Con un racconto divertente, delicato e coinvolgente su un legame padre-figlio, la scrittrice originaria di Trinidad e Tobago Ingrid Persaud si aggiudica il Commonwealth Short Story Prize del 2017 per la regione dei Caraibi; è anche la vincitrice assoluta [en, come i link seguenti salvo diversa indicazione] di quest'anno. In “The Sweet Sop”, esplora magistralmente i difficili temi dell'amore e della morte senza cadere in sentimentalismi, e addolcisce squisitamente con ogni sorta di cioccolato un'amara relazione.
Global Voices ha chiacchierato con lei della sua vittoria, della sua scrittura e della letteratura caraibica in generale.
Global Voices (GV): Congratulazioni per aver vinto il Commonwealth Short Story prize (regione Caraibi) di quest'anno. Dicono che il tuo successo sia stato il fatto di essere “un'autrice alle prime armi” praticamente saltata fuori dal nulla vincendo questo premio, ma è da tempo che affini la tua arte. Puoi raccontarci del tuo percorso?
Ingrid Persaud (IP): L'idea dello scrittore che emerge completamente formato non è altro che una versione del mito del genio. Negli ultimi quattro anni ho scritto continuamente cercando di capire come le parole scorrono, cadono e giocano. Ho scritto un romanzo e ora sto lavorando a un secondo. Non avevo ancora scritto racconti brevi e il premio mi incentiva a guardare a questa forma più seriamente.
Il mio percorso verso la scrittura è stato tortuoso. Ho avuto altre due vite. Sono stata una professoressa di diritto e in seguito ho studiato per diventare artista. Guardando indietro, il filo che lega insieme il tutto è il potere delle parole.
GV: La bellezza di “The Sweet Sop”, il tuo racconto che ha colpito così tanto la giuria per la sua originalità, la forza nel delineare i personaggi e lo humour, è che parla di esperienze universali con una voce spiccatamente di Trinidad. Come sei riuscita a raggiungere questo risultato?
IP: Le voci caraibiche sono così specifiche e così facilmente riconoscibili quanto, per esempio, le voci irlandesi o scozzesi che accettiamo incondizionatamente. Credo che questa generazione di scrittori si stia opponendo alla percezione come qualcosa di estraneo delle voci caraibiche quali il “patois” o “prima lingua nazionale”. Le buone storie e poesie troveranno sempre uno spazio perché parlano alla nostra comune condizione di essere umani. Lo humour di Trinidad mi scalda il cuore e sono felice che succeda anche ad altri.
GV: Tenere un blog è stato utile per affinare la tua scrittura, in particolare per quanto riguarda la forma del racconto breve? Cosa ti ha insegnato in quanto scrittrice?
IP: Non sono una blogger a tempo pieno ma iniziare il blog è stato fondamentale per rendere la scrittura una parte più centrale della mia vita. Ci eravamo trasferiti da Londra alle Barbados e mi fissai il compito di scrivere ogni settimana un componimento di 900 parole sulla nuova vita. Non sembra gran cosa ma mi forniva struttura, disciplina e mi forzava a essere un'osservatrice più attenta. Notes From A Small Rock è stato lo spazio per sperimentarmi e per avere un ritorno dai lettori. Dovrei proprio sfamare più spesso quella bestia.
GV: Non solo sei una scrittrice, sei anche genitore. Come ha reagito la tua famiglia quando hai vinto il premio, e come trovi l'equilibrio tra l'essere moglie, madre e scrittrice?
IP: Tutta la famiglia era orgogliosa. Anche i nostri due gemelli adolescenti hanno borbottato qualcosa sul fatto che il premio fosse fico. I ragazzi sono la mia prima responsabilità e fino a quando non lasceranno casa per andare all'università, l'anno prossimo o giù di lì, il mio mondo è determinato dai loro bisogni. È una mia scelta. Il tempo e lo spazio mentale che riservo alla scrittura è sacro anch'esso ma come sia poi questo tempo dipende da se è vacanza, dal periodo dell'anno scolastico o se i ragazzi hanno gli esami. Mio marito mi sostiene molto nella scrittura così come io lo sostengo nel suo lavoro (è un economista). Lottiamo come una squadra – trovando dei compromessi e risolvendo i problemi.
GV: Quanto sono stati determinanti i social media nella possibilità di condividere e promuovere il tuo lavoro ed entrare in contatto con altri scrittori caraibici?
IP: Trascorro troppo tempo su Facebook e Twitter e lo giustifico perché vivo su un'isola che è 14×21 miglia. È il mio portale per interagire con altri scrittori in giro per il mondo così come la mia interfaccia con le agenzie di stampa e varie pubblicazioni. Ma non confondo mai un amico virtuale con il tipo di amico che si presenta per pranzo e quando sorge la luna siete ancora lì a parlare e ridere.
GV: Parlando di altri scrittori, chi è per te fonte d'ispirazione?
IP: Leggo moltissimo per cogliere lo spirito del tempo e leggo strategicamente a seconda delle sfide che sto affrontando nella mia scrittura. Per la tecnica, il lavoro di Olive Senior è una fonte d'ispirazione. Rileggo Mentre morivo [it] di Faulkner [it] più spesso di quanto voglia ammettere. La scoperta migliore di quest'anno è stata The Story of a Brief Marriage di Anuk Arudpragasam.
GV: Come ti sembra che si stia evolvendo la letteratura caraibica e, al suo interno, dove si inserisce la tua voce?
IP: I Caraibi vantano una tradizione a livello internazionale nella produzione letteraria e stiamo continuando su questa strada con le voci autentiche e uniche di scrittori e poeti quali Kei Miller, Vahni Capildeo, Marlon James, Barbara Jenkins, Jacob Ross e Sharon Millar. Col tempo, quando avrò più lavori all'attivo, la mia voce potrà trovare il suo posto. Ma questo è il lavoro della critica. Il mio compito è di continuare a scrivere.
GV: Qualche consiglio pratico per gli aspiranti scrittori della regione, in particolare per le scrittrici?
IP: Trattatevi con rispetto e gentilezza. Rendete sacro il tempo per la scrittura. Quando non state scrivendo, dovreste essere occupate di leggere. Gli scrittori non sono mai fuori servizio perché da ogni dove può arrivare del materiale — un'osservazione fortuita o quando vai a comprare il pane. Sarà perché la mia memoria è un colabrodo ma consiglio di prendere nota sul momento. E di non aspettare la musa ispiratrice. Quella donna stamattina si è svegliata tardi ed è bloccata nel traffico. Arriverà, ma meglio che voi cominciate a scrivere adesso. Vi raggiungerà più tardi.
GV: Per concludere, cosa significa per te aver vinto il Commonwealth Short Story Prize e come pensi possa cambiare la traiettoria della tua carriera?
IP: Il premio mi ha permesso di entrare in contatto con alcuni fantastici scrittori del Commonwealth — persone che spero resteranno a lungo nella mia vita. Mi ha dato una maggiore fiducia e resistenza per far fronte alle richieste della vita dello scrittore. Ma sono anche un po’ spaventata che la prossima cosa che scriverò possa non essere all'altezza.