La Turchia aggiunge Wikileaks alla lunga lista dei siti bloccati nel paese

Cartoon rendering of Erdogan riding an email into a pillar of democracy. Cartoon by Carlos Latuff/Wikileaks.

La vignetta rappresenta Erdogan che in sella ad una mail va a colpire un pilastro della democrazia. Vignetta di Carlos Latuff/Wikileaks.

Al presidente turco Recep Tayyip Erdogan non dà affatto fastidio condividere le foto del matrimonio di sua figlia o dei suoi incontri con i leader internazionali.

Sembra invece importargli quando le sue mail, così come altre migliaia di mail mandate e ricevute dall'attuale governo, il Partito per la Giustizia e lo Sviluppo (AKP), finiscono sotto gli occhi della gente.

Poco dopo che Wikileaks ha reso pubbliche 294.548 di queste email, il sito è stato bloccato all'interno di tutto il paese. [en, come tutti i tweet e link seguenti]

PUBBLICATE: 294.548 email dal partito politico turco in carica, l'AKP di Erdogan.

Il governo di Erdogan ha ordinato ufficialmente di bloccare WikiLeaks dopo che il sito aveva pubblicato quasi 300.000 email del suo partito, l'AKP.

È confermato che l'accesso al sito wikileaks.org è stato bloccato in Turchia.

L’annuncio della fuga di notizie è il seguente:

Oggi, ore 23.00 – fuso orario di Ankara – WikiLeaks rende pubbliche una parte delle mail dell'AKP. AKP, o Partito per la Giustizia e lo Sviluppo, è il partito di maggioranza turco ed è anche la forza politica alle spalle del presidente Recep Tayyip Erdoğan. La prima parte di questa serie conta 762 caselle di posta dalla ‘A’ alla ‘I’, che contengono 294.548 email con testo e migliaia di allegati. Le mail provengono dal dominio principale dell'AKP “akparti.org.tr”. La più recente è stata inviata il 6 luglio 2016. Quelle più vecchie risalgono al 2010. Va notato che queste mail associate al dominio sono state usate prevalentemente per trattare questioni a livello mondiale, in contrapposizione a quelle più sensibili e interne al paese.

Il materiale è stato ottenuto una settimana prima del tentato colpo di stato. Ad ogni modo, WikiLeaks ha posticipato la data di pubblicazione in risposta alle epurazioni intraprese dal governo successivamente al colpo di stato. Abbiamo verificato il materiale e la fonte, che non è connessa in nessun modo agli elementi presenti dietro al colpo di stato o ad un partito politico o stato rivale.

Un ufficiale turco ha detto ad Al Jazeera che il motivo principale per il quale il sito è stato bloccato è quello di proibire l'accesso alle informazioni sensibili, come dati personali di ufficiali pubblici e di cittadini privati che hanno avuto uno scambio di mail con le segreterie del governo. Non è difficile immaginare che Erdogan con questa mossa ha cercato di bloccare anche l'accesso alle sue mail personali.

Chiedendo regolarmente a Facebook e Twitter di sospendere gli account anti-AKP e anti-Erdogan, il governo turco si è aggiudicato la reputazione di uno dei paesi più facili al blocco.

Negli ultimi tre anni, o giù di lì, lo spazio per i media indipendenti nel paese si è ridotto notevolmente, con documenti a favore dell'opposizione e mezzi di comunicazione che indagano a fondo sul conflitto nella parte orientale di lingua curda, vacillanti e a rischio di estinzione.

Ma l'importanza relativa alla fuga di notizie nell'attuale contesto del paese è messa in discussione dai netizen turchi.

Non c'è nessun elemento di interesse pubblico in relazione a quello che Wikileaks ha pubblicato fino ad ora riguardo la fuga di notizie in Turchia. Messaggi pubblicitari e spam.

Solo lo 0.2% delle email turche rese pubbliche da Wikileaks sono state inviate dagli account dell'AKP. Il resto è stato inviato all'AKP da normali cittadini.

Il poco interesse sulla fuga di notizie potrebbe essere dovuto anche al fatto che molte persone si stanno ancora sforzando per comprendere gli eventi in Turchia dopo il dramma del fallito colpo di stato.

Per non parlare del tempo e della pazienza che ci vogliono per analizzare 294.548 email apparentemente irrilevanti.

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