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Nella città siriana dove abitanti e combattenti stranieri parlano inglese e tedesco

Categorie: Medio Oriente & Nord Africa, Regno Unito (GB), Siria, Citizen Media, Guerra & conflitti, Migrazioni, Relazioni internazionali, Religione, Rifugiati
Daesh Terror Group Foreign Fighter after Friday's Prayer In #Aleppo. Source: @Terror_Monitor on Twitter

Combattenti stranieri dell'ISIS (Daesh) dopo la preghiera di Eid Al Adha ad #Aleppo. Fonte: @Terror_Monitor [1]

Manbij [2] [en, come i link successivi] è una delle città più grandi della provincia di Aleppo, situata nella campagna a nord di Aleppo, in Siria settentrionale. Il territorio è sotto il controllo dell'Isis [Daesh in arabo] da marzo 2014. Manjbi ora è popolata da così tanti combattenti stranieri che l'inglese e il tedesco sono diventate lingue comunemente usate nella piccola città.

Manjbi, chiamata Piccola Londra dai jihadisti, è a circa mezz'ora di auto dal confine turco, ed è la prima sosta per i combattenti stranieri che si dirigono verso la Siria per far parte dell'Isis. Secondo un recente reportage del Telegraph [3], Manjbi è la città con il più alto numero di europei in Siria. I britannici sono i primi, seguiti dai tedeschi e dai francesi.

É inutile dire che questa invasione di jihadisti stranieri non sia ben accolta dagli abitanti locali. A novembre 2014, Goha's Nail riporta sul suo blog [4] come i locali facciano parte dello schema di governo dell'Isis:

L'IS sembra riluttante a integrare strettamente i membri meno attivi. Solo pochi capi dell'IS sono siriani, la maggior parte sono stranieri. Dalla loro parte, gli abitanti di Manjibi cercano di tenere il gruppo a distanza di sicurezza; apprezzano alcuni aspetti del modo di governare dell'IS ma non vogliono averlo troppo vicino. Sono coscienti comunque che l'attenzione che il gruppo pone sull'educazione e sull'indottrinamento dei bambini sia parte di una strategia a lungo termine per collegare meglio il gruppo ai popoli che governa.

L'ISIS ha pubblicato dei video che mostrano bambini, alcuni di loro inglesi, che vengono allenati e indottrinati nella città di Manbij

A giugno 2014, il dato stimato [8] sugli stranieri che combattono con l'ISIS in Siria e Iraq era di circa 12.000 persone. Tuttavia, secondo un report [9] di dicembre 2015 pubblicato dal Soufan Group (una compagnia di consulenza strategica internazionale), il dato è triplicato e ora si aggira intorno a 31,000 [10], persone sia di nazionalità araba, come tunisini e sauditi, che circa 5000 combattenti dall'Unione Europea. Solo dalla Francia ne sono arrivati circa 1800, mentre dalla Gran Bretagna 760.

Una tabella che mostra il flusso dei Combattenti Stranieri verso la Siria e l'Iraq

Le persone che hanno raggiunto il territorio controllato dall'ISIS provengono da circa 86 nazioni – con un incremento del 300% per quanto riguarda Russia e Asia Centrale. Il Soufan Group afferma [15] che dagli Stati Uniti ne sono giunti 150 mentre dal Canada 130, per cui non c'è stato nessun cambiamento significativo rispetto agli scorsi anni, nonostante l'ISIS abbia iniziato una massiccia campagna di reclutamento sui social network proprio per il nord america. Il Soufan Group afferma che le nazioni occidentali rimangono comunque minacciate dal ritorno in patria dei combattenti allenati.

Il problema più grosso è che circa il 20-30% di questi combattenti sta ritornando alla propria nazione d'origine, e ciò significa che questi paesi dovranno fare i conti con un forte afflusso di combattenti addestrati da poco con contatti internazionali.

