Arzebaigian: denuncia degli attivisti, i media diffondono paura e odio verso la comunità LGBT

Foto scattata da Aziz Karimov. Pubblicata sul sito Web Open Caucasus Med e poi ripresa con il permesso dell'autore.

Si riporta di seguito la versione modificata dell’ articolo originariamente pubblicato da OC Media, un sito Web partner di Global Voices, e scritto da Vahid Ali [en, come i link seguenti, salvo diversa indicazione]

Quando si tratta di problematiche connesse agli omosessuali, i mezzi di informazione dell'Azerbaigian dimenticano completamente i più elementari principi dell'etica giornalistica. Anziché riportare obiettivamente i fatti, i media diffondono odio e discriminazione e assumono il ruolo di paladino della propaganda conservatrice del governo nazionale.

L'omosessualità è ancora un argomento tabù in Azerbaigian e gli omosessuali sono oggetto di discriminazione in numerosi aspetti della vita e in diversi ambiti, quali l'istruzione, l'assistenza sanitaria, l'occupazione, le politiche abitative, nei settori militare e della polizia, per citare solo alcuni esempi. 

Quando i mezzi di comunicazione trattano tematiche connesse all'omosessualità, attirano inevitabilmente maggiore attenzione da parte dell'opinione pubblica. Gli attori politici sfruttano questo sistema per influenzare i cittadini e approfittano dei mezzi di comunicazione di massa, sui quali viene riposta fiducia malgrado questi non siano indipendenti. 

La guerra dell'informazione è un concetto particolarmente reale per le comunità LGBT che nel paese sono prese di mira. I partiti politici cercano di alimentare la propaganda e la disinformazione al fine di indurre nell'opinione pubblica l'idea che i gruppi minoritari siano un nemico.   

‘Talvolta i giornalisti dimenticano il potere che hanno nelle loro mani’

I media rivestono un ruolo centrale nella diffusione della disinformazione e della propaganda. Indipendentemente dal fatto che gli organi d'informazione siano sotto il controllo del governo o dell'opposizione, in molti casi i media del paese giustificano le discriminazioni nei confronti degli omosessuali.

I media forniscono gli elementi che danno forma alla narrativa in materia di sessualità e svolgono un ruolo importante nel modo in cui la società comprende e accetta i gruppi emarginati, soprattutto la comunità omosessuale. 

Samad Ismayilzadeh è il fondatore e uno dei redattori di Minority, la prima rivista legata al tema omosessuale del paese. Ismayilzadeh assume una posizione critica nei confronti dei media e crede che gli organi di stampa esercitino un grande influenza sull'opinione pubblica quando si tratta di temi legati agli omosessuali.

Ismayilzadeh ha dichiarato a Oc Media quanto segue:

Talvolta i giornalisti dimenticano il potere che hanno nelle loro mani e, con i loro metodi poco professionali, inducono in errore i lettori. Soprattutto se si tratta di questioni legate alla comunità LGBT. Quando le agenzie di stampa o i social media di fama nazionale condividono messaggi provocatori sulle comunità LGBT, cercando di accrescere la popolarità dei propri portali, creano spesso un clima di odio e sofferenza. Il popolo inizia a reagire in modo aggressivo ricorrendo a interpretazioni tendenziose.  

Nel raccontare fatti legati alle comunità LGBT, gli organi di stampa azerbaigiani utilizzano sempre un linguaggio omofobo e transfobico. Uno stile che, adottato anche nella scelta dei titoli e delle foto, influenza il modo in cui i lettori comprendono e giudicano gli omosessuali.  

Ad esempio, quando i media puntano i riflettori su questioni legate ai transgender, si riferiscono di norma a reati che necessitano il coinvolgimento della polizia. 

È prioritario, secondo la prassi giornalistica, fornire la testimonianza degli autori del reato, quando si tratta di crimini o omicidi motivati dall'odio contro i transessuali. 

In molti casi, i media non forniscono in modo accurato i dettagli del reato, mentre si concentrano invece su aspetti legati all'orientamento sessuale o all'identità di genere della vittima. Inoltre, si pone quasi sempre l'accento sul nome di nascita della vittima.

