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I commenti discriminatori avanzano e gli scrittori nigeriani respingono

Categorie: Africa sub-sahariana, Nigeria, Citizen Media, Etnia, Guerra & conflitti, Advox

Cartina della Nigeria che mostra i confini tra gli stati, le città e i corsi d'acqua

Carnefici e saccheggiatori del gruppo militante di Boko Haram continuano a divorare la Nigeria. Ma, la nazione più densamente popolata dell'Africa è già fortemente messa sotto assedio dal pericolo più aggressivo: i commenti d'odio verso altre etnie. Le cose si sono talmente deteriorate che la paura di un'altra guerra etnica in Nigeria si sta facendo strada.

Di recente, 27 scrittori nigeriani, si sono preoccupati per le crescenti tensioni tra i diversi gruppi etnici presenti sul territorio e hanno rilasciato una [en, come tutti i link a seguire, salvo diversa indicazionedichiarazione [1] nella quale condannano questa crescente tendenza ai commenti d'odio etnici. Alcuni degli scrittori, me incluso, Tade Ipadeola [2] (poeta e vincitore del Nigeria Prize for Literature nel 2013), Kola Tubosun [3] (scrittore e linguista), Ikhide Ikheloa [4] (scrittore e critico), Chika Unigwe [5], (scrittore pluripremiato), Abubakar Ibrahim [6] (scrittore e vincitore del Nigeria Prize for Literature nel 2016), insieme a tanti altri.

Nella dichiarazione è possibile leggere che [7]:

We, the undersigned Nigerian writers, view with grave concern the dominance of ethnic incendiary speech in our country. We are deeply troubled that the public space – both online and offline – has been hijacked by a vocal minority of individuals who promote ethnocentric ideas inimitable to the peace and well being of a majority of citizens. Nigerian citizens have a right to freely express their opinions on governance as enshrined in the Constitution. However, this fundamental right of freedom of speech is being used to disseminate hate speech, which goes contrary to the right itself and the spirit of the Constitution that enshrines it…

The “us” against “them” rhetoric that ignited bloodshed of a bestial magnitude since independence has re-surfaced again. A new breed of ethnic entrepreneurs seem hell-bent on causing anarchy for political motives. The lessons of our history are being ignored. Strength in diversity is considered weakness… We strongly believe that no amount of social grievance against the government can justify this level of irresponsible ethnocentric hatred currently being peddled by a growing number of disgruntled groups in this country. Similarly, we are mortified by the initial nonchalance and apparent misguided handling by the authorities of the root cause of hate speech in the country.

Noi, i sottoscritti scrittori nigeriani, abbiamo osservato con grande preoccupazione l'aumento dilagante di commenti d'odio verso altre etnie molto violenti nel nostro paese. Siamo profondamente preoccupati dal fatto che lo spazio pubblico, sia online che offline, sia stato sequestrato da una rumorosa minoranza di individui che promuove idee etnocentriche non paragonabili alla pace e al benessere di una maggioranza di cittadini. I cittadini nigeriani hanno il diritto di esprimere le loro opinioni sul governo come sancito dalla Costituzione. Tuttavia, questo fondamentale diritto di libertà di parola viene usato per disseminare odio, andando contro il diritto stesso e lo spirito della Costituzione che lo sancisce…

La retorica del “noi” contro “loro” che ha causato spargimenti di sangue di una portata inaudita dall'indipendenza è riemersa.  Una nuova generazione di imprenditori dell'etnia sembra determinata a scatenare l'anarchia per scopi politici. Le lezioni offerteci dalla storia vengono ignorate. Trovare forza nella diversità viene considerata una debolezza… Noi crediamo fortemente che nessun livello di rimostranza nei confronti del governo possa giustificare il crescente livello di odio entocentrico che viene attualmente spinto da un numero in aumento, in questo paese, di gruppi insoddisfatti. Siamo ugualmente mortificati dall'iniziale non curanza e l'evidente maldestrezza nel gestire l'origine delle affermazioni d'odio nel paese da parte delle autorità.

Negli ultimi mesi, diverse fazioni si sono rese portavoce di commenti discriminatori. Un esempio preoccupante ci viene fornito dall'area sud-est del paese, Nnamdi Kanu [8], il leader dei Popoli Indigeni del Biafra (Indigenous People of Biafra [9] IPOB), ha trasformato Radio Biafra [10] in uno strumento che, non solo facilita la mobilitazione politica intorno alle sue minacce di secessione dallo stato del Nigeria, ma anche come una piattaforma per spargere odio [11] nei confronti dei suoi oppositori.

