Il primo show radiofonico degli USA in lingua Kichwa creato da giovani ecuadoriani

Charlie Uruchima in Radio El Tambo Stereo in Bronx, Photo by Itzel Alejandra Martinez for Remezcla. Used with permission.

Charlie Uruchima alla Radio El Tambo Stereo nel Bronx, foto di Itzel Alejandra Martinez per Remezcla. Usata previa autorizzazione.

L'articolo seguente è un breve estratto della versione più lunga scritta dall'autore per Remezcla, disponibile qui [en].

A pochi passi dai negozietti del south Bronx, dai venditori ambulanti e dallo Yankee Stadium, qui sorge un ordinario condominio marroncino. Non si direbbe dall'esterno, ma nel seminterrato si trovano uno studio radiofonico e un rifugio per i Kichwa, originari dell'Ecuador che vivono a New York e che, secondo le stime, raggiungono le 10,000 persone. Invece che lo spagnolo, l'inglese e addirittura lo “Spanglish” parlati in superficie, l'antica lingua Kichwa riempie lo studio in forma di testi, poesie e dibattiti.

Fondato nel 2014, Kichwa Hatari è il primo programma radiofonico del paese trasmesso in Kichwa, lingua dei nativi Kichwa ecuadoriani e variante regionale del Quechua. A partire dagli anni '90, numerose comunità indigene si sono trasferite negli Stati Uniti, in particolare a New York e in altri centri urbani, per sfuggire alla recessione economica che nel loro paese stava colpendo più duramente proprio la popolazione autoctona. Benchè siano piuttosto numerosi, i Kichwa sono spesso invisibili tra la popolazione ecuadoriana e quella latina più in generale.

Kichwa Hatari, che può essere tradotto con “Kichwa in crescita”, intende ridare visibilità e una voce agli indigeni ecuadoriani attraverso un mezzo di informazione online, creato per e dai Kichwa. Ogni venerdì pomeriggio, i conduttori di Kichwa Hatari (Charlie Uruchima, Segundo Angamarca, Fabian Muenala e Renzo Moyano) si riuniscono nel seminterrato per discutere di musica, cultura, lingua, punti di vista e problemi della comunità locale. Insieme, i quattro formano un microcosmo all'interno della più ampia comunità Kichwa, rappresentando diverse generazioni, estrazioni sociali ed interessi. Il programma dà la “possibilità di esprimersi senza avere paura”:

Il programma motiva le persone. […] Abbiamo visto dei cambiamenti. Molti di noi avevano paura di dire chi siamo, ma ora per le strade, sui treni, nei ristoranti, le persone parlano Kichwa. Non hanno più paura.

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