Hatampasha, che ha scelto di diventare una donna, è stata uccisa a Baku

Nei telegiornali si continua a diffondere l'odio di politici e funzionari 

Inoltre, i mezzi di informazione diffondono ciecamente gli interventi basati sull'odio di politici, ‘psicologi’, membri del parlamento e altre figure autorevoli, senza mettere in discussione la loro versione o offrire punti di vista alternativi. I discorsi tenuti dai funzionari pubblici sono spesso pieni di odio, in quanto includono contenuti discriminatori, razzisti, omofobi o transfobici. 

Di seguito riportiamo un esempio del modo in cui i media creano una narrazione deliberatamente discriminatoria [az]:

Il cambiamento di sesso e la transizione da maschio a femmina (e viceversa) sono vietati dalla legge nazionale. Tuttavia, in molti casi, alcune cliniche private non prestano attenzione a questa legge. Malgrado tali operazioni non siano ufficialmente consentite, sui social media si possono vedere queste “persone”, che hanno deciso di cambiare il proprio sesso. È un fatto interessante, se la legge lo proibisce, come può Kamil [nome maschile] diventare Kama [nome femminile]? La questione riguarda il cambiamento di sesso. Da ciò ne deriva che un uomo può diventare una donna dalla vita sottile e le gambe lunghe, e una donna elegante un uomo barbuto e con le spalle larghe. 

Gli omosessuali vengono dipinti in modo quasi esclusivamente negativo dai mezzi d'informazione, svelando l'intolleranza che è presente non solo nell'Azerbaigian ma anche in tutta la regione del Caucaso. Una campagna informativa, in grado di fornire un'immagine più positiva e assicurare una maggiore presenza di questioni legate agli omosessuali nei media, potrebbe accrescere il grado di accettazione e il sostegno alle comunità omosessuali, mostrare l'omosessualità come un fenomeno normale e fornire maggiori dettagli utili sull'argomento.


Bisogna offrire un'immagine più positiva degli omosessuali

Secondo Ismayilzadeh, vi sono alcuni casi in cui gli omosessuali vengono presentati in una luce più normale, persino positiva e vengono anche invitati nei programmi televisivi. Ciò dipende dalla situazione economica e professionale o dalle opinioni politiche degli invitati, ha inoltre aggiunto. 

Tuttavia, i media affrontano più comunemente tematiche legate al bullismo. Ismayilzadeh ritiene che i cittadini preferiscano non pensare ai problemi degli omosessuali. “[Le persone] credono si tratti di un argomento da affrontare alla fine, quando tutti gli altri problemi sono stati risolti”, ha affermato.

‘L'apocalisse oggi: Ricky Martin e il suo nuovo fidanzato Jwan Yosef sul red carpet. Brrr’.

Una rappresentazione positiva degli omosessuali nei media può avere un enorme impatto sulla società e i mezzi d'informazione hanno appunto l'occasione e la responsabilità di formare una cultura su questi temi. Attraverso il coinvolgimento di tutti i canali d'informazione e i loro diversi generi, gli omosessuali potrebbero essere descritti per quello che sono o avere la possibilità di raccontare le loro vite, proprio come hanno potuto fare altre comunità nel corso del tempo. 

Minority cerca appunto di procedere verso questa direzione, presentando gli omosessuali sotto una luce positiva. Ismayilzadeh ritiene che i media dovrebbero scrivere articoli sulle comunità LGBT con le stesso interesse con cui raccontano storie di dottori che salvano vite o di attivisti che lottano per i diritti umani. “C'è molta brava gente all'interno delle comunità LGBT, che meriterebbe di essere conosciuta meglio” ha affermato.

In Azerbaigian esistono alcune organizzazioni che si battono sia per difendere i diritti degli omosessuali sia per fornire un punto di vista diverso sul tema, ma devono affrontare continue sfide. Secondo Ismayilzadeh, i gruppi a sostegno dei diritti degli omosessuali incontrano difficoltà nell'identificare i casi di odio e discriminazione. Egli ha inoltre affernato che “l'omosessualità è ancora un argomento tabù e le persone tendono a nascondere gli incidenti avvenuti nella loro vita quotidiana; questo è il motivo per cui diventa sempre più difficile difenderle”.

[az] ‘Guardate chi si nasconde nelle cliniche. C'è un “Mavi” (termine offensivo per definire gli omosessuali) che si nasconde nella clinica Semashko o i medici giocano a nascondino’. 

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