- Global Voices in Italiano - https://it.globalvoices.org -

Netizen Report: Uganda e Nigeria vogliono un maggiore controllo sui social media

Categorie: Africa sub-sahariana, Nigeria, Uganda, Censorship, Citizen Media, Legge, Libertà d'espressione, Tecnologia, Advox
"We are all Ugandans....voting should not divide us." Poster in Uganda, 2012. Photo by pixelthing via Flickr (CC BY-SA 2.0) [1]

“Siamo tutti ugandesi….il voto non dovrebbe dividerci.” Poster in Uganda, 2012. Foto di pixelthing via Flickr (CC BY-SA 2.0)

Il Netizen Report di Global Voices Advocacy offre uno spaccato internazionale sulle sfide, vittorie e tendenze emergenti nei diritti di internet a livello mondiale.

Subito dopo l’oscuramento forzato di Twitter e Facebook [2] [en, come tutti i link seguenti] durante le elezioni presidenziali di febbraio 2016, i parlamentari ugandesi potrebbero imporre presto nuovi livelli di controllo statale sui social media [3]. Secondo il Ministro della Presidenza Frank Tumwebaze, le autorità vorrebbero modificare l'Uganda Communications Act del 2013 in modo tale da “regolare quanto avviene nel settore delle comunicazioni, per il bene degli ugandesi e della loro sicurezza”, sebbene i provvedimenti della legge non siano ancora ben chiari.

Ciò che invece è stato confermato è che i sostenitori della riforma faranno pressioni per rimuovere la clausula secondo cui il ministro delle comunicazioni deve aspettare la conferma dal parlamento per modificare il Communications Act. In breve, questo eliminerà il controllo sull'operato del Ministro, permettendogli di modificare le norme uniteralmente.

In un'intervista concessa al sito web nigeriano TechCabal [4], il membro del parlamento dell'opposizione Kassiano Wadri afferma che l'emendamento potrebbe avere conseguenze disastrose sul paese:

“Tramite la decisione di togliere questo potere al parlamento vuole suscitare la paura della popolazione, visto che il presidente Musevani vuole essere una specie di Grande Fratello. Il parlamento è un meccanismo di controllo. Rimuovendolo si arriverà a una dittatura.”

Nel frattempo, il senato nigeriano ha reintrodotto un disegno di legge controverso sui social media [5] che potrebbe mettere in pericolo la libertà di espressione del paese. Noto ai suoi critici come il “disegno di legge frivolo” e il “disegno di legge anti social media,” esso impone multe salate per chi manda tweet o messaggi contenenti affermazioni false su “gruppi di persone” o “istituzioni o il governo.” Le violazioni sono punite con mute fino a 2.000.000 Naire (circa 8.900 €) o due anni di reclusione. Il disegno di legge rimane controverso [6] anche all'interno del governo nigeriano, con il Presidente della Corte Suprema dell'Uganda a favore e il Ministro della Giustizia della federazione contrario. I difensori dei diritti digitali e varie figure pubbliche hanno ampiamente criticato l'iniziativa.

Condanne e arresti ingiusti di questo mese: Egitto, Bahrein, Turchia e Arabia Saudita

Tre adolescenti egiziani, tutti e tre minorenni, sono stati condannati a cinque anni di reclusione [7] e un quarto è stato rinchiuso in un centro di detenzione minorile per blasfemia, dopo aver pubblicato online un video che derideva l'ISIS. I parenti dei ragazzi, tutti cristiani copti, riferiscono che il loro insegnante ha filmato il video nel 2015, emulandone uno dell'ISIS sulla decapitazione di 21 cristiani rapiti.

L'attivista del Bahrein, Zainab al Khawaja, è stata arrestata assieme a sua figlia di un anno [8] dagli ufficiali del governo, per aver dato vita a manifestazioni pro-democratiche durante il quinto anniversario dell'arrivo delle truppe dall'Arabia Saudita e dagli EAU (Emirati Arabi Uniti) nel paese. Non è chiaro che cosa abbia scatenato il suo arresto, poiché Al Khawaja ha imputazioni pendenti dallo scorso anno equivalenti a più di tre anni di carcere – tra cui quella per aver strappato una fotografia del re del Bahrein e aver apparentemente “insultato” un ufficiale di polizia.

Il reporter curdo Hayri Tunç potrebbe scontare molti anni di reclusione [9] per aver pubblicato su Facebook, Twitter e YouTube post che documentano l'emergenza curda in Turchia. A febbraio era stato messo in custodia cautelare per “propaganda terroristica,” “incitamento ad atti criminali” e “glorificazione di atti criminali.” La prima udienza si è tenuta l'11 marzo a Istanbul, dove il tribunale ha ordinato il suo rilascio prima di aggiornare la sua custodia fino al 24 maggio.

