A febbraio del 2016, l'eco-attivista Borislav Sandov è stato condannato in primo grado per aver “insultato” il direttore di un'azienda di estrazione di rame in uno status Facebook, dopo aver pubblicato delle accuse di inquinamento delle acque intorno alla città bulgara di Panagyurishte provocato dalla miniera.
Il caso ha attirato l'attenzione sulla potenziale fragilità del discorso politico e della libertà di espressione in Bulgaria. La prossima tappa del processo è previsto il 30 maggio.
Borislav Sandov è noto in Bulgaria per essere una figura chiave delle proteste ambientaliste degli ultimi anni. Sandov, che è anche un uomo di scienza e membro del movimento politico bulgaro dei Verdi, ha pubblicato un post sulla sua pagina Facebook in cui ha chiamato Lachezar Tsotskorkov, il direttore esecutivo di una delle più grandi aziende estrattive della Bulgaria, “un oligarca che avvelena”. Il post descrive poi quella che viene chiamata una “saga legale” tra i Verdi e l'azienda, Asarel Medet [en].
Il post ha spinto Tsotskorkov a denunciare Sandov per offesa e diffamazione. Ha accusato Sandov di aver infamato il suo nome. A febbraio, il tribunale bulgaro della città di Panagyurishte ha decretato che Sandov non aveva commesso un atto di diffamazione ma che era colpevole di offesa.
A livello locale, sta emergendo un certo sostegno per Sandov in attesa della prossima istanza giudiziaria. L'ambasciatore francese in Bulgaria Xavier Lapeyre de Cabanes ha espresso il suo supporto [bg] su Twitter dicendo “Io sono Borislav Sandov”.
“Аз съм Борислав Сандов”
https://t.co/02ppu1MS6F via @ProtestnaMreja— X Lapeyre de Cabanes (@France_Bulgarie) February 26, 2016
Il quotidiano bulgaro Capital Daily ha riportato le parole [en] dell'avvocato di Sandov, Kalin Angelov, dopo la sentenza in prima istanza.
Борислав Сандов беше оправдан по повдигнатите срещу него обвинения за клевета, а именно – че през 2014, мината на г-н Цоцорков на два пъти е отравяла водите на реките около Панагюрище. Съдът прие, че към момента на писането на статуса, е имало достатъчно основания да се смята, че това е било така. Смятам това за успех”.
Borislav Sandov è stato dichiarato innocente dalle accuse contro di lui per diffamazione e, in particolare, in merito al fatto che nel 2014 la miniera di Tsotskorkov abbia inquinato per due volte le acque intorno alla città bulgara di Panagyurishte. La Corte ha concluso che, al momento della pubblicazione dello status, c'erano già prove sufficienti per capire che avesse ragione. Credo che sia un successo.
La Corte ha deliberato che Sandov “ha umiliato” l'onore e la dignità di Tsotskorkov, dato che l'offesa è stata fatta pubblicamente e diffusa attraverso altri canali, tra cui Facebook. Un’analisi [bg] successiva di Capital Daily riporta le parole dell'esperto di legge Kaline Angelov, che ha commentato il caso:
Г-н Цоцорков се е обидил чрез своята ПР служителка. Именно тя е следяла профила на г-н Сандов и именно тя е преценила кое е обидно и кое не. Това опосредено “обиждане” е стряскащото в присъдата.
Tsotskorkov è stato insultato dal suo dipendente di PR che seguiva il profilo Facebook di Sandov e che ha giudicato alcuni contenuti come “offensivi” ed altri non.
Sandov ha suggerito che la denuncia potesse essere stata sporta come atto di vendetta. Precedentemente, lui e i membri del partito dei Verdi avevano condotto ricerche e battaglie legali in merito alle sospette intenzioni di Tsotskorkov di fare investimenti che potessero raddoppiare le dimensioni di Asarel Medet. Il magnate delle miniere ha perso queste sfide in tre udienze.
