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Media di stato russi: difensori della libertà di internet (da ora in poi)

Categorie: Europa centrale & orientale, Russia, Ucraina, Censorship, Citizen Media, Governance, Guerra & conflitti, Legge, Media & Giornalismi, Relazioni internazionali, Tecnologia, RuNet Echo
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Foto: Pixabay

Negli ultimi cinque anni, il governo russo ha bloccato circa 5,6 milioni di pagine web [2][ru, come i link seguenti, salvo diversa indicazione], molte delle quali accidentalmente, dopo aver inserito nella lista nera interi indirizzi IP per colpire specifici trasgressori. Nel 2015 il Roskomnadzor, l'organo federale russo di controllo delle comunicazioni, ha dato la caccia sia a piccole risorse online, come migliaia di siti web associati a sostanze stupefacenti illegali e alla pedo-pornografia, e anche ad enormi portali web utilizzati da milioni di persone, come il sito di torrent RuTracker e, l’anno scorso, Linkedin, il social network per lo sviluppo di contatti professionali.

Durante tutto questo tempo, le reti televisive russe non hanno mai fornito agli spettatori informazioni su come aggirare queste manovre della censura. In compenso, il Roskomnadzor ha chiesto [3] agli anonimizzatori di internet di rispettare la lista nera russa, arrivando perfino a bloccare [4] almeno un servizio proxy per mancato adempimento.

Ma le cose possono cambiare anche in un giorno.

Martedì, il presidente ucraino Petro Poroshenko ha annunciato una messa al bando generalizzata [5] [en] di molti giganti dell'internet russo, ordinando ai funzionari di bloccare l'accesso ai social network Vkontakte e Odnoklassniki, il motore di ricerca Yandex e il servizio di posta elettronica Mail.ru.

Ora che milioni di ucraini corrono il rischio di non potere più accedere ai loro servizi online preferiti, i principali media russi hanno fatto ciò che fanno spesso in situazioni geopolitiche impreviste: hanno cambiato improvvisamente posizione, proponendosi come sostenitori della tecnologia di anonimizzazione di internet dopo aver ignorato per anni la censura online in casa propria.

Rossiya-24, il canale d'informazioni di proprietà dello stato, ha addirittura sbalordito gli attivisti russi della libertà di internet trasmettendo istruzioni su come accedere ai siti web bloccati tramite server proxy. Visto che questa rete è bandita in Ucraina dal 2014, Rossiya-24 ha ironicamente [6] trasmesso i suoi suggerimenti su come aggirare la censura principalmente agli spettatori che vivono in Russia, dove Vkontakte, Odnoklassniki, Yandex e Mail.ru sono tuttora attivi.

La situazione potrebbe diventare ancora più imbarazzante se il Roskomnadzor continuasse a bloccare i servisi di instant messenger che rifiutano di iscriversi nel registro di stato russo come “organizzatori della divulgazione di informazioni”. I funzionari hanno già bloccato Zello, Line e Blackberry Messenger per essersi rifiutati di iscriversi nel registro. Questa settimana, il giornale Vedomosti ha riferito [7] che il Roskomnadzor ha minacciato di inasprire i controlli su Telegram, un'app per chat che sta diventando sempre più diffusa, creata da Pavel Durov che è anche il fondatore di Vkontakte.