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L'Italia ferita da un terribile sisma, la rete si mobilita

Categorie: Europa occidentale, Italia, Citizen Media, Cyber-attivismo, Interventi umanitari

Video: Fonte ANSA pubblicata sotto Licenza YouTube standard

Mentre si celebravano i funerali nazionali ad Ascoli Piceno e altrove, la terra continuava a tremare e a provocare danni. Gli italiani, e molti amici dell'Italia nel mondo, si sono mobilitati per far fronte all'emergenza. In tutto il paese, la gente ha fatto una gara di solidarietà chi per donare il sangue, chi per fare il volontario, chi per mandare denaro tramite SMS, chi offrendo, ospitalità, vestiti e cibo per gli sfollati.

Una campagna condotta dai media per invitare la gente a donare la somma di 2 euro via SMS al 45500 ha superato il totale di 10 milioni di euro [1] [it, come i link successivi]. Inoltre, TIM, uno dei principali provider di telefonia e di Internet, il canale televisivo La7 e il quotidiano Il Corriere della Sera hanno lanciato [2], in collaborazione con una startup, un'azione di crowdfunding che in meno di 24 ore dal lancio aveva raccolto la somma di 150.000 euro e la cifra continua a salire. Martedì ha superato i 350.000 euro, con oltre 6.000 donatori.

Gli utenti dei social media si sono mobilitati già dalle prime ore dopo la diffusione delle notizie sull'entità dei danni provocati dal sisma. Matteo Tempestini di Prato, un utente molto seguito, ha trasformato la sua pagina Facebook in una fonte utile di informazioni. In una delle sue pubblicazioni, scrive [3], il giorno stesso del sisma:

Qui ci sono più di 450 persone che oggi si sono parlate sul tema del #terremoto [4] scambiandosi informazioni utili su come donare sangue, vestiti, alimenti e fornendo informazioni su alloggi, mettendo a disposizione alberghi e case. Stiamo cercando di veicolare quello che si sa in modo utile a tutti e di farlo senza disperdere forze. Se ci fosse all'ascolto qualcuno che vuole dare una mano anche solo per comunicare qualcosa può farlo. Grazie a tutti.https://www.facebook.com/groups/1758670357733881/ [5]

Il sito terremotocentroitalia.info presenta le varie attività [6] della comunità italiana di Openstreetmap, che ha messo a punto una rete per la centralizzazione e la diffusione di informazioni in appoggio ai soccorsi nelle aree interessate al terremoto:

Il coordinamento dei volontari avviene tramite la piattaforma OSM Tasking Manager [7], nella quale fin’ora sono stati creati per questo evento 3 progetti collaborativi:

Quest’ultimo in questo momento è quello probabilmente più attuale, in quanto i dati pubblicati da Copernicus EMS sul terremoto (EMRS177 Earthquake in Central Italy [11]) sono separati per mappa di rilevazione e quindi fortemente frammentati.I dati sono stati uniti in un unico shapefile ed è stato creato un servizio WMS [12] da usare come riferimento. La legenda è questa [13].

Il sito osmit-tm.wmflabs.org fornisce dettagli [8]sulla mappatura delle zone terremotate e la richiesta di informazioni da alcune località:

Mappiamo il mappabile, vediamo se riusciamo ad ottenere foto aeree aggiornate della zona, rimanete aggiornati sulla Mailing list italiana o su Twitter. Le zone dove è necessario avere più informazioni sono: Amatrice, Accumoli, Sommati, Cittareale, San Benedetto, Colle Magrone, Norcia (con 1 Km di Buffer dove dovrebbero stazionare molte funzioni di soccorso), Popoli, Villanova, Poggio Casoli, San Giovanni.

Screenshot (47)

Screenshot dal video [14]dell'Ansa “Il film del terremoto che ha devastato Amatrice.”

Lo Youtuber eppela.com ha lanciato una campagna raccolta fondi in collaborazione con la Croce rossa italiana – Comitato di Lucca, tramite le carte di credito VISA, Mastercard e ricaricabile POSTEPAY, scrive [15]:

Come sempre nei momenti di crisi la rete non rimane a guardare. Facebook ha attivato il servizio Safety Check [16] che permettere agli utenti di far sapere ai propri cari d’essere incolumi.

Mentre su Twitter si susseguono gli hashtag, con numeri che dimostrano quanto il paese sia unito in caso di bisogno. Secondo l'analista Vincenzo Cosenza questi gli Hashtag più in voga;

#terremoto usato 171.000 volte da 47.500 utenti, #amatrice 24.000 volte, #rieti 10.000 volte #accumoli 6.000 volte. E saliranno.

