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‘Non possono fermarci’ — Il mondo in lutto dopo l'esecuzione dell'attivista siro-palestinese Bassel Khartabil Safadi

Categorie: Medio Oriente & Nord Africa, Siria, Citizen Media, Cyber-attivismo, Diritti umani

La foto di Bassel utilizzata sui social media in suo onore, basata su un Tweet da lui inviato il 17 dicembre 2011. Usata con permesso.

Il 1 agosto 2017, Noura Ghazi Safadi [1] [it] ha rivelato che suo marito, il celebre attivista siro-palestinese per il web aperto Bassel Khartabil (alias Bassel Safadi), è stato giustiziato dal regime di Assad qualche giorno dopo essere stato prelevato dalla famigerata prigione siriana di Adra, nell'ottobre del 2015.

Bassel era un grande amico per molti [1] [it] nella comunità di Global Voices e aveva partecipato al nostro Arab Bloggers Meeting nel 2009. Avevamo chiesto la sua liberazione fin dalla sua scomparsa nel 2015.

Le origini di Bassel possono essere fatte risalire a Safad, una cittadina palestinese situata in Galilea, nella Palestina storica, una delle molte zone in cui i palestinesi hanno subito la pulizia etnica condotta dalle milizie sioniste nel contesto della creazione dello Stato di Israele, un evento che i palestinesi chiamano la ‘Nakba’, la ‘Catastrofe’.

Bassel era ben noto per le sue battaglie in favore del libero accesso alla rete internet e alla conoscenza per il popolo siriano, nonché per aver dotato la Siria di software open-source.

In due dichiarazioni distinte, una in arabo [2] e una in inglese [3], Noura ha scritto [en, come i link seguenti, salvo diversa indicazione]:

Words are difficult to come by while I am about to announce, on behalf of Bassel's family and mine, the confirmation of the death sentence and execution of my husband Bassel Khartabil Safadi. He was executed just days after he was taken from Adra prison in October 2015.
This is the end that suits a hero like him.
Thank you for killing my lover.
I was the bride of the revolution because of you.
And because of you I became a widow.
This is a loss for Syria.
This is loss for Palestine.
This is my loss…

Mi mancano le parole mentre sto per annunciare, da parte della famiglia di Bassel e mia, la conferma della sentenza di morte e dell'esecuzione di mio marito Bassel Khartabil Safadi. È stato giustiziato pochi giorni dopo essere stato prelevato dalla prigione di Adra nell'Ottobre del 2015.
Questa è una fine che si adatta a un eroe come lui.
Grazie per aver ucciso il mio amore.
Ero la moglie della rivoluzione, a causa vostra.
E, a causa vostra, sono diventata una vedova.
È una perdita per la Siria.
È una perdita per la Palestina.
È la mia perdita…

La notizia dell'esecuzione di Bassel ha provocato la mobilitazione di molti siriani e movimenti che si battono per una rete internet libera e open source.

La blogger palestinese e collaboratrice di Global Voices [4] Budour Hassan scrive [ar]:

Non possiamo seguire il tuo corteo funebre, caro. Non possiamo commemorare il tuo martirio. Oh Martire, non possiamo posare rose sulla tua tomba, Oh Bassel.

Oh Bassel e Noura, ci avete spezzati. Siamo così indifesi e sconfitti.

Hassan ha scritto un articolo verso la fine del 2016 intitolato ‘I desaparecidos siriani [7]‘, in cui parlava di Bassel come di un simbolo della “terza alternativa” per la Siria:

Much has been said about the lack of a ‘third alternative’ in Syria, which has been cast by western media as a binary conflict between a military dictatorship and Islamists.
Bassel and Noura opposed both while also rejecting foreign intervention, as do thousands of Syrians who are still languishing in the Syrian regime’s jails. Surrounded by some terrorists in suits and others with long beards, and betrayed by a fragmented opposition handcuffed by donor states and driven by foreign agendas, there are Syrians who want to reclaim a country they could call home; a country where they wouldn’t have to choose between assorted evils; where they don’t have to choose between death by beheading or shelling or starvation.

