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Si avvicina la fine per Telegram in Russia?

Categorie: Russia, Citizen Media, Governance, Legge, Libertà d'espressione, Politica, Tecnologia, RuNet Echo, Advox

Immagine di Kevin Rothrock.

Il Servizio Federale per la Sicurezza della Federazione Russa ha annunciato [1] [ru, come i link seguenti, salvo diversa indicazione], il 26 giugno, che l'attacco terroristico del 3 aprile [2] [it] sulla metropolitana di San Pietroburgo, a seguito del quale sono decedute 16 persone, è stato coordinato attraverso l'app di messaggistica Telegram.

In un comunicato stampa, il Servizio di Sicurezza (FSB) ha affermato di essere in possesso di “informazioni fondate circa l'uso di Telegram da parte del terrorista suicida, dei suoi complici e del suo addestratore per occultare le proprie intenzioni criminali in tutte le fasi di organizzazione e preparazione dell'attacco terroristico”. La dichiarazione ha generato opinioni simili negli USA [3] [en] e tra i governi europei [4] [en] che hanno spinto per un maggiore controllo sui social media e sulle app di messaggistica, sostenendo che esse permettono ai perpetratori di comunicare e coordinare gli attacchi.

L'annuncio giunge mentre il governo russo sta compiendo un ulteriore sforzo per obbligare l'azienda di messaggistica a non diffondere al di fuori del territorio russo le cronologie chat degli utenti e i codici crittografici privati.

Le recenti dichiarazioni di Aleksandr Zharov, capo del Roskomnadzor, la censura di Stato russa, hanno lasciato intendere che in Russia Telegram potrebbe avere i giorni contati. Il 23 giugno Zharov ha accusato [5] il russo Pavel Durov, fondatore di Telegram e di VKontakte, il social network più popolare in Russia, di “mantenere una posizione neutrale riguardo terrorismo e crimine”.

Nella stessa occasione, Zharov ha affermato che Telegram non aveva risposto alla richiesta del Roskomnadzor di fornire le informazioni necessarie a includere l'app nel “Registro dei Diffusori di Informazione” russo. Il registro è stato introdotto nell'ambito di una legge federale che obbliga i siti web a conservare localmente i metadata di tutti gli utenti russi (dati relativi al tempo, luogo e alle persone coinvolte nella comunicazione, ma non al contenuto dei loro messaggi) e renderli accessibili alle autorità russe. La lista include i social network VKontakte, Odnoklassniki, il client di posta elettronica Mail.ru e decine di altri servizi.

Lo scorso mese, la camera bassa del Parlamento ha introdotto un progetto di legge che vieterebbe l'anonimato [6] [it] sulla messaggistica online e obbligherebbe app come Telegram a iscriversi al Registro dei Diffusori di Informazione, sebbene non sia ancora entrato in vigore.

L'immagine mostra qualcuno intento a estrarre password, con il logo di Telegram.

Telegram è diventato sempre più popolare in Russia e in altre zone del mondo, in parte grazie alle sue misure di sicurezza, anche se non può garantire [7] [en] la privacy assoluta. L'azienda, registrata in America e Gran Bretagna, opera a Berlino e afferma [8] [en] di “aver diffuso 0 byte di dati degli utenti a terze parti, inclusi i governi”. Essa ritiene, inoltre, che la sua struttura tecnica e legale, unica rispetto ad altre, renda difficile per i governi riuscire ad ottenere i dati degli utenti:

[9]

…we can ensure that no single government or block of like-minded countries can intrude on people's privacy and freedom of expression. Telegram can be forced to give up data only if an issue is grave and universal enough to pass the scrutiny of several different legal systems around the world.

…possiamo assicurare che nessun governo o gruppo di Paesi accomunati da un orientamento politico simile è in grado di violare la privacy e la libertà di pensiero delle persone. Telegram può essere obbligato a cedere i dati solo se un problema è serio e diffuso abbastanza da superare lo scrutinio di vari sistemi legali distinti in tutto il mondo.

Il 25 giugno Zharov ha nuovamente messo in guardia [10] Telegram: “Non posso dire che siamo pronti a bloccare Telegram domani, ma ripeto che il tempo è poco” — questione di giorni”.

Il fondatore di Telegram Pavel Durov ha risposto su VKontakte [11] questa mattina presto, sostenendo che non solo la richiesta del Roskomnadzor viola la costituzione russa, ma anche che la natura decentralizzata delle loro infrastrutture tecniche rende impossibile per Telegram consegnare le sue “chiavi di decrittazione”, di cui le autorità avrebbero bisogno per accedere ai contenuti dei messaggi inviati tramite il social network.

