Netizen Report: Chelsea Manning e il potere della trasparenza

Screenshot del primo ritratto di Chelsea Manning pubblicato su Twitter dopo il suo rilascio, il 17 maggio 2017.

Il Netizen Report di Global Voices Advocacy offre uno spaccato internazionale sulle sfide, vittorie e tendenze emergenti nei diritti di internet a livello mondiale.

L'ufficiale dell'esercito americano Chelsea Manning [it] è stata liberata [en, come i link seguenti, salvo dove diversamente specificato] dal carcere militare il 17 maggio dopo aver passato quasi sette anni dietro le sbarre per aver condiviso con Wikileaks [it] migliaia di documenti militari e governativi che testimoniano violazioni dei diritti umani ed episodi di corruzione commessi dal governo americano e da molti altri soggetti.

Il governo degli USA ha formulato 22 capi di imputazione contro Manning, compreso quello di “aiutare il nemico”. Nonostante l'accusa non sia mai stata in grado di provare che le sue azioni abbiano causato un danno effettivo agli Stati Uniti, Manning è stata condannata a 35 anni di carcere in un caso ricco di controversie politiche e considerato dai difensori dei diritti umani e civili come un tentativo di creare un grave precedente giudiziario per i casi riguardanti la diffusione di documenti digitali secretati.

Barack Obama, durante i suoi ultimi giorni da presidente, ha commutato la sentenza. Questo non assolve Manning dalla condanna, ma le consente di essere libera di “respirare l'aria tiepida di primavera,” come lei stessa ha detto pochi giorni prima di essere liberata.

David Coombs, l'avvocato difensore di Manning, ha pubblicato un’asciutta dichiarazione nel giorno del suo rilascio in cui ha definito la sentenza come un “grave errore” commesso dal tribunale militare. Scrive:

…la particolare costellazione dei protagonisti coinvolti in questo caso, la volontà di fare di Manning un caso esemplare e la mentalità dell'accusa volta a “vincere a qualsiasi costo” hanno creato una situazione esplosiva, in cui pervenire ad una sentenza giusta era impossibile.
Per questo non riesco a vedere la commutazione della sentenza come una vittoria. La vedo come un disgraziato fallimento della giustizia militare nel fare il proprio lavoro.

I documenti che Manning ha contribuito a rendere pubblici hanno avuto un impatto smisurato sulla consapevolezza del pubblico riguardo le attività degli Stati Uniti e di altri governi, con le conseguenti reazioni. Nei documenti si trovano le prove schiaccianti, oltre che delle violazioni dei diritti umani commesse dagli USA nelle guerre in Iraq e in Afganistan, della radicata corruzione e della sistematica violazione dei diritti umani del governo tunisino sotto il regime di Zine el Abidine Ben Ali [it]. Ciò li ha resi dei precursori determinanti per la rivoluzione tunisina, che ha portato alla destituzione di Ben Ali nel gennaio del 2011 e ha ispirato le molte sollevazioni popolari in tutta la regione, che comunemente vanno sotto il nome di “Primavera Araba.”

In un post riflessivo su un blog pubblicato nel 2013, l'attivista tunisino Sami Ben Gharbia, che ha giocato un ruolo centrale nella diffusione dei documenti tra la società civile tunisina, ha descritto l'impatto delle azioni di Manning:

Se gli USA si prenderanno 35 anni della vita di Chelsea Manning, le possa essere di conforto sapere che ci ha fatto, a noi arabi, il regalo segreto che ha contribuito a rivelare e a rovesciare 50 anni di dittatura.

[…]

Dopo essere stata condannata a 35 anni di carcere, Chelsea Manning ha dichiarato che “A volte si deve pagare un prezzo elevato per vivere in una società libera.” Non so se lei sa che ci ha aiutati, in questa parte del mondo, ad avvicinarci a questo nobile obiettivo. Chiudere la porta di una cella su un prigioniero con la mente aperta ha aperto mille e una porta ad una società libera.

