Il Kirghizistan rafforza le misure di difesa contro la violenza domestica

Violenza domestica. Immagine CC Wikimedia.

Di seguito viene riportato il post [en, come tutti i link seguenti] di uno dei nostri partner, EurasiaNet.org, scritto da Nurjamal Djanibekova e ripubblicato con il suo permesso.

Il Kirghizistan ha preso una decisione epocale adottando una legge studiata per offrire più protezione alle vittime di violenze domestiche.

Nel Paese ci sono già leggi contro la violenza domestica, ma la legge approvata dal Presidente Almazbek Atambayev lo scorso 28 aprile costituisce una significativa e importante revisione.

Una delle nuove disposizioni prevede che la polizia debba intervenire per ogni caso di violenza domestica segnalato. Ciò significa che qualsiasi persona può presentare una denuncia, anche nel caso in cui abbia solo assistito ad una violenza senza essere direttamente coinvolta nella stessa.

La normativa precedente prevedeva che la polizia potesse avviare un'indagine e procedimenti penali solo nel momento in cui la vittima presentava denuncia. Molte vittime di mariti violenti avevano però comprensibilmente timore di rivolgersi alla polizia per paura di subire ulteriori maltrattamenti. Anche nei casi in cui gli atti di violenza erano stati filmati, di norma la polizia si rifiutava infatti di intervenire.

“Essendo i poliziotti molto spesso uomini, le vittime delle violenze non presentano denuncia e, quando lo fanno, spesso la ritirano il giorno seguente”, ha raccontato ad EurasiaNet.org Zulfiya Kochorbayeva, un'esperta sulle problematiche di genere consultata durante la stesura della nuova legge.

Secondo Kochorbayeva, l'aspetto particolarmente importante della nuova legge è che ora verrà emesso un ordine di protezione per ogni donna vittima di violenza domestica. Questo documento ha lo scopo di proteggere la vittima che ha denunciato la violenza e prevenire rappresaglie da parte dell'aggressore o dei suoi parenti per almeno tre giorni. Nel caso in cui si senta ancora in pericolo, trascorso il periodo di tre giorni, la donna può informare la polizia e chiedere che l'ordine venga prorogato per un mese.

“Fino ad oggi per ottenere un ordine di protezione, le donne dovevano dimostrare in tribunale che c'era stata una violenza domestica. Abbiamo semplificato la procedura il più possibile e sollevato il fardello dalla vittima. In questo modo, i parenti del marito non possono fare pressioni sulla vittima e costringerla a ritirare la denuncia. Adesso, sanno che questa è la legge”, ha dichiarato Kochorbayeva.

Ha poi aggiunto che l'ordine di protezione verrà inoltrato agli agenti di polizia subito dopo che la denuncia è stata depositata e che l'intervallo tra la denuncia e l'udienza verrà ridotto il più possibile.

La nuova legge protegge anche i familiari delle vittime colpevolizzando specificatamente qualsiasi tentativo di intimidazione nei loro confronti.

I minori vittime di violenze domestiche possono ora essere segnalati più rapidamente agli specialisti dei servizi sociali per l’infanzia. Inoltre, i medici che notano segni di maltrattamenti fisici durante le visite mediche a scuola, sono obbligati a segnalare subito i loro sospetti. In passato, queste segnalazioni dovevano essere approvate dai genitori: una disposizione assurda visto che era improbabile che un genitore denunciasse sé stesso alle autorità.

La legislazione integra anche il concetto di violenza economica, in base al quale l'aggressore sfrutta la sua posizione di dominio nell'ambito di un’intesa coniugale per impedire alla partner di trovare lavoro, forzandola a restare a casa contro la propria volontà.

Contravvengono alle legge anche i genitori che obbligano i figli a chiedere l'elemosina o saltare la scuola per qualsiasi motivo. Stando ad una ricerca dell'UNICEF condotta su 2.000 bambini, circa il 70% dei bambini intervistati ha ammesso di essere stato vittima ad un certo punto di maltrattamenti o abbandono da parte dei genitori.

In Kirghizistan il problema della violenza in ambito familiare è radicato. Secondo le stime ufficiali, una donna sposata su quattro è stata vittima di violenze. Nel 98% dei casi, tale violenza viene perpetrata dal marito o da un ex-marito.

Questa revisione legislativa era da tempo attesa. Gli attivisti dei diritti umani stavano tentando di far cambiare la legislazione dal 2009, ma le loro iniziative erano naufragate a causa del caos politico verificatosi durante e dopo la caduta del governo nel 2010.

Il parlamento è tornato ad affrontare nuovamente il problema solo nel 2016, approvando la legge riformata.

Come ha però scrupolosamente documentato Human Rights Watch, il problema delle leggi e della loro mancata applicazione è tradizionalmente aggravato dall’indifferenza sociale e dalla carenza di risorse da destinare alle vittime di violenze fisiche, sessuali o psicologiche.

Nel 2003, a seguito di un’intensa campagna di raccolta di firme, il Kirghizistan ha adottato una nuova legge contro la violenza domestica. Secondo la valutazione delle Nazioni Unite, la nuova legislazione offre una protezione decisamente migliore dei diritti e delle libertà delle donne, permettendo alle vittime di presentare denunce, richiedere ordini di protezione di un massimo di 15 giorni e fare appello al tribunale locale degli anziani.

Tuttavia, l’efficacia della legge era limitata dagli ostacoli che impedivano l’effettiva presentazione della denuncia, che gli attivisti si augurano di aver per lo più rimosso.

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