Mentre l'ONU decide della missione di pace nel Sahara Occidentale, i Sahrawi chiedono diritti umani

L'insoddisfazione per lo status quo si può osservare in un recente video delle manifestazioni nel Sahara Occidentale. Lunedì si sono verificate numerose proteste coordinate in ogni parte del territorio. Screenshot tratto da un video delle proteste condiviso dal Sahrawi Centre for Media and Communication

L'insoddisfazione per lo status quo si può osservare in un recente video delle manifestazioni nel Sahara Occidentale. Lunedì si sono verificate numerose proteste coordinate in ogni parte del territorio. Screenshot tratto da un video delle proteste condiviso dal Sahrawi Centre for Media and Communication

Nota del redattore: questo post è stato originariamente pubblicato su Watching Western Sahara Checkdesk [en, come i link successivi], una piattaforma collaborativa di selezioni curate di video provenienti dal Sahara Occidentale.

Di Madeleine Bair

Mentre questa settimana i diplomatici internazionali si sono incontrati per decidere del futuro della missione di pace dell'ONU nel Sahara Occidentale, i dimostranti hanno protestato nei territori occupati in nome dell'autodeterminazione e dei diritti umani.

La disputa sull'indipendenza del Sahara Occidentale va avanti da più di 40 anni ormai. Dopo che la Spagna si ritirò dalla sua ex-colonia, il Marocco dichiarò guerra per il territorio, combattendo l'esercito indipendente del Fronte Polisario dei Sahrawi. Quando le Nazioni Unite negoziarono il cessate il fuoco nel 1991, decine di migliaia di Sahrawi furono dislocati nei campi profughi algerini. Oggi, il territorio conteso è inserito nella lista dell'ONU dei territori non autonomi. Uno dei passi accettati da entrambe le parti fu il referendum per permettere ai Sahrawi di votare o per l'indipendenza o per l'integrazione con il Marocco, ma ciò deve ancora concretizzarsi.

Ieri, come ogni anno dal 1991, il Consiglio di Sicurezza dell'ONU ha preso la decisione di prolungare la missione di pace nel Sahara Occidentale, nota come MINURSO, estendendone il mandato per un altro anno. I Sahrawi e i loro sostenitori da tutto il mondo hanno fatto appello all'ONU affinché estendesse il mandato della missione anche al monitoraggio dei diritto umani. Martedì l'inviato dell'Unione Africana nel Sahara Occidentale, l'ex presidente del Mozambico Joaquim Chissano, ha richiesto che venisse dato un termine per il referendum.

L'insoddisfazione per lo status quo si può osservare in un recente video delle manifestazioni nel Sahara Occidentale. Lunedì si sono verificate numerose proteste coordinate in ogni parte del territorio.

Nelle manifestazioni (vedi sopra) una donna regge una bandiera sahrawi mentre dei dimostranti invocano l'autodeterminazione (un reato per la legge del Marocco, che proibisce a organizzazioni e individui di sfidare la sovranità marocchina sul territorio). Intonando cori in arabo, i manifestanti invocano il rovesciamento del regime e il diritto all'autodeterminazione.

Le proteste dei Sahrawi di lunedì chiedono anche giustizia per Brahim Saika, uno degli attivisti leader del movimento per i diritti economici dei Sahrawi. Saika è morto il 15 aprile in un ospedale del Marocco, mentre era in detenzione.   

Per altri video selezionati dal Sahara Occidentale, visita Watching Western Sahara Checkdesk, un progetto del WITNESS Media Lab, dove è stata originariamente pubblicata una precedente versione di questo articolo.

1 commento

  • Saharawi Occidentale deplorare la propaganda di agenti algeria e mente/ONG corrotta che lavorano per l’algeria. Siamo sovrano sud del Marocco. Siamo di fronte a manovre quotidiane da agenti Algeria che vivono nei nostri Sahara occidentale amati e pacifiche. Violazioni dei diritti umani sono diffuse mito da agenti Algeria. Viviamo in pace e armonia.

    Grazie

    Ahmed Salem

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