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E se la Silicon Valley africana del futuro fosse in Gabon?

Categorie: Attivismo, Citizen Media, Viaggi e turismo, GV Community Blog
Vue sur Libreville la nuit. Par Hugues sur FlickR CC-BY-2.0 [1]

Vista notturna sulla città di Libreville. Da Hugues su FlickR CC-BY-2.0

Il Gabon ha detto sì al digitale. Ad oggi infatti il paese sembra essere sul punto di diventare un vero e proprio hub delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione (TIC). Questo risultato è stato possibile grazie al sostegno di una politica volontaristica attuata con il Piano Strategico “Gabon Emergente”, un programma di trasformazione strutturale dell'economia nazionale che ha come obiettivo primario quello di rendere il Gabon un polo locale d'eccellenza nel settore dei servizi digitali: la prova che il sogno di un'Africa connessa non è più solo un sogno, ma è, giustamente, già realtà in alcuni paesi.

Nel 2014, l'Unione internazionale delle telecomunicazioni (ITU) ha reso nota la propria classifica dei paesi africani più sviluppati, secondo l'indice di sviluppo delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione (IDI). Senza alcuna sorpresa, il Gabon si classifica in buona posizione [2] [fr, come i link seguenti] tanto da essere l'unico paese dell'Africa centrale e l'unico dell'Africa francofona tra i migliori 10. Da quel momento in poi gli elogi da parte dell'organizzazione sono solo aumentati. Nell'autunno del 2015 infatti, Ali Bongo Ondimba ha ricevuto a New York dal presidente dell'ITU il prestigiosissimo premio delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione (TIC) al servizio dello sviluppo sostenibile. Di conseguenza, lo sviluppo di attività terziarie ad elevato contenuto tecnologico e di conoscenza si è progressivamente trasformato da un lato in una spinta per la crescita del Gabon e dall'altro nel maggiore asse di diversificazione di un'economia incentrata per tanto tempo sulla rendita di materie prime (petrolio, legnami rari, minerali…).

Uno dei principali protagonisti ad aver richiesto e poi messo in atto la transizione del paese verso un Gabon 2.0 è stato Maixent Accrombessi, direttore del gabinetto presidenziale. La sua analisi del modello economico del Gabon ha permesso di gettare le basi per la riforma che lo ha trasformato nel paese per come lo conosciamo oggi: un vero e proprio hub digitale locale, che alcuni paragonano già a una Silicon Valley africana. Il cavallo di battaglia di Accrombessi? Bloccare l'economia della rendita da petrolio, un settore che crea poco lavoro e non duraturo, poiché soggetto al rischio di un rapido esaurimento delle risorse non rinnovabili.

Così facendo il Gabon ha attuato un sistema interessante volto a favorire gli investimenti nel digitale (e in modo particolare nella fibra ottica), con l'obiettivo di sviluppare l'accesso a internet a banda larga su tutto il territorio. Il Piano Strategico “Gabon Emergente” prevede la costruzione di una rete in fibra ottica di quasi 7000 km. [3] Parallelamente, il paese ha investito circa 110 milioni di Franchi CFA in infrastrutture consentendo l'espansione della copertura della banda larga e la diminuzione dei costi dei servizi di comunicazione, cosa che accompagna la profonda digitalizzazione nella cultura economica gabonese: il tasso di penetrazione di internet nei dispositivi mobili è pari al 76%. Il blog Alliativ sottolinea [4] peraltro che il Gabon è il primo paese africano a disporre della tecnologia 4G. Le misure adottate hanno dato buoni frutti [5]: 293 miliardi di Franchi CFA generati dal settore TIC nel 2014; 12.000 posti di lavoro creati nello stesso anno; una crescita sostenuta dell'economia gabonese durante il primo mandato presidenziale di Ali Bongo (+5,9% sul periodo 2010-2014) e basata sulle performance dei settori non petroliferi, in particolare quelli dei servizi (crescita del +7,2%).

Michel Rogy, consigliere alla rappresentanza del Gabon presso la Banca Mondiale nell'ambito delle politiche del settore TIC, ha accolto con favore questa iniziativa [6]:

Un punto di partenza eccellente per una connessione a banda ultralarga in Gabon e per una politica di sviluppo di internet e dell'economia digitale che tiene ben presenti gli elementi essenziali per farla diventare un successo.

E forse è proprio questo il segreto del successo del Gabon: un approccio sia orizzontale (facilità di accesso alla tecnologia) che verticale (formazione dei giovani). Gli esempi sono numerosi quanto vari. Nel 2012 ad esempio, il Gabon ha organizzato insieme alla Banca Mondiale il collegamento del paese al Central Africa Backbone (CAB), una dorsale di fibra ottica che ha come obiettivo quello di connettere il paese al cavo sottomarino ACE (Africa coast to Europe) che collega la costa occidentale africana con l'Europa al fine di distribuire la capacità della banda larga attraverso cavi terrestri a fibra ottica. Si può anche menzionare il progetto per la costruzione di villaggi digitali [7], lanciato a febbraio 2015: un grande cantiere di costruzione di oltre 2.500 centri o villaggi attrezzati di infrastrutture digitali attraverso il paese.

L'annuncio della seconda edizione del Salone internazionale dell’Economia digitale e dell’Innovazione del Gabon, che riunisce i leader governativi, il settore privato, la Società civile, le autorità locali e le organizzazioni giovanili e che è costruito intorno a laboratori di formazione tecnica di alto livello e a stand che espongono alcune innovazioni, dimostra l'ambizione nel concepire questa dinamica come fulcro dell'educazione delle nuove generazioni. In questa ottica possiamo citare anche il progetto « Train my Generation », lanciato lo scorso maggio in collaborazione con l'UNESCO e il fornitore di servizi di telefonia mobile AIRTEL GABON con l'obiettivo di formare in tre anni 5.000 giovani di età compresa tra i 17 e i 35 anni [8] [en] nel settore del TIC. Tante quindi le iniziative a 360°, che dimostrano la volontà del Gabon di accelerare la propria corsa al progresso, e fanno ben sperare in una sua affermazione come Silicon Valley made in Africa del futuro.