Il Capital Daily ha anche citato Boyko Boev [en], esperto di diritto dei media bulgaro che vive a Londra, che ha affermato che “le persone che particpano ad eventi di pubblico interesse devono aspettarsi reazioni su Internet in merito alle loro azioni”. Ha inoltre spiegato che determinare il movente dell'imputato è altresì un fattore in casi di diffamazione. Se la dichiarazione è legata all'attività professionale di una persona, con l'obiettivo benevolo di aiutare la società, allora dovrebbe esserci maggiore tolleranza da parte della Corte. Si potrebbe dire che questo livello di tolleranza dovrebbe essere applicato al caso di Borislav Sandov, su cui molti ritengono che si tratti di una questione di pubblico interesse, dal momento che riguarda l'ambiente e la salute pubblica.
Il fatto che il post di Sandov sia apparso su Facebook è importante anche perché molte persone vedono la piattaforma come un luogo in cui ognuno possa impunemente scrivere qualsiasi cosa. Boev ha aggiunto che:
“Не е ненормално да има дела, които са предмет на публикации във Facebook.Законът никъде не казва, че Facebok е място, където всеки може да пише каквото си иска”.
Non è anormale vedere dei processi incentrati su messaggi postati su Facebook. La legge non dice da nessuna parte che Facebook è un posto dove tutti possono scrivere ciò che vogliono.
Secondo il codice penale bulgaro, la diffamazione o l'offesa possono essere diffuse attraverso la stampa “o altri mezzi”. I social media, in questo caso, fanno parte di questa categoria. Il Capital Daily ha ricordato ai lettori che nel 2014 una donna ha dovuto pagare una sanzione di 1200 euro e due risarcimenti di più di 3700 euro per i messaggi presumibilmente diffamatori postati su Facebook. La donna, in quel caso, aveva accusato su Facebook il suo ex datore di lavoro di comportamento scorretto.
Il procedimento è stato avviato contro Sandov come individuo, sebbene Sandov tempo stesso sia rappresentante di un partito politico, come si è definito egli stesso in una dichiarazione per Global Voices. Ha aggiunto che è la prima volta che un rappresentante di partito viene denunciato, anche se personalmente, per un'attività sui social media. Spiegando le sue ragioni, Sandov ha dichiarato a Global Voices anche che:
“Говорим за публични фигури във връзка с които е позволени да си остър по отношение на речта”
Parliamo di figure pubbliche , ad una delle quali è permesso fare affermazioni dure.
In un post sul blog [bg] dal titolo “Offesa o critica: si apre la discussione”, la nota esperta di diritto dei media in Bulgaria Nelly Ognyanova ha parlato del caso:
Осъществена е намеса в свободата на изразяване по отношение на политическо слово. Политическо слово според практиката на ЕСПЧ е налице, когато става дума за важни обществени дебати в съвременното общество в най-широк смисъл, включително за опазване на околната среда, за защита на животните, за здравословен начин на живот [ECHR, VGT v. Switzerland, Application no. 24699/94, Judgment 21 June 2001]
Ostacolare la libertà di espressione è un atto che rimanda al discorso politico. Secondo la prassi della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo, il discorso politico è fatto da importanti dibattiti pubblici sulla società contemporanea nel senso più ampio del termine, in merito, ad esempio, alla tutela dell'ambiente, degli animali, ad uno stile di vita salutare [ECHR, VGT v. Switzerland, Application no. 24699/94].
Ognyanova ha inoltre aggiunto:
Политическото слово има най-висока степен на защита според международните стандарти и може да бъде ограничено на много малък брой основания, свързани с демократичните принципи на управление и с ценностите на демократичните общества.
Il discorso politico è tutelato a livelli elevati da standard internazionali e può essere limitato a poche argomentazioni, legate ai principi democratici di governo e ai valori delle società democratiche.
Nello stesso articolo [bg] che analizza il caso Sandov, il Capital Daily dice che in alcuni Paesi il sistema giudiziario si sta già adeguando ai nuovi sviluppi della tecnologia. Ad esempio, nel Regno Unito, l'ufficio del procuratore ha ricevuto istruzioni su come trattare i casi legati a questioni di pubblico interesse quando queste vengono affrontate in dibattiti online, come in casi legati a rischi per la sicurezza pubblica.
Mentre si aspettano chiarimenti su eventuali casi del genere in futuro, Sandov è in attesa della prossima udienza.
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