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LibreRouter: perchè comprare un router quando puoi costruiterlo?

Categorie: Citizen Media, Cyber-attivismo, Governance, Sviluppo, Tecnologia, Advox
Altermundi community network collaborators work on a piece of hardware in Argentina. Photo via Altermundi blog. [1]

I collaboratori della rete comunitaria AlterMundi al lavoro con i colleghi venuti dal Messico. Foto via blog Altermundi.

Per connettersi a internet, la maggior parte della gente in tutto il mondo si affida a compagnie private che, a pagamento, forniscono servizi di rete insieme all'hardware necessario per accedervi. Per la connessione ad internet dipendiamo da società come Asus, Cisco, Eriksson e Huawei, che costruiscono modem e router.

Ma questo non è l'unico mezzo per connettersi alla rete. LibreRouter è un nuovo progetto sviluppato da un gruppo di hacker provenienti da diversi paesi e contesti, che rende più semplice l'accesso online senza doversi appoggiare a una società produttrice di hardware.

Ad agosto 2016, la Internet Engineering Task Force (IETF [2]) [en, come tutti i link seguenti], l'organismo internazionale che sviluppa gli standard tecnici di internet, ha riconosciuto in un documento [3] che ” nell'ultimo decennio, è avvenuta l'implementazione di una serie di reti alternative, con l'intento di offrire alla gente la possibilità di connettersi ad internet o di fornire infrastrutture locali per la comunicazione.” Il documento specifica che questa classificazione implica “architetture e topologie diverse da quelle delle reti tradizionalmente intese, e si basa su modelli economici e di gestione alternativi.”

Ispirato dalle dichiarazioni della IETF, e unito dall'idea comune di costruire strumenti hardware che consentano alle reti comunitarie di crescere e funzionare, il gruppo ha sviluppato LibreRouter. Questo gruppo è composto anche da alcune reti comunitarie — ad esempio, reti sviluppate da coalizioni di comunità locali — come l'argentina AlterMundi [4], Guifi.net [5] in Catalogna, Ninux [6] in Italia e Village Telco [7] in Sud Africa.

Le diverse reti comunitarie giocano ruoli differenti. AlterMundi, ad esempio, è un'associazione civile argentina che promuove la creazione di reti autonome che permettono l'accesso a internet in quelle zone che i provider commerciali non vedono come opportunità economiche per vendere i loro servizi. I ricercatori della rete comunitaria italiana Ninux dicono  [8]che uno dei catalizzatori che ha dato avvio al progetto è stata la preoccupazione costante per la centralizzazione di internet.

Alla scoperta di LibreRouter

Per creare reti è necessaria una certa attrezzatura. I router hanno un ruolo determinante nel modo in cui le reti si connettono l'una all'altra.

L'idea originale di LibreRouter – che era di costruire un router per le reti comunitarie – è nata nel 2013, durante un incontro a Berlino a cui partecipavano Steve Song, Elektra, Pau Escrich, Nico Echaniz, Jesica Giudice e Gui Iribarren, ciascuno impegnato in un diverso progetto di rete comunitaria.

È stato nel 2016 che hanno iniziato a lavorare insieme sul serio, quando le nuove regole [9] stabilite dalla FCC (Commissione Federale per le Comunicazioni) statunitense hanno imposto ai produttori l'obbligo di limitare i router domestici, impedendo di fatto la possibilità di apportare le modifiche necessarie a creare una rete comunitaria.

Nello stesso anno, il progetto ha ottenuto una sovvenzione dal Fondo Regionale per l'Innovazione Digitale in America Latina e Caraibi [10][es] – un'iniziativa di LACNIC [11] – e una dal Fund for Internet Research & Education [12] per sostenere il suo sviluppo.

Gui Iribarren, vice presidente dell'associazione AlterMundi – una delle organizzazioni che gestiscono il progetto – ne parla in un'intervista a Global Voices [es]:

GV: Che differenze ci sono tra il vostro router e quelli che si comprano nei negozi di informatica? Cosa lo rende unico?

GI: La diferencia más fundamental radica en las libertades que ofrece. En primer lugar, evidentemente no implementamos ningún bloqueo sobre el software (como lo hacen el resto de los fabricantes, desde las nuevas regulaciones), de forma que cualquiera puede modificar el firmware de fábrica (LibreMesh, un Software Libre basado en OpenWrt/LEDE), o incluso reemplazarlo completamente por otro (“reflashearlo”) fácilmente.

Por otro lado, es un proyecto de Open-Source Hardware, es decir, publicaremos todos los documentos de diseño de la placa base para que cualquiera pueda entenderla, modificarla y producir su propia versión. No existen muchos routers en el mercado que ofrezcan esta posibilidad, y de hecho la empresa Dragino – que esta a cargo del desarrollo de la placa y tiene años de trayectoria en este rubro – ha liberado los diseños de productos anteriores.

Por último, hay diferencias enormes respecto a las prestaciones del hardware. Los routers que se comercializan (a precios accesibles) hoy en día para realizar enlaces en exterior normalmente incluyen una única radio WiFi. Existen en el mercado routers con 2 radios, pero son de uso hogareño, necesitan modificaciones de software (cada vez más difíciles) y adaptaciones físicas para que soporten la intemperie y tengan mayor alcance.

