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Addio a Buchi Emecheta, la celebre scrittrice nigeriana che ha scardinato le barriere di genere

Categorie: Africa sub-sahariana, Nigeria, Arte & Cultura, Citizen Media, Donne & Genere, Letteratura
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Alcune delle copertine dei libri di Buchi Emecheta stampati dall'editore George Braziller Inc. e i libri educativi dell'Heinemann.

Florence Onyebuchi (Buchi) Emecheta [2], pioniera di una letteratura tutta al femminile, si è spenta il 25 gennaio del 2016 a Londra, nel Regno Unito. È nata 72 anni fa a Lagos, in Nigeria.

Emecheta è stata un'autrice rivoluzionaria perché è stata una delle prime scrittrici a essersi impegnata nella letteratura dell'Africa post-coloniale. Al momento della pubblicazione del suo primo romanzo, In the Ditch (1972), il panorama letterario in Nigeria e nel resto dell'Africa era dominato unicamente da autori di sesso maschile. Ha anche sofferto un matrimonio infelice. Suo marito non la supportava minimamente nella sua attività di scrittrice, e le bruciò il suo primo manoscritto. Emecheta lo lasciò nel 1966 e continuò a [3] lavorare e a scrivere, e nel frattempo ha continuato a crescere i suoi figli. Ha studiato sociologia all'Università di Londra e si è laureata nel 1972.

Perché Buchi Emecheta non verrà mai dimenticata  ❤❤

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Front cover art for “The Joys of Motherhood” written by Buchi Emecheta

Emecheta è stata nominata Ufficiale dell'Impero Britannico (OBE) nel 2005 in riconoscimento per il suo lavoro. Secondo Benecia L. Williams della Emory University, i 20 romanzi di Emecheta trattano [7]:

primarily with the portrayal of the African woman. The main characters of her novels show what it means to be a woman and a mother in Nigerian society. Emecheta looks at how sexuality and the ability to bear children can sometimes be the terms only used to define femininity and womanhood. She is interested in how gender intersects and engages with education, poverty and enslavement.

principalmente della rappresentazione della donna africana. I personaggi principali dei suoi romanzi mostrano cosa significhi essere donna e madre nella società nigeriana. Emecheta mostra come “la sessualità” e “la capacità di procreare” a volte possono essere gli unici termini usati per definire la femminilità e l'essere donna. Emecheta indaga le questioni di genere, nel loro intersecarsi con l'educazione, la povertà e la schiavitù.

Dopo la notizia della morte della scrittrice, sono arrivati omaggi da tutto il mondo. Bernardine Evaristo, in un tributo pubblicato sul Guardian [8], l'ha descritta come una di quelle autrici che “hanno attinto alla propria esperienza di vita per scrivere un tipo rivoluzionario di narrativa “:

…[the] so-called ‘Renaissance generation,’ those Africans who came of age at the same time as their countries. She and other writers all over the continent had both the challenge and the joy that comes with being first, of writing Africa [9] and Africans into literary existence. They embraced the task.

… [la] cosiddetta “generazione del Rinascimento”, ovvero la generazione di quegli africani che sono diventati maggiorenni nello stesso periodo dei loro paesi. Lei e altri scrittori in tutto il continente hanno provato sulla loro pelle cosa voglia dire la parola “sfida” e cosa vuol dire veramente la gioia, sì, la sfida e la gioia dell'essere stati i primi a scrivere dell’Africa [9] e degli africani nel panorama letterario mondiale. Hanno ben accettato la sfida.

Dr Nnedi Okorafor, [10] un autore nigeriano-americano pluripremiato ha detto alla BBC [11] che Emecheta “è stata la ragione per cui ha iniziato a scrivere.”

E il celebre autore nigeriano Chimamanda Ngozi Adichie [12] ha scritto  [13]questo epitaffio per Emecheta:

Buchi Emecheta.
We are able to speak because you first spoke.
Thank you for your courage.
Thank you for your art.
Nodu na ndokwa [Igbo expression meaning: rest in peace]
~CNA

Buchi Emecheta

Siamo in grado di parlare perché hai parlato tu per prima.

Grazie per il tuo coraggio.

Grazie per la tua arte.

Nodu na ndokwa [Una espressione in igbo che vuol dire: riposa in pace]
~CNA

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La foto del profilo di Buchi Emecheta su Goodreads.

Su Facebook, Ezeada Ezenwa non poteva credere che Emecheta fosse morta [14]. “Non è possibile che sia morta! Non l'ho ancora incontrata e non le ho ancora detto tutto quello che lei significa per me!”