In un post sul blog, British Mujāhidīn in Syria [16] (

Non ho alcunaa idea su cosa abbia scatenato la corsa dei combattenti britannici verso la Siria, ma all'improvviso la caccia all’ “europeo barbuto” è tornata. Tutto è iniziato con un video pubblicato su Vice, in cui c'è l'intervista di due inglesi che attualmente combattono in Siria. L'intervista è interessante, dato che i ragazzi spiegano cosa li ha spinti a lasciare le proprie case nel Regno Unito per far parte della Jihad e della guerra in Siria

Secondo la pagina Facebook di Syria Post, dopo quasi due anni di ISIS, gli abitanti di Manbij non sono più felici sotto il controllo islamico e hanno iniziato a protestare, come mostra il video seguente pubblicato dalla stessa pagina e con il commento [ar, come tutti i link successivi]:

#شاهدأبطال #منبج رغم التشديد الأمني لتنظيم #داعش يتظاهرون مطالبين بخروجه من المدينة.#سوريا_بوست #خاص #حصري #منبج

‎Posted by ‎سوريا بوست Syria Post [17]‎ on‎ 16 نوفمبر، 2015

“Guardate gli eroi di Manbij, che nonostante la sicurezza in città, sono scesi in strada per chiedere al gruppo estremista di lasciare la città.”

Sicuramente i ciittadini che vivono sotto il controllo dell'ISIS stanno soffrendo molto, anche a causa dei bombardamenti della coalizione americana che li obbligano a lasciare l'area per salvarsi la vita. Al-Souria Net riporta [18] sulla sua pagina Facebook in arabo (a ottobre 2015) che molte persone sono costrette a chiedere l'elemosina in strada per far quadrare i conti:

انتشار ظاهرة التسول في مناطق سيطرة “‫#‏تنظيم_الدولة‬” بريف ‫#‏حلب‬ الشمالي

Sempre più persone chiedono l'elemosina nelle aree sotto il controllo dell'ISIS a nord di Aleppo

A causa delle misure di sicurezza adottate dal governo, l'accesso agli aiuti si è ristretto, portando masse di persone a scendere per strada e chiedere l'elemosina, soprattutto donne, bambini e persone senzatetto:

[…] في مدينة منبج عائلات ظهر الفقر عليها وبدأت ظاهرة التسول بالانتشار وذلك للحصول على ما يسد رمق العائلة في المنزل وخصوصاً تلك العائلات التي نزحت من الرقة ودير الزور.

[…] nella città di Manbij, sono iniziate ad apparire famiglie per strada a chiedere l'elemosina per poter sfamare i loro parenti a casa- famiglie che sono state cacciate da Al Raqqa e Deir al Zour in particolare […]

E molti affermano che la promessa di prosperità dello Stato Islamico è solo una bugia:

[…] “كل الازدهار الذي نسمع عنه لدولة البغدادي هو وهم بوهم، ويتم توزيع هذه الخيرات على عناصره فقط وبخاصة المهاجرين منهم”.

Tutto ciò che abbiamo sentito sulla prosperità dello Stato di Al Baghdadi è un'illusione, e qualsiasi bene viene distribuito solo ai loro membri, in particolare stranieri

وينقل الناشط أحمد عن أحد سكان مدينة منبج، ويدعى أبو جاسم، قوله: “بأنه ونتيجة للضرائب التي تفرضها القوة الأمنية على المواطنين في مناطق منبج والباب وجرابلس إضافة للتضيق الكبير على الناس في هذه المدن فإن كل شيء يجب أن تعمله يتوجب وجود موافقة أمنية وكأننا في دولة الأسد”

Secondo un attivista di nome Ahmed, parlando a nome di Abu Jassim (un locale di Manbij) “Come risultato delle tasse imposte dalle forze di sicurezza ai cittadini delle aree di Mannbij e Bab e Jarables, qualsiasi documento ufficiale di cui tu abbia bisogno richiede un'approvazione di sicurezza, come se fossimo nello Stato di Assad.