L'ultima lettera di un fotografo siriano indirizzata al mondo intero

Photo of Shamel Al-Ahmed widely shared on social media following his death. Source: 'Humans of Aleppo' Facebook Page.

Foto di Shamel Al-Ahmed ampiamente condivisa sui social media in seguito alla sua morte. Fonte: pagina Facebook ‘Humans of Aleppo’.

“Non è possibile rischiare la vita dei miei due figli in un momento così fatale, loro sono tutto quello che ho in questo mondo,” è così che Shamel Al Ahmad viene citato [en, come i link seguenti, salvo diversa indicazione] dalla pagina Humans of Aleppo.

Shamel era un fotografo siriano molto conosciuto, un giornalista e attivista che ha deciso di rimanere ad Aleppo e usare il suo talento per combattere sia contro il regime di Assad che contro l'ISIS.

Quella che segue è l'ultima lettera di Shamel al mondo. È stata condivisa sulla pagina di ‘Humans of Aleppo’ e anche da numerosi account sui social media. Shamel è morto il 2 settembre 2016 assieme a sua moglie. È stato ucciso durante un bombardamento, uno dei tanti eseguiti su Aleppo dal regime di Assad e dal governo russo.

La coppia lascia una bimba di due settimane, Tala, assieme ai suoi due fratellini di due e cinque anni. Non è ancora chiaro se Shamel fosse a conoscenza della nascita di Tala prima di morire.

Mi chiamo Shamel Al-Ahmad. Ho 35 anni, sono sposato e ho due figli.
La mia vita è cambiata quando ho visto un video delle forze di sicurezza del regime siriano che umiliavano la mia gente e calpestavano le loro teste a Bayda, Banias.
Nel luglio 2012, i combattenti per la libertà sono entrati nella mia città, Aleppo. L'idea di essere arrestato e detenuto dall'esercito del regime ha iniziato a ossessionarmi. Poi il regime ha smesso di controllarci e non dovevo più nascondere la mia identità.
Il rischio di diventare un detenuto non c'era più, ma la mia città era diventata per il regime un campo aperto per colpire tutti gli oppositori. Artiglieria, jet da combattimento, barili bomba e anche missili scud. Abbiamo avuto a che fare con tutte queste armi letali che ho documentato con il mio obiettivo. Ho pensato che queste foto potessero raccontare cosa stesse succedendo e spingere la comunità internazionale ad agire almeno per aiutare i civili, ma solo ora ho capito che è una causa persa.

One of the last photos uploaded of Shamel on his Facebook account. Dated August 6, 2016. Source. Facebook.

Una delle ultime foto caricate da Shamel sul suo account Facebook. Datata 6 agosto 2016. Fonte. Facebook.

L'ISIS ha conquistato alcune parti del mio paese. Sapevo fin dall'inizio che la nostra battaglia per la libertà non avrebbe avuto fine e che il nostro unico problema non era Assad.
Mi sono unito al gruppo dei “life makers”, che lavorano allo sviluppo sociale e ci facenno abituare alla nuova realtà, la realtà della guerra.
A volte sono depresso e deluso, e altre volte perdo la speranza. Trascorro del tempo con i miei amici e fratelli rivoluzionari che sono la mia speranza e la fonte della mia forza per combattere la depressione.
Mesi fa, mi hanno proposto di partecipare a un viaggio in barca verso l'Europa. Ne abbiamo parlato molte volte e stavo per accettare, ma alla fine ho detto di no…
La Siria è il mio paese e la mia causa. Tuttavia, non posso rischiare la vita dei miei bambini arrivati in un momento così fatale, loro sono tutto quello che ho a questo mondo.
Un mio amico ha raggiunto la Germania alla fine del 2015. Sembrava felice. Ci sentiamo via Skype ogni settimana e continua a ripetermi di seguire i suoi passi. Ma io continuo a rifiutare.

One of the last photos of Shamel showing him celebrating the breaking of the siege of Aleppo with friends. Dated August 6, 2016. Source: Facebook.

Una delle ultime foto di Shamel che lo ritraggono mentre festeggia la tregua ad Aleppo con i suoi amici. Datata 6 agosto 2016. Fonte: Facebook.

