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Il 2016 è stato l'anno dei cittadini eroi ed eroine in America Latina

Categorie: Arte & Cultura, Citizen Media, Cyber-attivismo, Diritti gay (LGBT), Diritti umani, Donne & Genere, Giovani, Idee, Istruzione, Musica, Politica, Storia, Sviluppo
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“Non sono uno scherzo” è una campagna artistica in difesa dei diritti LGBTQ. L'immagine è stata usata con autorizzazione.

L'America Latina è da sempre teatro di innumerevoli storie di resistenza ed eroismo. Alcune di queste avvengono in comunità di minoranze che lottano per la parità dei diritti, altre provengono da luoghi devastati da catastrofi naturali, in altri casi i gruppi espandono i propri orizzonti attraverso la musica, il dialogo e altro ancora.

Ovunque si respiri la resistenza in America Latina, si trovano persone che si adoperano per cambiare le percezioni distorte e per rifiutare le definizioni diffuse dalla paura, dall'isolamento e dal tipo dai titoli riduttivi delle prime pagine di cronaca che si trovano troppo spesso nei mass media.

Nell'ultimo anno la società latinoamericana ha scoperto molti eroi, come le donne, che sono riuscite a resistere alla dittatura civile-militare [1] [en, come i link seguenti] dell'Uruguay.

Fernanda Canofre di Global Voices ha parlato con il regista [2] che sta girando un film in onore di queste donne e dei modi in cui la loro storia continua a essere viva oggi:

About a group of about 30 former political prisoners who accused a large group of military officers of sexually abusing them systematically. The case is still resting in some court’s drawer. This group of women, who were hardly over 20 years-old, besides being tortured through traditional methods [they] were also raped by their executioners. After 30 years of silence, they decided to talk about it. Breaking the powerful taboo that precludes certain subjects and breaking this sickening silence that, somehow, blames them for being victims.

Nel film si parla di un gruppo di circa 30 ex prigioniere politiche che ha accusato un folto gruppo di ufficiali militari di avere, in modo sistematico, abusato sessualmente di loro. Però il caso è ancora riposto nel cassetto di qualche tribunale. Queste donne, che all'epoca dei fatti avevano poco più di 20 anni, oltre ad essere state torturate con metodi tradizionali [sono state] anche violentate dai loro carnefici. Dopo 30 anni di silenzi, hanno deciso di parlarne. Scardinando così il potente tabù che impedisce di affrontare certi argomenti e rompendo questo silenzio disgustoso che, in qualche modo, le accusa di essere delle vittime.

Actress Justina Bustos, who plays the young version of leading character Liliana | Photo:

“Migas de Pan” (“Briciole di Pane”) racconta la storia di Liliana, una donna uruguaiana che è stata arrestata e torturata dai militari e deve fare i conti i suoi ricordi 30 anni dopo. Nel film, dopo essere ritornata a casa, Liliana diventa il centro di un dibattito nazionale sulla memoria e sulla giustizia. “L'attrice Justina Bustos, che interpreta la protagonista Liliana da giovane. Foto: archivio personale di Manane Rodríguez e usata con autorizzazione.

Un grande lavoro è stato fatto da altre due eroine, due educatrici argentine [3] che si sono messe alla ricerca di alternative al sistema scolastico pubblico ormai logorato del loro paese. Hanno viaggiato, condiviso diverse esperienze e riunito tutto in un film. Come ha scritto Romina Navarro, è possibile assistere al loro viaggio anche online:

The project is based on a journey, in the literal sense of the term. With help from family members, friends, and other collaborators, they prepared their truck and left Buenos Aires on August 11, 2015, heading out on an extensive journey throughout Latin America, in order to get an up-close look at the educational projects of these social movements inside the diverse communities of the region. Their goal is to study them, learn from them, and ultimately reveal them in a documentary that they will edit after returning. The film will be available for free distribution.

