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La verifica dei fatti può salvare democrazia e giornalismo per come li conosciamo?

Categorie: Citizen Media, Idee, Libertà d'espressione, Media & Giornalismi, Politica, The Bridge
Pinocchio by Enrico Mazzanti (1852-1910) [1]

Pinocchio, il personaggio letterario a cui si allunga il naso quando mente, è spesso utilizzato come simbolo della verifica dei fatti. Disegno di Enrico Mazzanti (1852-1910), di dominio pubblico.

La mattina successiva al Brexit [2] [en, come gli altri link eccetto dove diversamente indicato], il referendum che ha decretato l'uscita del Regno Unito dall'Unione Europea, uno dei leader della campagna del “Leave”, favorevole all'uscita, ha scioccato il pubblico ammettendo di aver ingannato l'opinione pubblica su una delle questioni chiave [3]. Quando gli è stato domandato se i presunti 350 milioni di sterline che il Regno Unito versava settimanalmente all'Unione Europea sarebbero invece stati usati per l'NHS – il Sistema Sanitario Nazionale [4] [it], l'ex leader del Partito per l'Indipendenza del Regno Unito [5] [it] (UKIP) Nigel Farage [6] [it] ha ammesso che “è stato un errore”.

In un'intervista con la presentatrice Susanna Reid, durante il programma televisivo “Good Morning Britain” del canale ITV, Farage ha ammesso di non poter garantire l'adempimento delle promesse fatte durante la campagna, e ha provato a schivare il problema dicendo che le promesse non erano ufficiali, nonostante durante la campagna interi spot pubblicitari siano stati dedicati alla promozione delle stesse.

In risposta, cittadini indignati, compresi dei giornalisti, hanno condiviso su Twitter le foto dei cartelloni pubblicitari (presenti in luoghi di spicco come le fiancate degli autobus), smascherando la menzogna.

“I 350 milioni di sterline erano un'estrapolazione. Non è mai stata la vera somma”. -Iain Duncan Smith

Un incidente simile dimostra il bisogno di più verifiche dei fatti (fact-checking) in politica come servizio pubblico, in modo da permettere ai cittadini votanti di prendere delle decisioni più informate e razionali su questioni che toccano direttamente la vita quotidiana.

La crescita globale della verifica dei fatti come reazione alle manipolazioni politiche e mediatiche

La verifica dei fatti dovrebbe essere parte di un normale processo giornalistico. Quando raccolgono delle informazioni, tutti i giornalisti ne dovrebbero verificare la veridicità. Il lavoro viene poi controllato da un editor, una persona con più esperienza professionale che può correggere o modificare alcune informazioni.

Alcune grandi organizzazioni editoriali hanno dei dipartimenti specializzati nel controllo del lavoro di giornalisti e editor. Questa forma di verifica dei fatti è stata anche portata sugli schermi cinematografici con il film del 1988 “Le mille luci di New York [9]” [it], nel quale Michael J. Fox ha interpretato il protagonista, un affascinante verificatore che lavora per “una delle principali riviste di New York”.

Bright Lights, Big City movie poster. Source: Wikipedia, fair use. [10]

Nel film del 1988 “Le mille luci di New York”, Michael J. Fox interpretava il ruolo di un verificatore in “una delle principali riviste di New York”. Fonte: Wikipedia, uso corretto.

Nei decenni successivi agli anni '80, la maggior parte degli organi di stampa del mondo non poteva permettersi (o semplicemente non riteneva necessario) un dipartimento dedicato alla verifica dei fatti, né tantomeno un singolo verificatore in grado di giocare il ruolo dell’avvocato del diavolo [11] [it] nella redazione.

Ma il bisogno di verificare i fatti non è scomparso. Con l'avvento di nuove tecnologie che hanno generato nuove forme di media, i quali a loro volta hanno portato alla divulgazione di diversi tipi di disinformazione [12], il bisogno della verifica dei fatti è a tutti gli effetti aumentato. Molte notizie riportate online, anche da organi di stampa rinomati, non vengono verificate, e i siti di informazione si limitano a copiare (o, in molti casi, plagiare) contenuti creati da terzi con il potenziale di attirare molti click. I politici, specialmente quelli populisti inclini ad utilizzare tattiche manipolatrici, hanno sfruttato un ambiente mediatico del genere forgiando alleanze con i magnati dei tabloid o diventando a loro volta proprietari di certi media.