El LibreRouter está preparado de fábrica para ser instalado en exteriores y trae incluidas 3 radios que son utilizadas inteligentemente por el software LibreMesh para construir “nubes mesh [13]” de alta performance, requieren solamente una correcta orientación de las antenas y pueden establecer dos enlaces simultáneos en la banda de 5ghz, en direcciones independientes.

De alguna manera, condensa en un único dispositivo [14] las funciones que normalmente se obtienen combinando un router hogareño básico de 2.4ghz, y dos routers de exterior de 5ghz; pero a un costo total menor, con una instalación más sencilla, y ampliando posibilidades de desarrollo futuro.

GI: La differenza principale sta nella libertà che offre. Prima di tutto noi, ovviamente, non mettiamo alcun tipo di blocco sul software (come invece fanno gli altri costruttori, a causa della nuova regolamentazione), di modo che sia possibile per chiunque modificare il firmware preimpostato di default (LibreMesh, un software libero basato su OpenWrt/LEDE) o addirittura sostituirlo completamente con un altro (“riflasharlo”) senza problemi.

Inoltre, si tratta di un progetto di Hardware Open-Source, il che significa che pubblicheremo tutti i documenti di progettazione della scheda madre in modo che chiunque possa capirla, modificarla e realizzarne la propria versione. Sul mercato non esistono molti router che offrono questa possibilità, mentre la società Dragino – responsabile dello sviluppo della scheda madre, che lavora in questo campo da anni – ha rilasciato i documenti di progettazione dei suoi precedenti prodotti.

Infine, ci sono differenze enormi nelle prestazioni dell'hardware. I router oggi in commercio (a prezzi accessibili) generalmente sono dotati di un'unica radio WiFi. Esistono sul mercato router con due radio, ma sono pensati per un uso domestico e quindi necessitano di modifiche al software (impresa sempre più difficile) e anche fisiche, perché resistano all'esterno e per aumentarne la portata.

LibreRouter nasce pronto per essere installato all'aria aperta e dotato di tre radio, che vengono intelligentemente utilizzate dal software LibreMesh per creare una ‘Wireless mesh network’ [15] [it] ad alte prestazioni, che richiede solamente un corretto orientamento dell'antenna ed è in grado di stabilire due connessioni contemporanee sulla banda da 5GHz, in due direzioni indipendenti.

In qualche modo, riunisce in un unico dispositivo [14] le funzioni che normalmente si ottengono combinando un router basico per uso domestico da 2,4GHz e due router esterni da 5GHz, ma ad un costo inferiore, con maggior semplicità di installazione e ampliando le possibilità di sviluppo futuro.

GV: Perché una rete comunitaria come AlterMundi ha bisogno di un LibreRouter?

GI: Las redes que fomentamos desde AlterMundi están construidas y mantenidas por gente relativamente no técnica. Con lo cual, desde el principio nos concentramos en que tanto la puesta en marcha como el mantenimiento de los nodos sean lo más simple posible. Sin embargo, con el escalamiento de las redes fuimos encontrando complejidades (como por ejemplo la necesidad de montar dos o más routers en ciertas ubicaciones) que complican el entendimiento por parte de la población en general, y por eso veníamos dándole vueltas a la idea desde 2013. El punto de inflexión ocurrió con las mencionadas restricciones de fábrica, que directamente hacen inviable la posibilidad de que gente no técnica transforme un router hogareño (económicamente accesible) en un nodo comunitario, poniendo en peligro la continuidad de las redes en todo el mundo.

[Nota de Gui Iribarren: AlterMundi no es en si misma una red comunitaria, sino una
asociación civil que fomenta la creación de redes autónomas, como QuintanaLibre, NonoLibre, etc]

GI: Le reti che promuoviamo con AlterMundi sono costruite e gestite da persone con limitate competenze tecnologiche. Per questo, fin dall'inizio, ci siamo concentrati sulla massima semplicità di installazione e manutenzione dei nodi. Tuttavia, con l'ingrandirsi delle reti, abbiamo incontrato qualche complicazione (come la necessità di installare due o più router in certi punti), il che ha reso il funzionamento della rete più difficile da capire per il pubblico non specializzato, ecco perché stiamo lavorando all'idea di LibreRouter dal 2013. La svolta è avvenuta con le menzionate restrizioni imposte ai produttori, che hanno reso materialmente impossibile per chi abbia limitate competenze tecnologiche trasformare un router domestico (economicamente accessibile) in un nodo di rete comunitaria, compromettendo così la continuità delle reti in tutto il mondo.

[Nota di Gui Iribarren: AlterMundi non è una rete comunitaria, ma un'associazione civile che promuove la creazione di reti comunitarie come QuitanaLibre, NonoLibre, ecc.]

Pau Escrich, della rete Guifinet, ha scritto un articolo in spagnolo dal titolo: “LibreRouter, un progetto che ci fa sognare [16]“, nel quale conclude che il progetto è ambizioso ma risponde ad una reale necessità. Con le sue parole: “È una bella sfida per gli hacker delle reti libere che, secondo me, sono vicini a compiere un passo importante verso la libertà e l'autogestione delle tecnologie per la comunicazione.”

Si stima che la prima versione di LibreRouter verrà consegnata alle reti comunitarie promosse da AlterMundi [4] in Argentina e da Village Telco [7] in Sud Africa nei primi mesi del 2017, al solo costo di produzione dell'hardware (circa €90). Il ricavato servirà a finanziare la seconda fase di produzione che renderà possibile per chiunque acquisire un LibreRouter.