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Attivista del Myanmar accusato di diffamazione per lo streaming di satira sull'esercito

Categorie: Asia orientale, Myanmar (Burma), Attivismo, Citizen Media, Diritti umani, Legge, Advox
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Studenti che recitano in un testo teatrale considerato diffamatorio dall'Esercito birmano / Salai Thant Zin / The Irrawaddy

Questo articolo [2][en, come tutti i link seguenti], scritto da Salai Thant Zin e tradotto in inglese da Thet Ko Ko, è stato pubblicato da The Irrawaddy, un sito di news indipendente del Myanmar, e viene ripubblicato da Global Voices grazie ad un accordo per la condivisione dei contenuti.

I funzionari di governo, e soprattutto l'Esercito birmano, usano una misura sulla diffamazione online [3] contenuta nella Legge sulle Telecomunicazioni, approvata nel 2013 nel Myanmar, per attaccare voci critiche, reporter ed attivisti nel paese.

Il 4 giugno 2017 è stato arrestato nella provincia di Pathein un leader dei diritti umani locale con l'accusa di aver violato l'articolo 66(d) della Legge sulle Telecomunicazioni, a causa di una live streaming su Facebook di una rappresentazione teatrale che criticava gli scontri tra i militari e gruppi etnici armati.

La polizia ha arrestato U Tun Tun Oo, leader dell'Associazione degli Attivisti per i Diritti Umani, per lo streaming del testo teatrale “We Want No War” (Non vogliamo la guerra), portato in scena da studenti delle scuole superiori e laureandi dell'Università di Pathein durante un dibattito sulla pace tenutosi a Pathein il 9 gennaio 2017.

Il Comando sud-occidentale dell'Esercito birmano ha intentato una causa contro di lui depositando gli atti presso la stazione centrale di polizia di Pathein, per violazione della sezione 34(d) della Legge sulle Transazioni Elettroniche. La polizia ha però chiesto la consulenza legale dai funzionari dell'ufficio legale municipale che hanno invece suggerito di condannare U Tun Tun Oo per violazione dell'articolo 66(d).

U Tun Tun Oo si è stato sottoposto a processo lunedì scorso, presso il Tribunale della cittadina di Pathein.

Nove studenti hanno preso parte all'opera satirica, nella quale l'agenzia di stampa chiamata “Ossigeno” intervistava i sostenitori del conflitto nel Myanmar.

“L'ho trasmesso in streaming perché i miei amici potessero vederlo, dal momento che mio figlio è uno degli attori. Non intendevo diffamare i militari”, ha raccontato ai media.

L'Esercito del Myanmar ha accusato di diffamazione anche i nove studenti che hanno preso parte allo spettacolo.

Il giudice del Tribunale della cittadina di Pathein ha assolto sette dei nove studenti, ma ha condannati i due — Ko Aung Khant Zaw e Ko Myat Thu Htet, che avevano organizzato la rappresentazione. I due sono ancora in attesa di giudizio.

Dall'entrata in vigore della Legge sulle Telecomunicazioni nel 2013, ci sono stati complessivamente 67 casi di violazione dell'articolo 66(d), secondo quanto riporta un gruppo di ricerca guidato da un ex-detenuto, Maung Saung Kha, un poeta che è stato incarcerato per lo stesso reato nel 2016.

Il 2 giugno la polizia ha arrestato [4] Ko Kyaw Min Swe, caporedattore del giornale The Voice Daily, e l'editorialista Ko Kyaw Zwa Naing  — conosciuto anche con lo pseudonimo inglese Ko Ko Maung — per aver scritto un articolo satirico sul processo di pace del Mynamar che violava l'articolo 66(d).