In anni recenti è nato l'impulso di soddisfare il bisogno di più controllo dei fatti nella politica [13]. Tale impulso viene da due fonti maggiori: la prima sono i giornalisti che, dopo anni nelle trincee, si sono avvalsi di organi accademici con l'intento di mantenere gli standard della propria professione; la seconda include le organizzazioni della società civile, le quali mirano ad utilizzare le nuove tecnologie, in una sorta di riforma democratica, per forzare i propri governi a diventare più trasparenti e responsabili, eliminando così la corruzione. Un certo numero di progetti che combinano l'attivismo civile allo sviluppo dei media è emerso in tutto il mondo.

Presence of fact-checking initiatives; based on Duke Reporters' Lab database and integrated with more recently launched sites. Map by Alexios Mantzarlis, used with permission. [13]

Le aree verdi rappresentano i paesi con iniziative di verifica dei fatti, basate sul database del Duke Reporters’ Lab e integrate da siti web più recenti (giugno 2016). Mappa di Alexios Mantzarlis/Poynter, utilizzata con autorizzazione.

Più di 100 organizzazioni per la verifica dei fatti di 40 paesi diversi hanno partecipato al recente Summit Globale per la Verifica dei Fatti a Buenos Aires, in Argentina [14] (#GlobalFact3 [15], 9 e 10 giugno). Organizzato dal Poynter Institute [16]statunitense, l'incontro è servito anche a rinforzare la rete di Poynter International Fact-Checking Network [17]. (Nota: l'autore dell'articolo originale ha partecipato al Summit in qualità di rappresentante della Fondazione Metamorphosis, che cura due progetti in Macedonia: TruthMeter [18] e il Media Fact-Checking Service [19].)

Le organizzazioni coinvolte nella verifica dei fatti nascono sviluppando una metodologia che possa servire come progetto per le loro analisi. Uno dei punti chiave della discussione al Summit Globale per la Verifica dei Fatti è stato lo sviluppo di un codice di principi condivisi che porterebbe i verificatori verso una trasparenza sempre maggiore, e consoliderebbe la fiducia dei lettori verso gli strumenti del fact-checking.

La verifica dei fatti in televisione come prossima frontiera

Il pubblico principale per le attività di verifica dei fatti si trova online. Una ricerca svolta in Macedonia suggerisce che il target di tali contenuti sono principalmente giovani con un alto livello d'istruzione. Globalmente, tuttavia, questa categoria demografica rappresenta solo una piccola porzione della popolazione votante. Per raggiungere un pubblico più ampio, i progetti di verifica dei fatti devono collaborare con altri media.

Alcuni progetti di verifica dei fatti sono penetrati nel mezzo di comunicazione di massa che ancora domina nel formare le opinioni di un pubblico più anziano e meno istruito: la televisione. Ci sono stati diversi successi in questo campo, come il programma spagnolo El Objetivo [20] [es] o quello italiano Virus [21] [it]. Quando vengono sostenuti con la possibilità di una produzione di alta qualità, questi esempi mostrano come la verifica dei fatti possa essere una forma di intrattenimento educativo [22] [it].

Ancora più importante è che coloro che partecipano a tali iniziative sono pronti a condividere la propria conoscenza. A maggio 2016, i produttori del programma televisivo più popolare in Europa per la verifica della veridicità dei discorsi pubblici, insieme a editor e giornalisti di iniziative di verifica dei fatti locali, si sono incontrati a Sarajevo per un workshop parte dell'annuale Conferenza POINT [23]. L'organizzazione non governativa Why Not, che ha organizzato la conferenza (e che gestisce anche la versione bosniaca di Truthmeter), ha prodotto un breve documentario online che riassume i vari aspetti della verifica dei fatti in televisione [24].

In questo video, Alexios Mantzarlis [25] di Poynter spiega che l'obiettivo è quello di aiutare i verificatori a “tradurre ciò che fanno online in materiale che può essere interessante anche in televisione… quindi è importante fare qualcosa che non raggiunga solamente persone che hanno già una spiccata curiosità e l'intenzione di verificare i fatti, ma anche coloro che altrimenti non esplorerebbero questo tipo di contenuti”.

Patrick Worrall di Channel 4 Fact-Check ha spiegato che:

Abbiamo bisogno della verifica dei fatti per un gran numero di motivi. In primo luogo, i politici sfortunatamente mentono. L'hanno sempre fatto e sempre lo faranno. La gente a casa si ritrova spesso a voler controllare ciò che i politici stanno dicendo, ma non hanno né il tempo né le risorse per svolgere questo tipo di lavoro. E quindi sono persone come noi che dovrebbero uscire a verificare i fatti. E noi sappiamo, ne abbiamo le prove, che quando le personalità pubbliche sono sottoposte regolarmente a verifiche, diventano più oneste e più attente a ciò che dicono al pubblico.