Il progetto si basa su un viaggio, nel vero senso della parola. Con l'aiuto di familiari, amici e altri collaboratori, hanno preparato il loro furgone e hanno lasciato Buenos Aires l'11 agosto 2015, intraprendendo un lungo viaggio attraversando l'America Latina, con l'intento di osservare da vicino i progetti educativi di questi movimenti sociali all'interno delle diverse comunità della regione. Il loro obiettivo è studiarli, imparare da loro e infine rivelarli in un documentario che monteranno una volta ritornate. Il film sarà disponibile per la distribuzione gratuita.

Le persone mettono da parte le loro differenze per affrontare insieme le catastrofi naturali

Il 2016 sarà anche ricordato dagli ecuadoriani come l'anno in cui l'Ecuador è stato colpito da un terremoto nefasto che ha devastato la maggior parte delle sue coste. Il paese, sotto shock, ha visto molte zone ridotte in macerie. Ma, come ha scritto Daniela Gallardo [4], ciò ha anche facilitato la riconciliazione tra fazioni in un paese profondamente diviso, mobilitando potenti capacità organizzative per aiutare le vittime bisognose:

This event has made people forget about their political and social differences. Personal approval or rejection of the national government's policies were put aside in order to help the most affected provinces: Esmeraldas, Manabí, Santa Elena, Guayas, Los Ríos and Santo Domingo de los Tsáchilas, all belonging to the coastal region. Hundreds of buildings were reduced to rubble in just minutes. Roads were damaged. The touristic center of Ecuador was devastated.

Questo evento ha fatto dimenticare alle persone le loro differenze politiche e sociali. L'approvazione personale o il rifiuto verso le politiche del governo nazionale sono stati messi da parte per aiutare le province più colpite: Esmeraldas, Manabí, Santa Elena, Guayas, Los Ríos e Santo Domingo de los Tsáchilas, tutte appartenenti alla regione costiera. Centinaia di edifici sono stati ridotti in macerie in pochi minuti. Le strade hanno subito ingenti danni. Il centro turistico dell'Ecuador è stato devastato.

"¿Cómo puedes ayudar si no puedes poner manos a la obra? Enviar donaciones al consulado más cercano o depositar dinero en la Cruz Roja te sabe a poco. Quieres estar ahí, y ayudar a alguien. Conversar con alguna persona en busca de desahogarse del susto que se ha llevado. Llevar a los niños a jugar al parque, para que se olviden un momento de la tristeza y sus padres puedan poner en orden la cabeza." Donaciones tras terremoto en Ecuador. Captura de pantalla tomada del video hecho en Cruz del Papa el 16 de abril. [5]

“I social media sono stati un grande supporto non solo per gli ecuadoriani all'estero, ma anche per quelli che si sono ritrovati a lavorare sul posto […] Per raccogliere cibo, vestiti e medicine, i volontari si sono coordinati utilizzando l'hashtag #SeNecesitaEC (#NeededEc). Foto: Uno screenshot del video girato a Quito, capitale dell'Ecuador, dove le persone si organizzano per inviare acqua e cibo alle persone colpite dal terremoto.

Comunità potenti che crescono nonostante le numerose sfide

Anche i giovani musicisti del Messico e del Paraguay hanno dovuto affrontare la loro parte di difficoltà. Mary Aviles ha seguito le storie [6] di due orchestre, descrivendo come la povertà ha condotto alla musica e alla crescita:

The world generates about a billion tons of garbage a year. Those who live with it and from it are the poor – like the people of Cateura, Paraguay. And here they are transforming it into beauty.

Il mondo genera circa un miliardo di tonnellate di spazzatura all'anno. A vivere con la spazzatura è la gente povera, come la gente di Cateura in Paraguay. Qui sono riusciti a trasformare persino la spazzatura in qualcosa di bello.

 

Sia Global Voices che la stampa di tutto il mondo, si sono sempre occupati delle notizie dalla Colombia, soprattutto per via del complesso e travagliato processo di pace del paese. Le lotte della Colombia hanno anche permesso di raccontare storie su come le campagne di resistenza si servono dell'arte per preservare i ricordi collettivi e la la divulgazione dell'hip-hop ne è un esempio. 