Глава Роскомнадзора заявил, что Telegram должен выдать спецслужбам “ключи для дешифрации”, чтобы те могли читать переписку пользователей и ловить террористов. Это требование не только противоречит 23-й статье Конституции РФ о праве на тайну переписки, но и демонстрирует незнание того, как шифруется коммуникация в 2017 году.

В 2017 году обмен секретной информацией построен на оконечном шифровании, к которому у владельцев мессенджеров нет и не может быть “ключей для дешифрации”. Эти ключи хранятся только на устройствах самих пользователей. Хотя Telegram был пионером этой технологии, сегодня оконечное шифрование используют все популярные мессенджеры, включая WhatsApp, Viber, iMessage и даже Facebook Messenger.

Потенциальная блокировка Telegram никак не усложнит задачи террористов и наркодилеров – в их распоряжении останутся десятки других мессенджеров, построенных на оконечном шифровании (+VPN). Ни в одной стране мира не заблокированы все подобные мессенджеры или все сервисы VPN. Чтобы победить терроризм через блокировки, придется заблокировать интернет.

Il capo del Roskomnadzor ha annunciato che Telegram dovrebbe consegnare le “chiavi di decrittazione” ai servizi speciali, cosicché possano leggere la corrispondenza tra gli utenti e fermare i terroristi. Questa richiesta non solo viola l'articolo 23 della Costituzione della Federazione Russa, che sancisce il diritto a mantenere privata la corrispondenza, ma dimostra anche di ignorare come viene criptata la comunicazione nel 2017.

Nel 2017, lo scambio di informazioni segrete è regolato dal criptaggio end-to-end, di cui i proprietari del servizio non hanno e non possono avere le “chiavi per il decrittaggio”. Queste chiavi si trovano soltanto all'interno dei dispositivi degli utenti stessi. Anche se Telegram è stato un pioniere di questa tecnologia, oggi tutti i servizi di messaggistica più diffusi utilizzano il criptaggio end-to-end, anche WhatsApp, Viber, iMessage e persino Facebook Messenger.

Un potenziale blocco di Telegram non complicherà il lavoro di terroristi e trafficanti: decine di altri sistemi di messaggistica end-to-end rimangono a loro disposizione (oltre ai VPN). Non esiste un solo Paese al mondo che blocchi tutti i servizi di messaggistica disponibili sui servizi VPN. Perché i blocchi siano efficaci nello sconfiggere il terrorismo, bisognerebbe bloccare Internet.

Secondo l'analista IT [12] Mikhail Klimarev, le persone usano Telegram perché non vogliono essere spiate, e cedere i dati utente al governo russo minerebbe la loro fiducia: “è molto improbabile che Durov accetti di sottostare all'ultimatum di Zharov”.

Bloccare Telegram in Russia ne farebbe certamente diminuire la popolarità, soprattutto tra i nuovi utenti e le persone meno avvezze all'uso della tecnologia. Ma gli esperti di IT russi credono che gli utenti più ostinati riusciranno ad aggirare ogni blocco.

Vladislav Zdolnikov, consulente tecnico della Fondazione Anticorruzione del leader dell'opposizione Alexei Navalny, ha dichiarato a Novaya Gazeta che “bloccare Telegram facendo in modo che il blocco non possa essere aggirato è impossibile”.

Telegram использует большое количество серверов для подключения. И, принимая во внимание уровень технической грамотности сотрудников Роскомнадзора, полностью заблокировать мессенджер у них не получится. Но если такое произойдет, я уверен, что в течение ближайшего времени появятся волонтерские прокси-серверы, которые можно будет ввести в Telegram-клиент и, он без проблем будет работать в обход блокировок. Также Telegram будет работать через любой VPN-сервис»

Telegram utilizza un cospicuo numero di server per connettersi. Considerando il livello di conoscenze tecniche di chi lavora per Roskomnadzor, non si arriverà a un blocco completo di Telegram. Tuttavia, se dovesse accadere, sono certo che nel futuro prossimo dei volontari installeranno proxy che permetteranno agli utenti Telegram di aggirare il blocco. E Telegram funzionerà con qualsiasi VPN.

A parità di condizioni, non si può garantire che il blocco del servizio aiuterà a interrompere la comunicazione tra violenti estremisti e gruppi criminali organizzati.