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Siria: in uscita un libro sul giornalismo partecipativo nella città deserta di Daraya

Categorie: Europa occidentale, Medio Oriente & Nord Africa, Siria, Spagna, Citizen Media, Guerra & conflitti
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La notizia della caduta di Daraya in mano al regime di Assad [2] [en, come tutti i link di seguenti, salvo diversa indicazione], avvenuta il 25 agosto 2016, è stato un duro colpo per molti siriani e sostenitori della rivoluzione. Prima che la rivolta iniziasse nel 2011 e prima che venisse messa sotto assedio dal regime di Assad, Daraya aveva più di 200,000 abitanti, ma dal 25 agosto quel numero è precipitato vicino allo zero.

La ragione per cui Daraya è stata un così forte simbolo è la sua eredità come centro dell’ attivismo non violento [2] contro il regime di Assad. É per questo che quando i residenti di Daraya sono arrivati a Idlib, città in mano ai ribelli, sono stati accolti come eroi. [3] Una persona ha detto più volte a Mohammad Abou Faris, rifugiato di Daraya, “Siete di Daraya, signore. Avete tutto. Siete i nostri maestri”.

La periferia di Damasco ha prodotto molti attivisti noti, come Yahya Sherbaji [4] e il sarto di 26enne Ghiyath Matar [5], soprannominato il “Piccolo Gandhi,” che hanno affermato:

Abbiamo scelto la non violenza non per codardia o debolezza, ma per una convinzione morale; non vogliamo raggiungere la vittoria con la distruzione del nostro paese.

Sia Sherbaji che Matar sono stati arrestati dal regime di Assad il 6 settembre 2011. Il destino di Sherbaji è sconosciuto fino ad ora, mentre quello di Matar è stato rivelato tre giorni dopo il suo arresto. Il suo corpo è stato ridato alla famiglia dal regime, con evidenti segni di tortura [5].

La sorte degli attivisti di Daraya, la loro sofferenza sotto l'assedio, la caduta della città, sono diventati simbolo degli orrori e della disperazione della guerra. Secondo un gruppo di giornalisti, comunque, non deve essere per forza così.

Enab Baladi's issue Number 236, soon after Daraya fell. The title reads "Daraya Rests". Source: Enab Baladi.

Enab Baladi edizione numero 236, dopo la caduta di Daraya. Il titolo dice “Daraya si riposa.” Fonte: Enab Baladi. [6]

Enab Baladi: Cronistoria della Rivoluzione

Il gruppo si chiama Enab Baladi [7], cioè “Uva del mio paese” in arabo [8][ar], ed è attivo da marzo 2011 come settimanale. L'unica interruzione dell'attività per due settimane c'è stata fine agosto 2012, quando è avvenuto il massacro di Daraya [2]con più di 400 omicidi per mano delle truppe di Assad, che hanno anche distrutto l'ufficio di Enab Baladi [9].

Enab Baladi è uno dei più noti giornali siriani liberi [10]che sono stati lanciati nei primi mesi della rivoluzione, pubblicando principalmente in arabo [11] ma anche in inglese [12]. Per questo è una risorsa preziosa per aiutare il mondo esterno a capire gli sviluppi della situazione in Siria dal 2011.

E qui entra in scena Sergio Perez. Negli ultimi nove anni è stato a capo di Bósforo Libros [13] [es], una piccola casa editrice spagnola focalizzata sulla causa palestinese. Perez ora sta iniziando una raccolta fondi, tramite indiegogo [14] e namlebee [15], per raccogliere alcuni articoli di Enab Baladi (e la storia del gruppo) in un libro.

Come spiega su indiegogo [15]:

Le voci siriane sono state massicciamente messe a tacere sulla loro rivoluzione.

In Siria sono stati zittiti con la brutalità di un regime atroce che ha utilizzato tutti i mezzi del catalogo delle aberrazioni umane per estirpare queste voci.

Fuori dalla Siria c'è stato il silenzio a causa dell'enorme indifferenza della comunità internazionale, e anche grazie a tutti quegli “esperti” occidentali che spiegano la Siria dai loro uffici e i loro computer e che non hanno mai permesso alle voci siriane di mettersi alla prova, che Dio ce ne scampi, per sfidare il risultato immacolato delle loro dispute analitiche.

Lo scopo di questa campagna di raccolta fondi è quello di ascoltare i siriani. E vogliamo che anche altri ascoltino i siriani. Per questa ragione vogliamo creare un libro che racconti la rivoluzione siriana attraverso le storie dei cittadini pubblicate su Enab Baladi.

Il libro in sè verrà “diretto” dagli editori di Enab Baladi che sceglieranno “gli articoli più significativi pubblicati dai giornalisti volontari di Enab Baladi. Il libro sarà completamente gratuito e disponibile online – “può essere letto, scaricato, caricato e distribuito completamente gratis”. Ci saranno anche copie cartacee per chi lo volesse. Per quanto riguarda le modalità di utilizzo dei fondi della campagna, il sito [15] spiega che i costi verranno suddivisi in tre aree principali

- 1/3 dei fondi andrà direttamente a Enab Biladi. É estremamente importante che continuino a pubblicare, e noi vogliamo contribuire.

- 1/3 verrà utilizzato per pagare le traduzioni. Vogliamo pubblicare il libro in inglese e in spagnolo, le due lingue più parlate al mondo dopo il cinese. Se non riusciremo ad avere abbastanza denaro, l'edizione inglese avrà la priorità.

- 1/3 contribuirà a costruire fisicamente il libro (design, layout e stampa) e a promuoverlo il più possibile, mandando copie cartacee ai collaboratori. La promozione è essenziale per raggiungere un vasto numero di lettori. Vogliamo organizzare degli incontri di presentazione per i redattori di Enab Baladi, per fargli condividere i loro racconti e le loro esperienze dirette.

Enab Baladi ha lanciato il seguente video per spiegare il progetto del libro: