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In ricordo di Biljana Garvanlieva, regista macedone che ha dato voce alle donne emarginate

Categorie: Europa centrale & orientale, Europa occidentale, Germania, Macedonia, Turchia, Arte & Cultura, Citizen Media, Diritti umani, Donne & Genere, Film, Idee, Lavoro, Ultim'ora
Biljana Garvanlieva holding the award Heart of Sarajevo in 2010. Photo by Samir Ljuma, used with permission.

Biljana Garvanlieva con in mano il ‘Cuore di Sarajevo’ il premio del Film Festival 2010. Foto di Samir Ljuma [1], usata con permesso di pubblicazione.

Gli utenti macedoni dei social media appassionati della cultura alternativa hanno reagito con stupore alla notizia della morte della regista Biljana Garvanlieva, 43 anni, avvenuta a Berlino a causa di una malattia.

La Garvanlieva, che risiedeva in Germania, è conosciuta soprattutto come regista di documentari pluripremiati focalizzati sulle vite delle donne svantaggiate in Macedonia. È stata anche la sceneggiatrice del lungometraggio “The Golden Five”, la cui prima si terrà tra una settimana, in chiusura del Manaki Film Festival [2][en, come tutti i link a seguire salvo diversa indicazione] a Bitola.

La sua amica e collaboratrice Jovan Balov ha dato la notizia [3] su Facebook, che è stata poi diffusa dalle piattaforme giornalistiche indipendenti: SDK [4] e Okno [5][entrambi i link in macedone].

Alcuni dei film della Garvanlieva che trattano di diritti umani sono disponibili sul web sottotitolati in inglese. Uno di questi, “The Seamstresses,” [6] racconta delle lavoratrici tessili di Štip.

Un altro dei suoi film reperibile sul web è “Tobacco Girl” [7] che narra la storia della quattordicenne Mümine. Appartenente alla comunità Yörük [8][it] (un gruppo etnico turco che si trova sulle montagne della Macedonia dell'Est), Mümine combatte contro le tradizioni che impongono il matrimonio alle ragazze adolescenti.

In un'intervista del 2010 per Radio Free Europe a proposito di questo film, Garvanlieva ha spiegato [9] [bosniaco] l'idea che sta dietro il suo approccio:

Kao angažovana dokumentarna autorica motivacija mi je bila da skršim sliku koja postoji o ženi u Makedoniji. Uvijek je predstavljana kao seksualna žrtva, objekat, kao domaćica i prostitutka ali nikad kao heroina. Stoga sam željela predstaviti ovu moju heroinu koja se bavi veoma napornim poslom – bere duhan kako bi mogla platiti školarinu. Sa svojih 14 godina Mümine zrelo razmišlja da napusti selo jer ne želi da cijeli život provede sušenjem duhana i rađanjem djece. Naprotiv, želi se emancipovati i otići u grad, završiti školu, postati učiteljica i, jednostavno, osjećati se slobodna.

In quanto autrice di documentari impegnati, il mio scopo è quello di fare a pezzi l'immagine convenzionale delle donne macedoni. Sono sempre rappresentate come vittime di abusi sessuali, oggetti, casalinghe e prostitute, ma mai come eroine. Così ho voluto presentare la mia eroina che fa un lavoro molto duro – raccoglie tabacco per guadagnare il denaro per le spese scolastiche. A quattordici anni, Mümine ha dei piani molto maturi: vuole lasciare il paese perché non vuole trascorrere una vita intera a far essiccare il tabacco e a partorire bambini. Al contrario, vuole emanciparsi e andare in città, finire la scuola, diventare un'insegnante e sentirsi semplicemente libera.

Iskra Gešoska, esperta culturale e attivista ha scritto [10][macedone]:

Билјана Гарванлиева – драгоцена жена, со многу дарови и со копнеж да му ја покаже на светот скриената и премолчената приказна за жените… пред повеќе од 15 години, мислевме дека ќе го менуваме светот, ако ништо друго овој овде, во Македонија… мислевме дека ќе создадеме нов јазик врз кој ќе ја градиме инаквата социо-културна вредност… ама овде тоа не го биѓава, така ми рече еднаш… и си замина во градот на слободата… и од таму, борбена, храбра и доблесна ни покажа како е овде… благодарна сум ѝ… нека си биде слободна каква што беше секогаш…

Biljana Garvanlieva – una donna preziosa, con il talento e il desiderio di mostrare al mondo la storia nascosta e taciuta delle donne… Più di 15 anni fa, pensavamo di cambiare il mondo, se non altro questo mondo: la Macedonia… Pensavamo di poter creare un nuovo linguaggio che sarebbe servito da fondamenta per costruire i nostri nuovi valori socio-culturali. Ma non si potrà fare qui, mi disse una volta…e partì alla volta della città della libertà… Da lì, nel suo modo ribelle, coraggioso e virtuoso ci ha mostrato com'è questa realtà. Sono grata a lei. Lasciate che sia libera com'è sempre stata…