È stato detto molto sulla mancanza di una ‘terza alternativa’ in Siria, ridotta dai media occidentali a un conflitto binario tra una dittatura militare e gli Islamisti.
Bassel e Noura si sono opposti a entrambi, rifiutando anche interventi stranieri, alla stregua di migliaia di siriani che tuttora marciscono nelle carceri del regime. Circondati da terroristi, alcuni in giacca e cravatta, altri con lunghe barbe, e traditi da un'opposizione frammentata, manipolata dagli stati donatori e diretta da secondi fini stranieri, ci sono siriani che vogliono reclamare un paese da poter chiamare casa; un paese in cui non dover scegliere tra diversi mali; in cui non essere costretti a scegliere se morire per decapitazione, sotto le bombe o di fame.

La piattaforma comunitaria online New Palmyra, fondata da Bassel, ha rilasciato la seguente dichiarazione:

Dichiarazione di #NEWPALMIRA sulla Morte del nostro Fondatore Bassel Khartabil

Murhaf Fares, del Syrian Peace Action Centre di Oslo, che si trova in esilio, riflette sulla morte di Bassel ricordando due compagni dell'Università di Damasco che a tutt'oggi risultano scomparsi:

Waseem Abu Zenah, una persona unica, in tutti i sensi. Morto per le torture nell'aprile del 2014; ecco la sua storia: https://t.co/WXYK87uy2U [13]

Humam è stato arrestato dalle forze di sicurezza di Assad nel settembre del 2012. Sono passati quasi cinque anni ormai, e non una parola su Hummam.

Più di 60 organizzazioni siriane hanno reso onore a Bassel e hanno chiesto il rilascio di tutti i prigionieri di coscienza di Siria. Le loro richieste sono state tradotte dal collaboratore di Global Voices e co-fondatore di Social Media Exchange, Mohammad Najem, che era un buon amico di Bassel:

60 organizzazioni siriane sostengono Bassel in una dichiarazione pubblica e fanno 7 richieste:
1. Sospensione di tutte le esecuzioni capitali in Siria, in particolare di quelle emesse dalla corte militare e dal tribunale anti-terroristico.
2. Immediata rivelazione delle circostanze in cui è morto Bassel e apertura di un'indagine sul caso, ponendo l'accento sul fatto che la corte non possedeva i requisiti per un processo equo né per riconsegnare il corpo alla sua famiglia.
3. Divulgazione dei nomi delle persone giustiziate su ordine del tribunale militare e la restituzione dei corpi alle famiglie.
4. Garanzia di processi equi, imparziali e pubblici per tutti i detenuti di Siria.
5. Obbligo di rispondere delle proprie azioni per chi si sia reso responsabile di esecuzioni extragiudiziali basate su processi farsa.
6. Rilascio immediato e incondizionato di tutti i prigionieri di coscienza di Siria.
7. Concessione ad organizzazioni internazionali competenti del permesso di visitare le carceri e i luoghi di detenzione siriani.

Najem inviava a Bassel libri da leggere e Bassel era stato particolarmente felice di ricevere un libro del poeta persiano Rumi. Najem ha condiviso la sua lettera sui social media:

Oggi abbiamo ufficialmente perso un uomo brillante, e un amico. RIP.

Najem ha anche rivelato di gestire l'account Twitter @MeInSyrianJail [23] (Io in una prigione siriana) per conto di Bassel:

Un progetto che portavo avanti con Bassel, lui condivideva i tweet dal carcere e io li postavo. Concordavamo username, hashtag… Ha anche scritto dei post per il blog.

Liz Sly del Washington Post ha rivelato che Bassel era una delle sue fonti anonime nei primi mesi della rivoluzione, riflettendo sul fatto che ora può rivelare questa informazione:

Bassel Safadi è stato citato in modo anonimo in molti dei miei primi articoli sulle proteste siriane. È tragico poter fare il suo nome perché è stato giustiziato.

La Direttrice Senior della Ricerca di Amnesty International, Anna Neistat, ha detto [27]: “Bassel Khartabil verrà per sempre ricordato come un simbolo di coraggio, che ha combattuto pacificamente per la libertà fino all'ultimo istante”, e ha aggiunto che la sua morte è “una tragica immagine degli orrori che avvengono nelle carceri siriane ogni giorno”:

The tens of thousands of people currently locked away inside Syrian government detention facilities face torture, ill-treatment and extra-judicial executions. These cruel acts undoubtedly amount to war crimes and crimes against humanity.