Come si può leggere nell'articolo scritto da Dylan Tsenak [7]:

“Seeds of the Future” unites approximately 60 youths from Comuna 13 who together practice “AgroArte”. In other words, they link agro (or sowing) with art (hip hop). In this way, they teach young women and men to sow seeds, to work the land, and cultivate gardens. At the same time, the participants write and sing their own musical hip-hop creations, and they use their lyrics to document events and feelings in their own lives. By planting seeds, moreover, they take ownership of physical spaces that have been marked by violence. The spaces then are transformed into “scenes of life” that symbolically capture the theme of resistance against violence.

“Semillas del Futuro” (Semi del futuro) riunisce circa 60 giovani di Comuna 13 che insieme praticano “AgroArte”. In altre parole, collegano l'agro (o la semina) con l'arte (hip hop). In questo modo insegnano a giovani donne e uomini a seminare, a lavorare la terra e a coltivare giardini. Allo stesso tempo, i partecipanti scrivono e cantano le proprie creazioni musicali hip-hop e usano i loro testi per documentare eventi e sentimenti nelle loro vite. Piantando semi, inoltre, si appropriano di quegli spazi fisici segnati dalla violenza. Gli spazi si trasformano poi in “scene di vita” che catturano simbolicamente il tema della resistenza alla violenza.

Nel video sottostante potete vedere e ascoltare una canzone fatta dai ragazzini appartenenti a “Semillas del Futuro” (Semi del Futuro):

Colpire le convenzioni nei loro punti deboli:

Yessika Gonzalez [8] ha avvicinato i lettori alle tradizioni argentine tuttora praticate, per mettere in discussione il modo in cui vengono viste dalla società mondi come quello della danza, quello della giustizia e quello dell'amore.

Although at its inception only men danced the tango [9], in the traditional milongas of today, same-sex partners have been victims of discrimination [10] and even expulsion from the dance floor. In fact, the birth of many “queer” milongas came as a response to these attacks […] For many, the tango is a macho dance that relegates women to a passive role. Nevertheless, in recent years with the emergence of this new style of tango, the role of women has become more participatory. In fact, many women enjoy exercising the role of leading the dance. In the Queer Tango, women can lead or be led when dancing with a man or another woman.

Sebbene in origine solo gli uomini ballassero il tango [9], nelle milongas tradizionali di oggi, i partner dello stesso sesso sono da sempre vittime di discriminazioni [10] e persino di espulsione dalla pista da ballo. Di conseguenza la nascita di molte milongas “queer” è arrivata come risposta a questi attacchi […] Per molti, il tango è una danza maschilista che relega le donne a un ruolo passivo. Tuttavia, negli ultimi anni, con l'emergere di questo nuovo stile di tango, il ruolo delle donne è diventato più partecipativo. In effetti, a molte donne piace guidare il proprio partner mentre si balla. Nel Tango Queer, le donne possono guidare o essere guidate sia quando ballano con un uomo che quando ballano con un'altra donna.

La storia di Daniel Arzola [11] ha a che fare anche con le discriminazioni LGBTQ, come anche la sua opera celebrata a livello internazionale [12]:

The focus […] remains the defense of the dignity of people who step outside of the generic norm, who refuse to be objectified, or to be part of dehumanizing stereotypes. It is followed by those who, despite not being a part of the cause, defend it, and those who refuse to be silenced by government or private oppression.

L'attenzione […] rimane salda sulla difesa della dignità delle persone che sfuggono a quella che viene considerata genericamente la norma, che rifiutano di essere oggettivate o di far parte di stereotipi disumanizzanti. Vi sono inoltre coloro che, pur non essendo interessati direttamente della causa, la difendono e coloro che si rifiutano di essere messi a tacere dal governo o dall'oppressione privata.

Tutte queste storie, così come le innumerevoli storie ancora da raccontare, ruotano attorno a sfide popolari verso realtà violente. Sono raccontate attraverso gli occhi di attivisti e artisti, poiché queste sono storie di eroi, non di vittime.