Ora che è stata rilasciata, Manning dovrà affrontare una nuova serie di sfide, date dal sue essere diventata una persona di alto profilo, verso cui ci si aspetta di veder aumentare molestie e minacce di violenza. I suoi sostenitori hanno raccolto più di 140.000 dollari in un fondo chiamato Welcome Home [Bentornata a Casa] e creato un album digitale a cui hanno collaborato artisti come Michael Stipe, Tom Morello e Talib Kweli.

L'Ucraina censura siti di notizie e piattaforme web russe

Il Presidente ucraino ha firmato l'ordine che impone agli ISP di bloccare molti dei principali siti di social media russi, compresi i social network VKontakte e Odnoklasniki, il servizio email Mail.Ru e il motore di ricerca Yandex. Lo stesso ordine prevede sanzioni per diverse persone e aziende russe, tra cui la compagnia aerea Aeroflot, la società per la sicurezza informatica Kaspersky Labs e i siti ufficiali del partito politico Russia Unita.

Questo segna un'altra ondata di sanzioni da parte del governo ucraino dalla data di annessione della Crimea: dal 2014, ne è stato oggetto un totale di 1200 persone e 450 compagnie russe. Alla data del 16 maggio, nessuno dei siti web sanzionati è stato bloccato.

Tristi per WannaCry? È la Cina il paese più colpito dal massiccio attacco ransomware

Alla data del 15 maggio, la Cina è il paese più colpito dal programma ransomware [it] “WannaCry” che, a partire dal 12 maggio, ha infettato più di 230.000 computer in 99 nazioni, metà dei quali in Cina. Il ransomware attacca i computer che utilizzano Microsoft Windows e chiude gli utenti fuori dal sistema, chiedendo un pagamento di 300 dollari per decrittare i file. Gli utenti cinesi — e molti altri in paesi dotati di deboli restrizioni sulla proprietà intellettuale — sono particolarmente vulnerabili poiché utilizzano versioni di Windows senza licenza o superate, prive quindi degli aggiornamenti di sicurezza che prevengono questo genere di attacchi.

La Thailandia minaccia Facebook di azioni legali

Il governo thailandese ha minacciato di portare Facebook in tribunale a causa di 131 post “anti-monarchici” che le autorità hanno chiesto di rimuovere dalla propria piattaforma al gigante americano dei social media. Tra i post incriminati, c'è il video che mostra il nuovo re thailandese mentre cammina in un centro commerciale indossando una canottiera top molto corta, che è stato ampiamente condiviso sul social network. La Thailandia impone severe leggi per lesa maestà, sanzionando qualsiasi discorso ritenuto un insulto nei confronti della famiglia reale, e ha inasprito le azioni giudiziarie contro le violazioni di tali leggi: dal golpe militare del 2014, le persone arrestate per presunta lesa maestà sono 105. Facebook ha già rimosso 178 post nel 2017.

I blogger del Bangladesh onorano gli attivisti LGBT uccisi

Boys of Bangladesh, una rete gay del Bangladesh, ha lanciato il blog in lingua bengali chiamato Dhee (che significa talento o intelligenza in bengalese), per commemorare gli attivisti LGBT uccisi nel paese e per aumentare la consapevolezza della discriminazione attuata nei confronti della comunità LGBT. Poco più di un anno fa, l'attivista Mahbub Rabbi Tonoy e il giornalista web Xulhaz Mannan, che avevano lanciato il primo sito di notizie LGBT del Bangladesh, sono stati accoltellati a morte nella capitale Dhaka.

Il gruppo Ansar Al-Islam [it] ha rivendicato la responsabilità degli omicidi, ma la polizia non è riuscita ad accusare ufficialmente nessun sospetto. L'omosessualità non è esplicitamente proibita in Bangladesh, ma il codice penale bengalese criminalizza le attività sessuali “contro natura”, compresi atti omosessuali consensuali, fellatio e penetrazione anale.

Nuove Ricerche sui temi trattati (in inglese):

 

 

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