libertà di questa attivista dei diritti umani e per rendere visibile le prepotenze e le arbitrarietà che sono state commesse contro di lei dal 21 agosto del 2013, giorno della sua detenzione.

Dal 2012 e fino al momento del suo arresto, Nestora si era impegnata come dirigente del Coordinamento Regionale delle Autorità di Polizia Comunitaria (CRAC-PC) dello stato di Guerrero, un sistema di sicurezza e giustizia comunitaria creata nel 1995 per fronteggiare la delinquenza nella regione.

La CRAC-PC, come la grande maggioranza delle polizie comunitarie, è un modello auto-organizzato di sicurezza alternativo ai corpi di polizia istituzionali che sono guidati dagli usi e costumi dei popoli e delle comunità dove è presente. Sicuramente, a differenza delle altre polizie comunitarie che operano nel territorio messicano, la CRAC-PC ha ottenuto un riconoscimento da parte del governo statale nel 2011, attraverso la legge 701 di “Riconoscimento dei Diritti e della Cultura dei Popoli e delle Comunità Indigene dello Stato di Guerrero”.

Una detenzione controversa

Secondo una coalizione di organizzazioni per i diritti umani, formata dall’ Iniziativa Mesoamericana delle Donne Difenditrici dei Diritti Umani e dalla Rete Nazionale “Diritti per Tutte e Tutti”:

La detención de la defensora se realizó tras un aparatoso operativo integrado por miembros del Ejército Mexicano, la Marina, la Policía Estatal y Policía Municipal de Olinalá, sin que se le mostrara orden judicial de detención emitida por alguna autoridad competente, ni se le informara de las razones de su detención.Desde un inicio, dicha detención estuvo plagada de irregularidades que evidenciaron flagrantes violaciones al derecho a la libertad personal, en el marco de falta absoluta de respeto y garantía al debido proceso legal y otras violaciones a sus derechos humanos.

La detenzione dell’ attivista è stata realizzata dopo una spettacolare operazione integrata da membri dell'Esercito Messicano, la Marina, la Polizia Statale e la Polizia Municipale di Olinalá, senza che gli fosse mostrato alcun mandato di arresto da qualche autorità competente, né che la si informasse delle ragioni della sua detenzione. Fin dall'inizio, tale azione è stata piena di irregolarità che hanno evidenziato delle flagranti violazioni al diritto della libertà personale, nel contesto della mancanza assoluta di rispetto e fiducia al dovuto processo legale e ad altre violazioni ai suoi diritti umani.”

Nestora è stata incarcerata insieme ad altri 30 membri della CRAC-PC con le accuse di sequestro e delinquenza organizzata. Sicuramente, le accuse riguardano le azioni effettuate tra le competenze e i doveri della polizia comunitaria. Così come evidenza il sito Animale Politico:

La defensa de la líder rechaza que haya cometido secuestro, toda vez que las supuestas víctimas eran personas que habían cometido alguna falta en la comunidad, detenidas por la policía comunitaria y recluidas en la casa de justicia de Olinalá.”

La difesa della leader rifiuta l'idea che si sia commesso alcun sequestro, dal momento che le suddette vittime erano persone che avevano commesso una qualche mancanza nella comunità, detenute dalla polizia comunitaria e rinchiuse nella casa di giustizia di Olinalá.”

Nello stesso modo, dal momento che le attività della CRAC-PC fanno parte di un sistema di giustizia indigena legalmente costituito, il criterio di “delinquenza organizzata” non è applicabile.

Allo stesso tempo, si accusano le autorità di aver detenuto Nestora e altri membri della polizia comunitaria di Olinalà solo per questioni politiche. Difatti, l'investigatrice Aída Hernández Castillo nel documentario sulla criminalità della giustizia indigena “Messico: popoli indigeni di fronte alla giustizia”, denuncia:

Nestora descubrió una red de prostitución infantil y de tráfico de mujeres que estaba funcionando en su municipio con total impunidad por las autoridades del estado […]

Nestora ha scoperto una rete di prostituzione infantile e di traffico di donne che era vigente nel suo municipio con totale impunità da parte delle autorità dello Stato […]”

Occorre segnalare che nel marzo del 2014, un giudice esonerò la Salgado dalle accuse che le erano state imputate ordinando la sua immediata liberazione, riconoscendo che l'attivista avesse agito legalmente come leader comunitaria e che le detenzioni compiute dalla CRAC-PC, effettivamente, avevano potuto contare sull'appoggio giuridico della Legge 701. Comunque questo non l'ha portata verso la sua libertà.

