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Irritati dalla censura sulle app, i sauditi si chiedono: ‘che senso ha avere internet?’

Categorie: Medio Oriente & Nord Africa, Arabia Saudita, Censorship, Citizen Media, Diritti umani, Libertà d'espressione, Tecnologia, Advox
Saudi Arabia already blocks several other massaging and calling apps including Whatsapp and Viber. Cartoon by Hussam Al-Zahrani [1]

L'Arabia Saudita ha già bloccato diverse app di messaggistica e telefonia comprese Whatsapp e Viber. Vignetta di Hussam Al-Zahrani

Gli abitanti dell'Arabia Saudita non possono più effettuare chiamate utilizzando l'applicazione di messaggistica e telefonia LINE. Le autorità hanno bloccato l'opzione di chiamata di LINE nel fine settimana del 3 settembre, aggiungendola così alla lunga lista di servizi VoIP e di app di messagistica bloccati totalmente o parzialmente in Arabia Saudita.

Il blocco di LINE ha scatenato la rabbia degli utenti sauditi che su Twitter hanno protestato contro la politica di censura di internet del regno di stampo conservativo. L'improvvisa assenza delle opzioni di chiamata di LINE, accanto al blocco di servizi come Skype e Facetime, hanno spinto l'utente di nome Abdelaziz Abdallah a chiedersi [ar, come tutti i link seguenti]:

Oltre alla connessione lenta e al prezzo delle chiamate, tutte le applicazioni sono bloccate. Che senso ha avere Internet?

Le app bloccate nel paese includono Viber, WhatsApp, Facebook Messenger, Telegram e Skype, come mostra il grafico sottostante postato dall'utente Mohammed Alarfaj su Twitter:

Apps blocked in Saudi Arabia. Viber and Facetime are blocked entirely, while Snapchat, Telegram, and Skype are partially blocked. Only calls are blocked on Whatsapp, Line, Google Hangouts and Facebook Messenger. Source: @iM7M7 on Twitter [5]

Le app bloccate in Arabia Saudita. Viber e Facetime sono totalmente bloccate, mentre Snapchat, Telegram, e Skype sono bloccate parzialmente. Su Whatsapp, Line, Google Hangouts e Facebook Messenger sono bloccate solo le chiamate. Fonte: @iM7M7 su Twitter

Il grafico spiega come queste applicazioni e questi servizi siano stati bloccati dalla Commissione per le Comunicazione e l'Informatica (CITC), l'industria che gestisce le telecomunicazioni in Arabia Saudita, o dai fornitori di servizi relativi che lavorano nel paese, senza alcun comunicato ufficiale. Sul proprio sito e sulle diverse piattoforme sui social media, la CITC non ha postato alcuna dichiarazione o comunicazione in merito al blocco di LINE, che opera come società ausiliaria del gigante tecnologico sud coreano Naver.

Usando gli hashtag in arabo “basta blocchi, comitato delle telecomunicazioni” (#هيئة_الاتصالات_كفاية_حجب [2]), “blocco delle linee telefoniche” (#حجب_مكالمات_اللاين [6]), e “chiediamo il miglioramento [del servizio] di Internet in Arabia [Saudita]”( #نطالب_بتحسين_النت_في_السعوديه [7]), i sauditi hanno attaccato l'industria che regola le telecomunicazioni, il governo, e gli operatori per la mancata priorità data ai diritti dei clienti e agli interessi dei consumatori.

Quello che stanno facendo le compagnie di telecomunicazioni è bullizzare le persone, dato che sono le uniche aziende in Arabia Saudita e le persone hanno bisogno di loro.

Bloccare le chiamate di LINE è una strategia da quattro soldi per aumentare i profitti delle compagnie di telecomunicazione nel regno. In pochi giorni, ci sarà una soluzioni con altri pacchetti in competizione con LINE.

Rivolgendosi alla CITC, l'industria che regola i servizi di telecomunicazione in Arabia Saudita, l'utente Badr Al-Atibi ha scritto su Twitter:

Vi premono soltanto gli interessi delle compagnie delle telecomunicazioni, il cittadino è l'ultima delle vostre preoccupazioni. La maggior parte delle persone comunica con i propri parenti espatriati e i propri bambini grazie a queste applicazioni.

Abeer AlMutairi ha espresso la preoccupazione che ai sauditi verrà lasciata solo un'opzione di messaggistica, gli SMS:

A causa del blocco, credo che alla fine rimarranno solo gli SMS. Il blocco non dovrebbe avvenire senza motivazioni plausibili. Il mondo progredisce e noi stiamo andando indietro.

Incaricata di gestire [13][en, come tutti i link seguenti] le comunicazioni e il settore dell'informazione e della tecnologia, con l'obiettivo di raggiungere “un ambiente altamente competitivo per la fornitura di servizi superiori verso gli utilizzatori finali e la creazione di un ecosistema allettante per gli investitori”, la CITC è responsabile della censura [14] di migliaia di siti web, e dell'invio [15] di richieste per la rimozione dei contenuti sulle piattaforme social.

L'Arabia Saudita non è l'unico paese nella regione araba a bloccare i servizi VoIP. Negli Emirati Arabi Uniti la fornitura tali servizi rimane [16] prerogativa degli unici due operatori e fornitori di servizi: Etisalat e Du. Il governo degli EAU possiede la maggioranza di azioni con entrambe le compagnie. All'inizio di quest'anno, il Marocco, a lungo elogiato per la liberalizzazione [17] nel settore delle telecomunicazioni, ha bloccato [18] i servizi VoIP sui cellulari e le reti wifi, con il pretesto che l'Articolo 2 della legge per le telecomunicazioni (legge n°24-96) autorizza solo gli operatori con la licenza a fornire servizi di chiamate.