Malgrado tutte le motivazioni che aumentano di giorno in giorno e mi spingono a partire, sono il tipo di persona che non potrebbe sopravvivere lontano dalle proprie strade. Aleppo è parte di me, non posso abbandonarla. Sono triste per gli amici che ho perso e sto perdendo, soprattutto per quelli che sono i più vicini e sono fratelli rivoluzionari. Molti di loro hanno perso la speranza e non riescono più ad andare avanti. Non me la sento di incolparli, ma mi dispiace non averli più attorno a me.
Non sono contro chi decide di partire e chiedere asilo perché molti sono costretti a farlo. Sono solo contro l'idea di essere lì a godersi la vita senza un lavoro o un obiettivo, o senza lo scopo di servire la propria patria. Non voglio che loro siano un peso per le comunità che li ospitano.
Infine, non è più facile restare in Siria, dato che nessuno sa come andrà a finire la propria storia difficile, ma c'è ancora la speranza di continuare a combattere.

Shamel's funeral. Dated September 3, 2016. Shared by Mousa Al Omar on Twitter.

Il funerale di Shamel. Datato 3 settembre 2016. Condiviso da Mousa Al Omar su Twitter.

Quel giorno, ad Aleppo, centinaia di persone hanno partecipato alla marcia in commemorazione di Shamel.

Questa è Tala, la figlia di Shamel.

Il giornalista siriano Mousa Al Omar ha condiviso con gli oltre 35.000 seguaci anche la foto degli altri due figli di Shamel [ar].

Per il giornalista martire ed eroe Shamel Al Ahmad, la cui moglie è morta quattro giorni prima di lui e per tutti coloro che sono stati martiri del terrorismo russo, lasciando orfani i propri figli.

Molti hanno ricordato Shamel in rete, ognuno a modo proprio. La foto seguente ha ricevuto molte condivisioni e mostra Shamel davanti alla bandiera della rivoluzione.

Widely shared tribute to Shamel Al-Ahmad. Source. The text reads:

Il tributo a Shamel Al-Ahmad. Fonte. Il testo dice [ar]:

  شامل الأحمد: باسم الثغر والمحيا وحكاية ثورة بحالها

Shamel Al-Ahmad: La storia di un cuore grande, una persona grandiosa… e un'intera rivoluzione.

Il canale britannico ‘Channel 4′ ha inserito l'ultima lettera di Shamel in questo video per realizzare un commuovente tributo:

Il blogger italiano ‘NewsBandite’ ha scritto un tributo toccante in un articolo intitolato ‘Shamel Al-Ahmed, un eroe ad Aleppo‘ [it] il 4 settembre 2016.

L'articolo comincia così:

È successo poco più di due settimane fa. Siamo in una delle zone di Aleppo martoriate dall'alleanza terroristica Assad-Putin. Shamel è in casa con la moglie. Una bomba, una delle solite e tante sganciate senza badare a spese, e l’abitazione prende fuoco. Feriti, i due vengono accompagnati in uno degli ospedali che il regime non ha ancora distrutto. Lei entra in coma. Pochi giorni dopo dà alla luce il bambino che portava in grembo e muore. Stremato e ignaro della morte dell'amata, Shamel ci abbandona venerdì scorso. La coppia lascia tre figli orfani in un mondo in rovina, sotto le rovine. Il ricordo del sorriso di quel ragazzo alto e robusto che tante volte aveva dato speranza e fiducia agli amici e alla gente del posto gli sopravvive…

1 commento

  • […] Shamel Al Ahmad era invece un fotografo siriano, il 2 settembre è morto ad Aleppo, la sua città. «A volte sono depresso e deluso, e altre volte perdo la speranza. Trascorro del tempo con i miei amici e fratelli rivoluzionari che sono la mia speranza e la fonte della mia forza. Mesi fa mi hanno proposto di partecipare a un viaggio in barca verso l’Europa. Ne abbiamo parlato molte volte e stavo per accettare, ma alla fine ho detto di no. La Siria è il mio Paese e la mia causa», aveva scritto in una lettera pubblicata ora da ‘Human of Aleppo‘. […]

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