I “cinguettii” più virali che seguono le ore da incubo sono quelli della Croce Rossa e di Palazzo Chigi con i numeri attivi della Protezione civile. I primissimi tweet risultano invece degli utenti svegliati dalla prima scossa a Roma e Firenze.

Ci sono stati vari piccoli gesti che dimostrano grande solidarietà:

Tra le iniziative all'estero, c'è da segnalare quella della Italy-America Chamber of Commerce West di Los Angeles, che ha lanciato diverse iniziative anche sulla sua pagina Facebook [22] e Twitter, ad esempio questo invito:

Visita i ristoranti @ilfornaioonline, ordina una #amatriciana e supporta le vittime del terremoto!

Sul sito lettera43.it, Fabiana Giacomotti [28], giornalista e scrittrice, specializzata in letteratura francese del Secondo Ottocento, esprime sorpresa [29] perché non si possa devolvere tutti si soldi di un giorno di pubblicità a favore delle vittime per motivi burocratici:

L’amministratore delegato di Rai Pubblicità, Fabrizio Piscopo, mi ha risposto dopo pochi minuti con questo sms: «Ampiamente pensato, ma impedimenti legislativi non ci hanno permesso di farlo. Sarebbero 850 mila euro». E sarebbero sufficienti, se ben gestiti, a ridare una fisionomia ai monumenti di Accattoli e Amatrice che la funzionaria addetta al patrimonio storico artistico del Reatino, Alia Englen, intervistata ieri dalla Stampa, riteneva salvabili per la maggior parte

Ma la rete non è stata solo luogo di solidarietà e lutto. Come era già successo durante disastri precedenti, si sono rapidamente diffuse teorie di complotto, tra cui quella secondo cui il governo italiano avrebbe ridotto la portata del terremoto a 6.0 invece che 6.2 per non pagare danni alle vittime [30]. Pur non avendo fondamento, questa teoria si è diffusa rapidamente.

Paolo Businaro risponde [31] a queste polemiche condividendo la sua esperienza dopo il terremoto in Emilia nel 2012:

Paolo Businaro [32] Io parlo per esperienza:sono di Mirandola, ho vissuto il sisma del 2012, sono stato fuori casa più di un anno in affitto in un paese vicino. L'affitto è stato pagato dal comune di Mirandola finché la casa dove abitavo non è stata messa in sicurezza e quindi agibile e tutti i lavori di ristrutturazione e miglioramento antisismico sono stati pagati dallo stato, con tempistiche che rispecchiano l'elevato tasso di burocrazia presente in Italia, ovviamente, ma alla fine io di soldi non ne ho tirato fuori. Solo per dare a Cesare quello che è di Cesare è inutile buttare merda a caso.

Enrico Mentana, direttore del TG LA7 [33], ha attaccato quelli che chiama “avvelenatori del web [31]“. Cita come esempio:

Un testo base che è più o meno questo: “Mi sono accorto di una cosa. Mentre facevo zapping sono finito sul canale 141 , c'è la rete Allnews francese e nel serpentone c'è scritto terremoto 6.2. Li per lì non ci ho fatto caso, ma guardando una rassegna delle TV straniere e stampa, tutti scrivono 6.2 . Mentre le TV italiane e istituto di geofisica scrivono e parlano di magnitudo 6.0. Ho guardato il sito della geofisica europea e lì scrivono 6.2. A pensar male si fa peccato ecc, ma sono andato a guardare anche la legge voluta da Monti per il terremoto dell'Emilia. Se un terremoto supera il 6.1 i danni li paga lo stato se non li supera li pagano gli enti locali…….. A voi le conclusioni!”.

Ecco, le conclusioni le traggo io: nelle prime ore di una tragedia che ha cancellato centinaia di vite umane c'è gente che invece di prendere a cuore la sorte di un pezzo del paese pensa bene di avvelenare i pozzi, confezionando bufale che creano sconcerto, diffidenza, avversione, sfiducia e odio sociale, nel momento che dovrebbe essere della solidarietà.

Arianna Ciccone [34], però, direttrice del Festival Internazionale del Giornalismo [35], fa notare che anche la stampa tradizionale ha delle responsabilità se le notizie false prendono piede così rapidamente:

Io penso che mettere alla berlina chi è inciampato in un errore non porti a nessun beneficio. Piuttosto, bisognerebbe interpretare questi inciampi come piccoli, sistematici campanelli d'allarme di cui le istituzioni e i media dovrebbero farsi carico, anche perché gli utenti della Rete sono anche gli spettatori dei telegiornali, gli acquirenti dei quotidiani, sono le persone a cui ci rivolgiamo chiedendo attenzione, clic, soldi in alcuni casi.