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Attivisti siriani allarmati per un possibile massacro nella prigione di Hama

Categorie: Medio Oriente & Nord Africa, Siria, Citizen Media, Diritti umani, Guerra & conflitti
Save the prisoners of Hama prison. Source: @luna_alabdalla (Twitter)

Salvate i detenuti della prigione di Hama. Fonte: @luna_alabdalla [1] (Twitter)

Si crede che più di 800 detenuti, per la maggior parte prigionieri politici, si trovino in una situazione critica in seguito alle rivolte nel carcere centrale di Hama [2] [it], a nord di Damasco, scatenate per protestare contro il trasferimento di cinque detenuti condannati a morte presso un'altra struttura, la nota prigione militare di Sednaya. La rivolta si è scatenata anche per richiedere accesso a condizioni carcerarie migliori e in prova.

Le forze del regime hanno circondato la prigione e attaccato l'affollata struttura con munizioni, bombe e gas lacrimogeno dopo che alcuni detenuti avevano preso delle guardie in ostaggio. Gli attivisti sostengono che la prigione sia stata lasciata senza elettricità e acqua per quattro giorni e, in più, esistono un numero crescente di prove di un possibile massacro di prigionieri, che già vivono in condizioni disperate e sono vittime di gravi violazioni dei diritti umani.

Lo stallo, in atto da lunedì [3] [en, come tutti i link seguenti] si sta aggravando da quando gli attivisti hanno fatto scattare l'allarme sul web, condividendo foto pubblicate sui social media dai prigionieri, foto che documentano il propagarsi della crisi. Le immagini che stanno circolando mostrano le forze del regime pronte ad assaltare la prigione.

ULTIM'ORA Pubblicati i primi video dei detenuti in rivolta nella prigione centrale di Hama che hanno circondato l'edificio.

ULTIM'ORA

Video di prigionieri della prigione centrale di Hama mentre tentano di sfondare il cancello principale.

Su Twitter, Luna Wafta ha condiviso questa foto della prigione di Hama con la didascalia:

800 prigionieri intrappolati nella prigione di Hama. Sta per succedere un massacro spaventoso qui!

Abdalaziz Alhamza scrive che due detenuti sono stati assassinati:

La situazione nella prigione di Hama è orribile: due prigionieri sono stati uccisi, il regime siriano sta per compiere un ennesimo massacro, SOS

I detenuti stanno condividendo il loro calvario e invitando i gruppi per i diritti umani ad intervenire per fermare un possibile massacro. Gli attivisti siriani hanno diffuso sui social media la seguente dichiarazione, nel tentativo di mettere in evidenza la gravissima condizione in cui versano i prigionieri:

Siamo attivisti siriani e estendiamo questo appello a tutte le organizzazioni internazionali per i diritti umani, all'Organizzazione della Croce Rossa e alle Società di Mezzaluna Rossa, chiedendo di estendere l'assistenza ai detenuti politici della prigione di Hama, dopo aver dimostrato la difficoltà di risoluzione delle proteste contro i processi arbitrari ai danni dai prigionieri, determinati dalla volontà del regime siriano di condannare a morte molti di loro.. Dopo il fallimento delle negoziazioni con il regime per migliorare le proprie condizioni, ai detenuti è stato dato il termine delle 5 di mattina, orario di Damasco, per porre fine allo stallo. Se essi non rispetteranno le condizioni, le forze del regime attaccheranno il carcere con un'operazione militare che molto probabilmente si trasformerà in una terrificante strage di detenuti.. Sollecitiamo tutti gli organismi internazionali ad intervenire per prevenire un imminente massacro nelle prossime ore e, su richiesta dei detenuti, sollecitiamo anche la comunità internazionale ad assumeresi la piena responsabilità per fermare qualsiasi rappresaglia del regime siriano contro i prigionieri. Riteniamo la comunità internazionale e le organizzazioni per i diritti umani responsabili del massacro che si prevede avverrà nella struttura.

Dall'interno della prigione di Hama, un prigioniero ha condiviso su Youtube questo appello in cui dichiara che i detenuti non ricevono cibo da tre giorni:

Secondo la pagina Facebook dei detenuti, Detainees of Central Hama [17], si starebbe negoziando un accordo con il regime per ripristinare nella prigione alcuni servizi come l'acqua e la fornitura di cibo e medicinali. In cambio, la rivolta dovrà cessare.

Centinaia di siriani sono tenuti in prigione senza elettricità e sottoposti a torture da marzo 2011, cioè da quando le proteste contro il regime si sono estese in tutto il paese e anche più di 270.000 siriani sono stati uccisi durante cinque anni di guerra civile.

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