L'Arabia Saudita ha condannato un utente di Twitter anonimo [10] a 10 anni di reclusione, 2.000 frustate e una multa di 20.000 Rial Saudita (4.732 €) per aver pubblicato il tweet “diffondete l'ateismo.”

Relatore speciale dell'ONU prende di mira la proposta di sorveglianza del Regno Unito

Il relatore speciale in materia di privacy dell'ONU Joseph Cannataci ha avvisato gli ufficiali del Regno Unito [11] che il disegno di legge sulla sorveglianza Investigatory Powers “mina lo spirito del diritto alla privacy” e avrà “conseguenze ben peggiori” oltreoceano. Cannataci ha presentato il suo primo rapporto annuale [12] al Consiglio dei Diritti Umani di Ginevra, segnalando il disegno di legge come una delle questioni più importanti sulla privacy globale dell'ultimo anno.

Il Cile vieta i palloncini spia

Una corte d'appello cilena ha deciso all'unanimità di vietare l'utilizzo di palloncini per la videosorveglianza [13] a due comuni. I palloncini in questione erano stati creati in Israele e utilizzati sulla Striscia di Gaza e sul confine americano con il Messico. Utilizzavano una telecamera a 360° con tanto di visione notturna e puntatore laser capace di riconoscere una persona in movimento da una distanza di più di 1,5 km. La corte ha stabilito che né la sicurezza né le regole di trasporto pubblico sono ragioni sufficienti per violare il diritto alla privacy e all'inviolabilità del domicilio.

Ufficiali del Bahrein ordinano agli insegnanti di spiare i messaggi Whatsapp dei ragazzi

Bahraini officials are taking an alternative approach to uncovering the content of WhatsApp messages: the Education Ministryt secondary school heads examine the messages of all teachers and students, threatening to take action against anyone sending messages that “insult authorities”.

Gli ufficiali del Bahrain stanno tenendo un approccio alternativo per scoprire il contenuto dei messaggi su Whatsapp: Il Ministero dell'Educazione ha recentemente legiferato [14] che i presidi delle scuole medie devono esaminare i messaggi di tutti, insegnanti e studenti, minacciando di agire contro chiunque invii messaggi con “insulti alle autorià”.

Google giura di dimenticare di più

Google conferma i suoi progetti di estendere il campo di applicazione [15]del Diritto all'Oblio tra i motori di ricerca, anche fuori dall'Europa. Mediante l'indirizzo IP e altri segnali di geolocalizzazione che identificano la posizione dell'utente verrà limitato l'accesso alle informazioni non solo per paese, ma anche a quelle escluse dai domini Google Search. L'azienda applicherà il cambiamento seduta stante e in modo retroattivo.

Facebook si prepara alle controversie con la Germania

L'autorità tedesca che vigila sulla competizione del mercato ha annunciato di voler indagare sulle misure antitrust di Facebook [16], lamentando che il social network utilizzi termini e condizioni illegali correlati alla raccolta dei dati degli utenti, il ché costituirebbe un abuso della sua posizione dominante sul mercato.

Richieste di rimozione al primo posto nelle relazioni sulla trasparenza

L'ultima relazione dulla trasparenza di Twitter rivela che le richieste di rimozione di contenuti da parte delle autorità russe è aumentata più del 25% [17] nella seconda metà del 2015, rispetto alle precedenti relazioni nello stesso periodo. Solo sei richieste erano accompagnate da ordinanze del tribunale, mentre tutte le altre arrivavano direttamente da agenzie governative o dalla polizia. Twitter è riuscito a negarne solo il 5%.

Google afferma, a tal proposito, che le richieste di rimozione dei contenuti che violano il copyright sono raddoppiate dall'anno scorso [18], raggiungendo addirittura i 76 milioni di richieste.

Inizia la transizione dell'ICANN

L'ICANN (Internet Corporation for Assigned Names and Numbers) ha consegnato nelle mani del governo americano il progetto di transizione [19] della gestione dell'Internet Assigned Numbers Authority dal controllo del Ministero del Commercio americano a quello della comunità globale. È questo il risultato di due difficili anni di negoziazioni [20]. Il progetto verrà sottoposto all'approvazione [21] della National Telecommunications and Information Administration, che dovrà decidere prima di settembre 2016, data in cui scadrà il contratto dell'ICANN.

Nuove ricerche sul tema [in inglese]

 

Iscriviti al Netizen Report via email [30]

 

Ellery Roberts Biddle [31], Sahar Habib Ghazi, Hae-in Lim e Sarah Myers West [32] hanno contribuito a questo report.