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La piattaforma cinese Taobao nell'occhio del ciclone per degli annunci pubblicitari recitati da bambini africani

Categorie: Africa sub-sahariana, Asia orientale, Cina, Citizen Media, Economia & Business, Etnia
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Screenshot da Taobao via HKFP.

Questo articolo, scritto da Jun Pang, è stato originariamente pubblicato [1][en, come i link seguenti salvo diversa indicazione] da Hong Kong Free Press il 9 agosto 2017. La versione seguente viene pubblicata su Global Voices in base a un accordo di partnership.

I venditori cinesi di Taobao, coinvolti nella vendita di foto e video messaggi online personalizzati che ritraggono bambini africani, sono stati sommersi dalle critiche dei commentatori che considerano questa prassi strumentale e razzista.

I servizi sono pubblicizzati sulla più popolare piattaforma di e-commerce cinese, il marketplace Taobao di Alibaba, come un modo “efficace” per trasmettere un messaggio personale. Proposti da diversi venditori, i video ritraggono bambini di paesi africani non meglio identificati che recitano messaggi personalizzati in mandarino mentre tengono in mano dei cartelli.

I video messaggi vengono commissionati per celebrare compleanni e anniversari, ma anche per fare proposte di matrimonio. I campioni di foto sui profili dei venditori mostrano anche i bambini che leggono annunci pubblicitari per studi dentistici, società specializzate nella ristrutturazione edilizia e il motore di ricerca cinese Sogou.

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Screenshot dei risultati della ricerca di “Kids holding placards” (Bambini con cartelli) effettuata sul marketplace Taobao, via HKFP.

La polemica sui videoclip rafforza la diffusa preoccupazione sulla natura del ruolo della Cina in Africa. Dal 2009, il governo di Pechino ha preso il posto degli Stati Uniti diventando il partner commerciale più importante del continente, ma alcune aziende cinesi sono state accusate di replicare le pratiche di sfruttamento delle potenze europee durante l'epoca coloniale.

I prezzi dei video vanno da 10 a 220 RMB (da circa 1,5 a 35 dollari). Gli acquirenti che optano per la fascia di prezzo più alta ricevono un video di 10-20 secondi che ritrae circa dieci bambini che leggono un messaggio in mandarino, rispondendo alle istruzioni del videografo. Chi acquista i pacchetti più economici riceve la foto di un bambino che tiene in mano un cartello con un messaggio scritto a mano. I video vengono generalmente consegnati entro 24-72 ore dal momento dell'ordine.

Uno dei commercianti ha inserito una liberatoria nella descrizione del prodotto, sottolineando [2] che i bambini recitano di loro spontanea volontà:

Children are not merchandise. You can't choose from different video clips. Thank you for understanding.

I bambini non sono merci. Non è possibile scegliere tra più tipi di videoclip. Vi ringraziamo per la comprensione.

HKFP ha copiato alcuni campioni degli annunci video:

Uno dei venditori ha pubblicizzato i video come una sorta di “opera di beneficenza”. HKFP si è presentata come potenziale cliente e ha chiesto se il prezzo del video comprendesse anche il compenso dei bambini coinvolti nella sua produzione.

Questa è la risposta del commerciante:

I am doing this out of the goodness of my heart. I’m not sure – I am asking someone else to take the video for me. I don’t know how much money is given to the children. Sorry.

Lo sto facendo per bontà d'animo. Non ne sono sicuro. Ho fatto girare il video a terzi. Non so quanti soldi vengano dati ai bambini. Scusate.

Un altro commerciante ha risposto che i bambini “sono considerati dei dipendenti”. Alla domanda su quanto giovani fossero i bambini, il fornitore ha risposto di non conoscere i dettagli della produzione, ma di sapere per certo che i “bambini venivano ricompensati” per la loro partecipazione.

“Tutto questo è stupido, di cattivo gusto e ripugnante”

Questa pratica ha scatenato polemiche online. Un commentatore della piattaforma statunitense Sixth Tone [3] ha scritto:

Contemporary China’s first experience with neo-colonial racism? This is all kinds of messed up.

Cos'è? La prima esperienza della Cina di razzismo neocolonialista? È una gran schifezza.

Un altro commentatore di The Paper [4] [cn] un giornale digitale cinese, ha invece scritto:

Stupid, cheap, disgusting. I recommend they put these people in jail.

Tutto questo è stupido, di cattivo gusto e ripugnante. Questa gente dovrebbe essere messa in galera.

E un altro utente ancora ha commentato:

Brazenly disgraceful! Taobao should not only put an end to these shops, it should also investigate the vendors for false advertising and malicious anti-black racism – they are ruining the image of our country.

Spudoratamente scandaloso. Taobao dovrebbe non solo mettere al bando questi commercianti, ma anche indagare su di loro per pubblicità ingannevole e razzismo malevolo contro la popolazione di colore. Stanno danneggiando la reputazione del nostro paese.

Alcuni hanno però difeso la pratica:

I feel like this is not a bad thing. The children get compensated, factories get to be advertised. This is reasonable.

Non mi sembra che sia una cosa così malvagia. I bambini ricevono un compenso e le fabbriche si fanno pubblicità. È sensato.

E un altro ha aggiunto:

All the children had to do was to hold a sign, and then they would get a few dollars. Now that you have made a mountain out of a molehill, they don’t even have that.

Ai bambini è stato solo chiesto di tenere in mano un cartello in cambio di qualche dollaro. Ora che ne avete fatto un affare di stato, quando loro non hanno nemmeno questo.

Il Beijing Youth Daily ha parlato con un fotografo cinese che in passato ha prodotto video simili in Zambia. Il fotografo ha raccontato che i bambini mostrati nei video venivano ricompensati con qualche snack e un po’ di dollari a testa.

Le persone che giravano le clip ricevevano circa 90 RMB (circa 15 dollari) a video e il girato veniva poi venduto su Taobao da un commerciante al doppio del costo di produzione.

Legge sulla pubblicità

Taobao ha dichiarato di aver ricevuto reclami su alcuni venditori che hanno usato bambini africani per presunta violazione della legge cinese sulla pubblicità, che prevede che gli inserzionisti non possano utilizzare “termini entusiastici” nel loro materiale promozionale. La società ha dichiarato che rimuoverà i prodotti se i reclami risulteranno fondati.

In passato, gli utenti avevano già criticato i venditori per aver permesso l'uso di materiale inappropriato nei messaggi personalizzati, tra cui frasi promozionali come “il migliore”, “il più amato” e perfino “lo sanno pure gli africani”, e per aver pubblicato annunci pubblicitari relativi a filmati pornografici in diretta.

Alcuni commercianti specificano nelle loro descrizioni che gli ordini personalizzati non possono contenere parolacce, allusioni di carattere sessuale, riferimenti al gioco d'azzardo e alle droghe o termini entusiastici.

Al momento della pubblicazione di questo articolo, erano ancora molti i commercianti che offrivano questo tipo di servizio sul marketplace online.