Dimostrazioni di solidarietà

In vista di questa situazione, i collettivi come Libertà per Nestora/Free Nestora Salgado! si sono messi al lavoro intensificando le loro azioni ed richieste, ricorrendo soprattutto all'uso di social network come Twitter e Facebook per organizzare azioni di solidarietà verso l'attivista.

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Manifesto della campagna #NestoraSalgadoLibera già diffuso sui social network.

Lungo tutti questi anni, sono state organizzate diverse marcie e proteste come parte degli sforzi per rendere visibile il caso ed esigere la sua liberazione. La marcia #NestoraLibera realizzata nel 2015 e documentata da Siamo i Mediatori è solo uno degli esempi di tali mobilitazioni:

Anche alcuni organismi internazionali sono intervenuti in favore della leader indigena. Tale è il caso della Commissione Interamericana dei Diritti Umani (CIDH) la quale, a gennaio del 2015, aveva attivato misure cautelari per proteggere la vita e l'integrità personale di Nestora, in occasione delle denunce che aveva ricevuto per le sue condizioni di detenzione e il deterioramento della sua salute.

Allo stesso tempo, nel marzo del 2015, esperti dell'ONU hanno condannato il trattamento di Nestora. Secondo fonti della Clinica Legale dei Diritti Umani dell'Università di Seattle, che guida gli sforzi internazionali nei confronti di  Nestora (che può anche contare sulla cittadinanza statunitense):

Siete expertos de Naciones Unidas se han comunicado con el Estado de Mexico para proteger a Nestora Salgado-García de Renton, Washington, EEUU. El Presidente del Grupo de Trabajo sobre la Detención Arbitraria, y los Relatores sobre la violencia contra la mujer, la Tortura, los Defensores de Derechos Humanos, la Independencia de los Jueces y Abogados, los Pueblos Indígenas, y la Salud han firmado la acción urgente dirigida al Gobierno Mexicano […]

Han analizado la información que presentamos y están de acuerdo de que sus derechos fundamentales están en grave riesgo: la vida, la salud, la cultura indígena, y el debido proceso, entre otros.”

Sette esperti delle Nazioni Unite si sono messi in contatto con lo Stato del Messico per proteggere Nestora Salgado-García di Renton, Washington, EEUU. Il Presidente del Gruppo di Lavoro sulla Detenzione Arbitraria, e i Relatori speciali sulla violenza contro la Donna, la Tortura, i Difensori dei Diritti Umani, l'Indipendenza dei Giudici e Avvocati, le Popolazioni Indigene, e la Salute hanno firmato l'azione una richiesta urgente diretta al Governo Messicano […] Hanno analizzato le informazioni che presentiamo e sono d'accordo sul fatto che i suoi diritti fondamentali siano a rischio: tra i tanti quello della vita, della salute, della cultura indigena e al giusto processo.”

“Se mi vogliono distruggere, non ci riusciranno”

Il più recente sostegno proviene dal Gruppo di Lavoro sulla Detenzione Arbitraria dell'ONU che attraverso la sua risoluzione 56/2015, pubblicata a febbraio di quest'anno. Attraverso tale risoluzione, gli esperti delle Nazioni Unite hanno determinato che la detenzione di Nestora è stata “illegale e arbitraria” e hanno anche affermato che sembra “sia stata perseguitata a causa della sua lotta per i diritti della popolazione indigena”. Gli esperti manifestano anche la propria preoccupazione “per l'esistenza di ciò che sembra essere un modello contro i difensori dei diritti umani” del paese, per questo dichiarano che lo Stato messicano debba liberarla immediatamente.

Nestora, i suoi familiari e la sua comunità continuano la lotta e con ciò esigono che venga rispettato il proprio diritto come paese originario ad auto-organizzarsi. Attraverso le parole di Nestora, per mezzo della rivista indipendente Disinformiamoci:

Si me quieren destrozar, quiero que sepan que no lo van a lograr porque tengo la convicción de ser inocente. El ser inocente me llena de fortaleza y de coraje para reclamarles que lo que están haciendo conmigo es una arbitrariedad, una crueldad. […] Yo no soy una delincuente”

Se vogliono distruggermi, voglio che sappiano che non ci riusciranno dal momento che sono innocente. Lo stato di innocenza mi fortifica e infonde coraggio per richiamarli al fatto che ciò che stanno compiendo nei miei riguardi è arbitrario e crudele […] Non sono una delinquente.”

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