How can she depart when I haven't told her how reading The Slave Girl at eight made me want to build worlds with stories, just like Buchi and fall in love with Ibuzo, just as she told me to. How can she join her ancestors when I haven't berated her for letting Akunna die, for the tears I shed for her, my heart breaking even though my head said she's just a product of ink and paper. Or how I struggled with a rage I couldn't have understood when Francis burnt Ada's manuscript, I was only eleven and had never written a book but I knew it had to be one of the most fucked up things a man can do. And when a certain brilliant, handsome man ‘jokingly” told me he'd break my laptop if I let my writing get in the way of giving him attention, I grabbed my bag and hailed a cab. His number is still blocked and he's given up trying to reach me
Buchi, I haven't told you how you and your stories have shaped the woman I have become and this writing that is more frustrated perspiration than flights of inspiration.
Perhaps you think I am selfish, thinking only of myself and the loss of a dream I have had since I was eight, but Buchi I do not care. Tomorrow I will wish you a safe voyage to the place where having a vagina does not make you a second class citizen, but tonight, I will revel in rage.
Rest in Peace Buchi Emecheta.

Come può andarsene se non le ho detto che leggere The Slave Girl (La schiava) a otto anni mi ha fatto venire voglia di costruire mondi con storie, proprio come Buchi, e mi ha fatto innamorare di Ibuzo, proprio come mi ha detto lei. Come può raggiungere i suoi antenati, se non l'ho ancora rimproverata per aver lasciato morire Akunna, per le lacrime che ho versato per lei, per il mio cuore spezzato… anche se so nella mia testa che si tratta solo di un prodotto fatto di inchiostro e carta. Per non parlare di quando lessi che Francis aveva bruciato il manoscritto di Ada… Ah… Non riesco neanche a spiegare quanta rabbia provai! Avevo solo undici anni e non avevo mai scritto un libro.. ma sapevo che doveva essere una delle cose più schifose che un uomo potesse fare a una donna. E quando un uomo brillante e bello “scherzosamente” mi ha detto che avrebbe rotto il mio laptop se avessi lasciato che la mia scrittura ostacolasse l'attenzione nei suoi riguardi, ho preso la mia borsa e ho chiamato un taxi. Il suo numero è ancora bloccato e ha smesso di cercarmi. Buchi, non ti ho raccontato come tu e le tue storie avete plasmato la donna che sono diventata e questa scrittura che è più sudore frustrato che voli d'ispirazione.
Forse pensi che io sia egoista, pensando solo a me stessa e alla perdita di un sogno che ho da quando avevo otto anni, ma Buchi, non mi interessa. Domani ti augurerò di fare buon viaggio in un luogo dove avere una vagina non fa di te una cittadina di seconda classe… Stasera festeggerò per la rabbia.
Riposa in pace Buchi Emecheta.

L’Oxford Tutorial College ha scritto un tweet in memoriam:

È triste salutare la leggendaria scrittrice nigeriana Buchi Emecheta. Il tuo contributo alla letteratura africana non può essere sottovalutato. Addio.

Charles Onyango-Obbo, l'editore di Africapedia [16], ammirava profondamente Emecheta, la quale non ha permesso alle sue sofferenze personali di scoraggiarla:

RIP Buchi Emecheta: Promessa a 11 anni; il maritino le bruciò il suo primo manoscritto; ha 5 bambini in 6 anni, ma pensate un po’, riesce a scrivere 20 libri!

Nigeria Book Hub ha descritto Joy of Motherhood (Le Gioie dell'essere madre) di Emecheta come un capolavoro:

The Joys of Motherhood era un capolavoro. Riposa in pace Buchi Emecheta.

E David Adeleke ha riassunto la magnifica eredità [22] di Emecheta's così:

Perhaps Emecheta’s grandest legacy was making us realise that feminism isn’t alien to Africa. She clearly defined African feminism as one that is different from that of the West. “African feminism is free of the shackles of Western romantic illusions and tends to be much more pragmatic,” she once said. “Working and achieving to great heights is nothing new to the woman of Africa… An African woman has always been a woman who achieves.” This definition of feminism recurs in her books; it is evident in the lives of Nnu Ego and Adah Ofili. Through Emecheta’s works, we are challenged to think about gender inequality from within (and by ourselves as Africans) and not swallow the West’s idea of it, for every society is different in its own way.

Forse la più grande eredità di Emecheta è stata quella di farci capire che il femminismo non è estraneo all'Africa. Ha chiaramente definito il femminismo africano come un tipo di femminismo diverso da quello occidentale. “Il femminismo africano è libero dalle catene delle illusioni romantiche occidentali e tende ad essere molto più pragmatico”, ha detto una volta Emecheta. “Lavorare e raggiungere grandi traguardi non è una novità per la donna africana… Una donna africana è sempre stata una donna che realizza”. Questa definizione di femminismo è ricorrente nei suoi libri; è evidente nelle vite di Nnu Ego e Adah Ofili. Attraverso le opere di Emecheta, veniamo messi alla prova a pensare alla disuguaglianza di genere dall'interno (e da noi stessi come africani) e non dare per oro colato l'idea che ci propina l'Occidente in merito, perché ogni società è diversa da un'altra.