Le trasmissioni su Radio Biafra sono caratterizzate da una retorica tossica contro altri gruppi etnici in Nigeria. L'emittente ha descritto il paese come uno “zoo” che gli IPOB vogliono “distruggere”. Anche se, Kanu ha affermato che il suo riferimento alla Nigeria come uno zoo aveva il fine di “facilitare il cambiamento sociale [12]“.

Il blogger nigeriano Kemi Filani [13] ha citato un ascoltare di uno show radiofonico nel quale le persone chiamano offrendosi attivamente di portare avanti delle tattiche violente nei confronti di altri gruppi etnici:

One [caller] actually said, “Hello Director, If Kumuyi steps into Aba, I WILL KILL HIM”. Another caller said he was a technician of sorts and was willing to offer his services to help build a bomb to destroy Nigeria and the Nnamdi character took his number and promised to get in touch with him. The calls kept coming in and it was just caller after caller pledging support for the cause of this deranged man. It didn’t matter that the Nnamdi character sounded rude, arrogant and full of himself and obviously had a thirst for power, it didn’t matter that he was insulting and disrespecting most of the callers who dialed [sic] in, more people kept calling…I couldn’t help but remember that this was exactly how the Boko Haram menace started. First it was just an Islamic preacher who was also doing charity works and feeding his followers, then it grew into a militia that has caused the death of over 15,000 Nigerians and counting…

Uno [ascoltatore] ha praticamente detto, “Salve Direttore, se i Kumuyi mettono pide ad Aba, LI UCCIDEREI”. Un altro ascoltatore ha detto che era una specie di tecnico e che sarebbe stato pronto ad offrire i suoi servigi e costruire una bomba per distruggere la Nigeria e Namdi ha preso il suo numero promettendogli di contattarlo. Le chiamate continuavano ad arrivare una dietro l'altra e tutti mostrvano supporto nei confronti della causa di quest'uomo squilibrato. Non importava quanto Nnamdi sembrasse maleducato, arrogante, pieno di sè e assetato di potere, non importava che stesse insultando la maggiorparte degli ascoltatori che chiamavano, le chiamate aumentavano sempre di più… Non ho potuto fare a meno di ricordare che questo è esattamente il modo in cui la minaccia di Boko Haram è iniziata. Prima era solo un predicatore islamico che faceva anche opere di volontariato e nutriva i suoi sostenitori, poi si è tramutato in un gruppo militare che ha provocato più di 15.000 morti in Nigeria…

Kumuyi [14] è un predicatore pentacostale e Aba è una città del sud- est della Nigeria.

L'ascoltatore ha continuato, supplicando le autorità dello stato di prendere il controllo della situazione prima che “delle vite innocenti” vengano perse.

‘Settarismo ed etnicità risollevano le loro teste velenose’

La Nigeria è uno stato federale con 500 gruppi etnici e circa 200 lingue. La violenza etnocentrica, però, tormenta questa nazione dell'Africa dell'ovest sin dall'indipendenza. I 28 anni di dittatura militare nel paese ha soppresso la libertà di parola e ha esacerbato la divisione etnica. Perciò, tutto era visto dal punto di vista del noi contro loro [15].

Lo stato nigeriano si è reso conmplice nel creare terreno fertile per messaggi come quelli di Kanu. Il presidente Muhammadu Buhari in un intervento presso l'Istituto degli Stati Uniti per la Pace (United States Institute of Peace, USIP) nel luglio del 2016 che il suo non sarebbe stato un governo inclusivo perché [16] “i costituenti che, ad esempio, mi hanno dato il 97% [dei voti] non possono, in tutta onestà, essere trattati allo stesso modo di quelli che mi hanno dato il 5%.”

Quanto detto è stato rispettato alla lettera. Perciò non è stato sorprendente quando The Punch [17] ha rivelato, nel numero di agosto del 2016, “le visite parrocchiali” del presidente Buhari:

Buhari’s sectionalism is not only unprecedented, it could not have come at a worse time. The reality today is that Nigerians are deeply divided. Seventeen years of dashed hopes of progress under a democratic dispensation have reopened the deep fissures in the polity and polarised the populace into mutually suspicious camps. Sectarianism and ethnicity have been rearing their poisonous heads.

La disparità di Buhari non solo non ha precedenti, ma non poteva capitare in un momento peggiore di questo. La realtà odierna è che i nigeriani sono profondamente divisi. Diciassettte anni di vana speranza nel progresso sotto un governo democratico hanno riaperto le profonde fratture nel sistema politico e polarizzato la popolazione in schieramenti sospettosi gli uni degli altri. Settarismo ed etnicità hanno risollevato le loro teste velenose.

