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Quanti soldi hanno guadagnato le ferrovie macedoni durante le crisi dei rifugiati del 2015-2016?

Categorie: Europa centrale & orientale, Macedonia, Citizen Media, Diritti umani, Economia & Business, Governance, Interventi umanitari, Migrazioni
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Rifugiati che salgono su un treno a Gevgelija, Macedonia, 23 febbraio 2016. Foto di Robert Atanasovski [2], usata previa autorizzazione.

Durante il 2015 e il 2016, la compagnia ferroviaria statale macedone ha fatto pagare ai rifugiati, che sono passati nel territorio mentre sfuggivano dalla guerra, conflitti, persecuzione, e altre ingiustizie, cinque volte il prezzo normale del biglietto. La scelta è stata ampliamente criticata perchè appare come un approfittarsi di persone vulnerabili.

Spostiamoci a giugno 2017, quando i macchinisti sono andati in sciopero per chiedere i salari non pagati di aprile e maggio. Lo sciopero [3] [mk, come i link seguenti, salvo diversa indicazione] ha paralizzato il trasporto domestico ed è terminato dopo un giorno, quando il governo ha deciso di accettare le loro richieste.

Questi sviluppi hanno lasciato alcuni macedoni curiosi di sapere quanto hanno guadagnato la società ferroviaria e altre società statali dall’afflusso di rifugiati e migranti [4] [en] e dove questi guadagni sono finiti. I giornalisti che cercano informazioni, hanno molte difficoltà nel trovare la verità, dato il rifiuto dell'Ufficio di Entrate Pubblica di pubblicare i dati.

Quasi 900,000 persone, nel 2015 e nel 2016, hanno usato la cosiddetta Rotta dei Balcani Occidentali [5] [en] per muoversi dal Medio Oriente e dal nord Africa per raggiungere l'Europa Occidentale. Solamente tra giugno a settembre 2015, sopra 300,000 di loro sono passati attraverso la Macedonia nel loro percorso dalla Grecia verso dei Paesi percepiti come più accoglienti, come la Germania.

Dopo che il flusso di rifugiati ed altri migranti è aumentato a metà 2015, il governo macedone ha stabilito dei treni speciali. I rifugiati che hanno attraversato il confine greco a piedi, vengono censiti, e poi salgono sul treno a Gevgelija e scendono a Tabanovce, vicino al confine serbo, che attraversano a piedi. Il seguente video della Croce Rossa dà un'idea generale della situazione in quel momento.

Questi treni hanno anche prezzi speciali: la società pubblica ferroviaria macedone ha aumentato il prezzo del biglietto dai normali 5 euro a 25 per i suoi clienti, che non avevano nessun altra scelta di trasporto legale. Infatti, i cittadini macedoni che vorrebbero aiutare i rifugiati ad attraversare il paese avrebbero avuto accuse di traffico umano. Così un rifugiato siriano ha descritto il viaggio che sovvenzionava lo stato macedone attraverso il paese [6]:

Abbiamo pagato 25€ a testa per salire su un vecchio e malandato ammasso di rifiuti che loro chiamano treno. Nessuna parola può esprimere lo sporco e il terribile odore. Poi, quando ognuno era ammassato all'interno, si è mosso come se camminasse sulle uova. Questo è quello che diciamo in Siria sulle cose lente. Poi finalmente sono arrivato alla frontiera Serba.

Le compagnie ferroviarie statali macedoni hanno sofferto costanti problemi finanziari a causa del noti errori di management. Hanno avuto perdite per almeno quattro anni [7], con una perdita cumulativa di 27.6 milioni di euro per la parte trasporti, e sopra ai 30 milioni di euro per la parte infrastrutture.

Ciò sembra che accada per le pessime condizioni di lavoro dei dipendenti, che hanno dichiarato di esser sottopagati e spesso devono aspettare mesi per ricevere i loro stipendi. La situazione è culminata con lo sciopero di giugno dei macchinisti.

Uno dei più noti foto-giornalisti macedoni, Robert Atanasovski, ha collegato la crisi dei rifugiati con le dissestate finanze della società ferroviaria pubblica il 5 giugno, quando ha pubblicato una foto su Facebook [1] e ha scritto:

Мислам дека нема фела како железничариве што ги мразам повеќе. Ги гледав пред мене една година како ги пунат возовите со луѓе небаре се стока и плус им наплаќаа за тоа по 25 евра вклучувајќи го и човекот на сликата. Со 25 евра ќе отидеш до Барцелона со Визер а не со скапан воз до Табановце. Имаше денови кога поминуваа по 10000 луѓе на граница и на сите (освен на мали деца) им наплаќаа карти… Сега сакаат да штрајкуваат дека немаат плати. Каде се парите маме ви ебам лоповско.

Sono arrivato ad esser disgustato dai dipendenti delle ferrovie. Li ho osservati per oltre un anno riempire i treni di persone come se fossero bestiame, e inoltre fanno pagare 25 euro per i biglietti, incluso l'uomo [in sedia a rotelle] nella foto. Con 25 euro uno può comprare un economico biglietto aereo da Skopje a Barcellona con WizzAir, non un treno malandato fino a Tabanovce. Ci sono stati giorni in cui più di 10,000 persone hanno attraversato il confine, e tutti (eccetto i bambini piccoli) hanno dovuto comprare i biglietti… Ora vogliono scioperare perchè non ricevono il salario. Dove sono finiti quei soldi, bastardi?!

I difensori civici e le organizzazioni dei diritti umani macedoni hanno già precedentemente richiesto un inchiesta sul lavoro e i guadagli delle compagnie ferroviarie sulle sospette violazioni della Convenzione e Protocollo delle Nazioni Unite sulle condizioni dei rifugiati [8][en].

Alcuni giorni dopo lo sciopero, l'Ufficio delle Entrate Pubbliche ha rifiutato di comunicare le informazioni ai giornalisti che indagavano, [9] dicendo che i dati dei profitti delle ferrovie pubbliche sono classificati, con uno status di “tasse segrete”.

Al culmine della crisi, l'approfittarsi di migranti e rifugiati da parte di privati cittadini, almeno, aveva scandalizzato l'opinione pubblica macedone. Prima dell'introduzioni del treno speciale, alcuni residenti delle città vicino alla frontiera greca hanno chiesto prezzi esorbitanti per delle biciclette. Sulla strada, alcune persone rivendevano cibo e bevande a prezzi molte volte più alti dei negozi, o chiedevano l'alto prezzo di due euro per ricaricare i telefoni o usare il bagno. Nel video seguente, un uomo che stava migrando attraverso l'area spiega, “Queste persone sono molte povere, e vogliono lavorare. Prendono un po’ di soldi dalle persone…”

Comunque, molti altri macedoni hanno investito le loro risorse per aiutare rifugiati e migranti, eventualmente formando un nascente movimento umanitario. Global Voices ha pubblicato una destimonianza di un noto volontario, Lenče Zdravkin [10] [en], mentre alcune organizzazione come il Comitato Macedone Helsinki [11] e Legis [12] pubblicano rapporti regolari in lingua inglese sul loro lavoro.