Le decine di migliaia di persone attualmente rinchiuse negli istituti di detenzione del governo siriano subiscono torture, maltrattamenti ed esecuzioni sommarie. Questi atti crudeli sono indubitabilmente crimini di guerra e crimini contro l'umanità.

Bassel Khartabil verrà per sempre ricordato come un simbolo di coraggio, che ha combattuto pacificamente per la libertà fino all'ultimo istante.

L'attivista palestinese Mariam Barghouti descrive la morte di Bassel come “una terribile perdita”:

Una terribile perdita. Centinaia di altre persone sono stati giustiziate per mano di questo terribile regime.

Salim Salamah, un attivista siro-palestinese e rifugiato che oggi vive in Svezia, ci ricorda che si stima che [34] circa 3.000 siro-palestinesi siano stati uccisi dal regime di Assad:

3: almeno 3000 siro-palestinesi sono stati uccisi per mano del regime siriano.

Anche molte organizzazioni che sostengono la libertà su internet hanno espresso il loro cordoglio per la morte di Bassel. La Jimmy Wales Foundation ha dichiarato [36]:

Jimmy Wales e la Jimmy Wales Foundation condannano con forza l'esecuzione criminale di Bassel, un attivista innocente, ed esprimono le più sentite condoglianze a sua moglie e alla sua famiglia.

Ryan Merkley, CEO di Creative Commons, ha reagito scioccato:

Con tristezza e sdegno apprendiamo oggi che il nostro collega Bassel Khartabil è stato ucciso dal regime siriano.

Access Now ha usato l'hashtag #WhereIsBassel [39] (Dov'è Bassel), coniato al momento della sua scomparsa:

Siamo profondamente vicini alla famiglia e agli amici del tecnologo e attivista Bassel Khartabil #WhereIsBassel

Anche il Media Lab del MIT, che aveva offerto a Bassel una posizione da ricercatore scientifico nel suo Center for Civic Media, ha riconosciuto la grande perdita. Si è saputo che l'offerta era stata fatta a Bassel proprio nello stesso periodo della sua esecuzione:

Il Media Lab del MIT è in lutto alla notizia dell'esecuzione dell'attivista siriano

Bassel era un Wikimediano e la Wikimedia Foundation lo compiange così:

“Non si può combattere la prigionia senza memoria e immaginazione.” @Wikimedia è in lutto per la perdita di Bassel Khartabil.

La EFF (Electronic Frontier Foundation) ha pubblicato alcune lettere che Bassel aveva inviato. In una di esse, datata 15 marzo 2015, dal Carcere Centrale di Damasco, scrive:

As long as you people out doing what you are doing, my soul is free. Jail is only a temporary physical limitation.

Finché voi sarete là fuori a fare ciò che fate, la mia anima sarà libera. Il carcere è solo una limitazione fisica temporanea.

EFF è onorata di condividere le lettere che ha ricevuto nel 2015 dall'attivista Bassel Khartabil, la cui morte in Siria è stata confermata questa settimana.

Nella conseguente discussione su Twitter, la EFF ha spiegato il ruolo di Bassel nella promozione di una rete internet aperta in Siria:

Bassel created Aiki Lab, Syria's first hackerspace, in Damascus in 2010, and helped open the internet to the Syrian people. He worked with global contacts, including EFF activists, to advance freedom of speech and access. He received a number of awards including the 2013 Index on Censorship Digital Freedom Award for using technology to promote an open Internet. Among many, many accomplishments, he was a contributor to Mozilla and Wikipedia, and he was the Syrian lead for Creative Commons.

Bassel ha creato Aiki Lab, il primo hackerspace siriano, a Damasco nel 2010, e ha aiutato ad aprire internet alla popolazione siriana. Ha lavorato con contatti internazionali, inclusi attivisti di EFF, per far progredire la libertà di parola e di accesso. Ha ricevuto diversi premi, tra cui l'Index on Censorship Digital Freedom Award 2013 per l'uso della tecnologia per promuovere una rete internet aperta. Tra i moltissimi altri traguardi raggiunti, era un collaboratore di Mozilla e di Wikipedia, ed era il direttore di Creative Commons Siria.

L'impegno di Bassel per la libertà d'espressione, la rete internet aperta e i software open source è un esempio per tutti noi.