Altre fazioni si sono aggiunte a questo scenario divisivo fatto di commenti discriminatori da parte della politica e dei suoi funzionari che pervade il paese. Other factions have added to this divisive ethnic politics and attendant hate speech in the country. Alcuni giovani del nord, in una dichiarazione intitolata la “Kaduna Declaration” hano dato al gruppo etnico degli Igbo una notifica di tre mesi per lasciare la Nigeria del nord [18]:

As a first step, since the Igbo have clearly abused the unreciprocated hospitality that gave them unrestricted access to, and ownership of landed properties all over the North, our first major move shall be to reclaim, assume and assert sole ownership and control of these landed resources currently owned, rented or in any way enjoyed by the ingrate Igbos in any part of Northern Nigeria… Secondly, with the effective date of this declaration, which is today, Tuesday, June 06, 2017, all Igbos currently residing in any part of Northern Nigeria are hereby served notice to relocate within three months and all northerners residing in the East are advised likewise.

Come primo passo, dato che gli Igbo hanno chiaramente abusato della non corrisposta ospitalità che ha dato loro l’ accesso illimitato e la proprietà di terre in tutto il nord, la prima grande mossa da fare è quella di reclamare, ottenere ed esercitare la proprietà del suolo e il controllo dellle risorse delle terre attualmente possedute, affittate o comunque dei quali sono beneficiari gli ingrati Igbo, in ogni parte della Nigeria del nord… In secondo luogo, a partire dalla data effettiva di questa dichiarazione, che è oggi, martedì 6 giugno 2017, tutti gli Igbo che al momento risiedono in ogni parte della Nigeria del nord, con la presente notifica, dovranno trasferirsi obbligatoriamente entro tre mesi. I nordici che vivono nell'area ovest dovranno fare lo stesso.

Questo documento esplosivo da parte della gioventù del nord rivolto agli Igbo ha attirato l'ira di quelli provenienti dalla zona petrolifera della Nigeria al delta del fiume Niger. Hanno descritto [19] la dichiarazione come ” grave e persino più meschina del crimine apparentemente commesso da Nnamdi Kanu, il leader dell’ IPOB, per il quale è stato detenuto per circa un anno.” Kanu, che è stato arrestato nel 2015 con una condanna di 11 anni per terrorismo e truffa, è stato rilasciato su cauzione quest'anno.  [20]

La confusione è stata intensificata dall'assenza del presidente Buhari che [21] “è partito per la capitale britannica per un nuovo ciclo di trattamenti il 7 maggio e non ha più dato sue notizie da all'ora.” Il suo vicepresidente, il professore Yemi Osinbajo, che lo sta sostituendo, sta incontrando alcuni rappresentanti dei vari gruppi etnici del paese per dei consulti.

In evidenza: Le consultazioni de presidente ad interim @ProfOsinbajo con i vari leader politici, religiosi e tradizionali.

Tuttavia, il presidente ad interim è stato esortato ad estendere le sue consultazioni oltre che ai rappresentanti moderati dei gruppi etnici anche a quelli che idealizzano i sostenitori dell'etnicità [25].

Queste e altre dichiarazioni provocatorie, persino peggiori, sono ciò che ha spinto gli scrittori nigeriani a suonare il campanello d'allarme circa i commenti discriminatori e ad invitare il governo a prevenire possibili scontri etnici nel loro paese:

We also call on the government of Nigeria to do everything in its power to protect her citizens and avert another spate of useless killings, and to listen to all aggrieved segments in a constructive and productive manner. It is the duty of government to make the country livable just as it is for citizens to work in building a country to which we are all happy to belong. This means an interrogation of our national memory, reinstating the teaching of a thorough curriculum of Nigerian history in primary and secondary schools, a celebration of our individual cultures and languages, and, above all, the application of justice where rights have been violate

Inoltre, ci rivolgiamo al governo della Nigeria affinché faccia tutto ciò che è in suo potere per proteggere i cittadini ed evitare un'altra inutile ondata di omicidi e, affinché ascolti le varie parti in maniera costruttiva e produttiva. É obbligo del governo rendere il paese vivibile proprio come è obbligo per i cittadini lavorare per costruire un paese al quale siamo tutti felici di appartenere. Questo significa interrogare la nostra memoria nazionale, reinserire l'insegnamento della storia della Nigeria nelle scuole primarie e secondarie, celebrare l'individualità delle nostre culture e delle nostre lingue e, soprattutto, appicare la giustizia laddove i diritti sono stati violati.

Nwachukwu Egbunike, l'autore di questo articolo, ha avviato e lavorato con gli altri scrittori alla stesura della dichiarazione.