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Manifestanti contro la legge giordana: incoraggia il “delitto d'onore”

Categorie: Medio Oriente & Nord Africa, Giordania, Citizen Media, Diritti umani, Donne & Genere, Legge, Protesta
Peaceful protest outside of the Parliament in Amman to repeal Article 340 from the Penal Code. Photo by Nora B.

Protesta pacifica davanti al Parlamento di Amman per l'abrogazione dell'Articolo 340 del codice penale. Foto di Nora B.

Il 1 febbraio 2017, un gruppo di circa 25-30 manifestanti si è raccolto davanti al parlamento giordano nel distretto di Amman Abdali per invocare l'abrogazione dell'Articolo 340 del codice penale giordano, che permette ai colpevoli di “delitto d'onore” di godere di attenuanti. Nora B di Global Voices ha partecipato alla protesta.

I cosiddetti delitti d'onore sono vendette mortali commesse dagli uomini contro donne della propria famiglia per aver “macchiato” l'onore di quest'ultima. Nel 2016 si sono avuti 26 casi di delitto d'onore in Giordania, nove in più del 2015 [1] [en, come i link successivi]. Le ragioni di così tanti omicidi possono essere il sesso prematrimoniale, o motivi arbitrari come il possedere un telefono cellulare [2] di cui la famiglia non conosce l'esistenza.

Gli articoli 340 e 98 del Codice Penale [3] consentono pene ridotte in caso di delitto d'onore, affermando che chiunque scopra la propria moglie o una delle sue familiari in atto di adulterio può godere delle attenuanti se uccide lei e/o il suo partner.

L'Articolo 98 inoltre permette ai colpevoli di delitto d'onore di ricevere sentenze meno severe, come recita il testo: “Chiunque commetta un crimine in uno stato di rabbia che è il risultato di un atto ingiustificabile e pericoloso commesso dalla vittima, gode delle scuse attenuanti.” La condanna può arrivare ad essere di sei mesi o anche meno [4], se la famiglia della vittima decide di ritirare la denuncia, com'è successo nel caso di una donna in stato di gravidanza [5] soffocata fino alla morte nel 2007 da suo fratello, dopo avergli confessato di essere incinta al quinto mese del figlio del suo ex marito, o nel caso del fratello che ha ucciso la sorella divorziata [4] nel 2003 perché era stata assente da casa per una settimana.

In precedenza ci sono stati tentativi di abrogare l'articolo in questione in parlamento, ma nessuno ha avuto successo; è stato invece concesso nel 2001 anche alle donne il diritto di avere una pena mitigata [4]. Questo emendamento però è applicato solo nel caso in cui vengano aggrediti o uccisi i mariti, e non è esteso agli altri membri della famiglia, mentre l'articolo attesta che gli uomini possono giovare delle attenuanti sia che uccidano le mogli o altre donne della famiglia. Per la cronaca, la vittime dei delitti d'onore in Giordania sono sempre e solo donne.

Un manifestante mostrando un cartellone con scritto “La riforma comincia con l'abrogazione dell'Articolo 340!”. Foto di Nora B.

La protesta è stata organizzata dalla diciassettenne Esraa Tayseer Kudair per conto di un gruppo chiamato “I Change”. Esraa è una studentessa delle scuole superiori fervente sostenitrice dell'accrescimento dell'importanza della donna nel Paese, a cominciare dall'abrogazione dell'articolo 340. “Ci sono donne che vengono uccise senza aver fatto nulla di male, e persone che sfruttano questa legge per giustificare gli omicidi” ha dichiarato a Global Voices.

Esraa Kudair, organiser of the peaceful protest calling for the repeal of Article 340.

Esraa Kudair, organizzatrice della protesta pacifica, che invoca l'abrogazione della legge 340. Il suo cartellone dice: “L'Articolo 340 autorizza e incoraggia gli omicidi”. Foto di Nora B.

Alcuni degli slogan sui cartelloni dei manifestanti recitano: “L'Articolo 340 autorizza ed incoraggia gli omicidi”, “Uccidila, sarai protetto”, “Giustificare un crimine è un crimine!”, “Non c'è onore nell'uccidere”, e “La riforma comincia con l'abrogazione dell'Articolo 340!”

Feras Awas, è uno studente universitario iscritto a un master in studi femminili dell'Università di Giordania. Durante la manifestazione ha affrontato i parlamentari alla loro uscita dall'edificio: “Questo articolo rappresenta un'autorizzazione a uccidere, e permette l'uccisione di donne solo perché sono donne”, dice attraverso il megafono. “I tempi e le circostanze sono cambiati: prima era ammissibile, adesso non lo è”.

Due parlamentari, Nawaf al-Nuaimat e Suleiman Huwailah al-Zabn, si sono rivolti agli attivisti diverse volte. Al-Zabn ha risposto alle domande della folla, dicendo: “Dobbiamo responsabilizzare gli assassini, noi siamo con voi. Io sono con voi come parlamentare, così come lo sono i miei colleghi. Stiamo lavorando per raggiungere questo obiettivo”. I parlamentari hanno dato i loro contatti agli organizzatori della protesta e li hanno incoraggiati a tenersi in contatto e ad andare avanti, mentre al-Nuaimat ha proposto a due membri del gruppo di partecipare a una seduta .

MP Suleiman Huwailah al-Zabn addressing activists. Photo by Nora B.

Il parlamentare Suleiman Huwailah al-Zabn rivolgendosi agli attivisti. Foto di Nora B.

Combattere la legge è una cosa, ma gli atteggiamenti culturali in merito alla questione dei delitti d'onore sono ancora preoccupanti. Nel 2013, un sondaggio [7] su circa 850 studenti del primo anno di scuola superiore della capitale Amman ha rivelato che circa il 40% dei ragazzi e il 20% delle ragazze credono che il delitto d'onore sia giustificabile. “I Change” sta provando a cambiare questo atteggiamento così come prova a cambiare la legge. “I Change è un gruppo di persone che si sono riunite per uno scopo: proteggere le donne dai delitti d'onore ed educare le persone su questo problema”, ha dichiarato Ezraa a Global Voices. Ha dichiarato inoltre che se la campagna avrà successo, I Change potrebbe lavorare su altri progetti di riforma nel Regno di Giordania.