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Un nuovo documentario mostra il lato umano della prostituzione maschile in Giappone

Categorie: Asia orientale, Giappone, Arte & Cultura, Citizen Media, Diritti gay (LGBT), Giovani, Media & Giornalismi
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Giovane che intrattiene potenziali clienti in un bar urisen. Immagine fornita per gentile concessione di ‘Boys for Sale [1].’

Il nuovo documentario “Boys For Sale [1]” [jp] (Ragazzi in vendita) esplora il mondo della prostituzione maschile, o degli “urisen” (ウリ専 [2]) [jp] come vengono chiamati in giapponese, nel quartiere “2-chome” di Shinjuku [3][en, come i link seguenti salvo diversa indicazione], Tokyo, famoso per essere il ritrovo della comunità gay e per la sua animata vita notturna.

Il film presenta interviste autentiche con giovani uomini che lavorano nei bar e nei bordelli e che vengono pagati per fare sesso con altri uomini, oltre ad affrontare argomenti come la sessualità e il consenso sessuale nella cultura giapponese. A volte, il documentario utilizza animazioni per proteggere l'identità di alcuni degli intervistati e mostrare ciò che accade durante un incontro sessuale con un cliente.

Molti degli uomini intervistati nel documentario forniscono interpretazioni leggermente diverse sul significato del termine “urisen”: significa “passare del tempo con un ragazzo”; “offrire alle persone l'opportunità di incontrare altre persone”, “da una semplice simpatia del cliente può nascere qualcos'altro”; e “unrisen significa vendere e comprare … Noi vendiamo i nostri corpi e gli uomini li acquistano….”

Molti dei giovani intervistati nel documentario dicono di aver finito per scegliere di fare questo lavoro perché avevano bisogno di soldi per ripagare i debiti familiari o perché, dopo essersi trasferiti a Tokyo in cerca di lavoro, non ha trovato di meglio. Uno degli intervistati ci ha detto di essersi trasferito a Tokyo dopo che lo tsunami del 2011 aveva distrutto la sua città natale nella  prefettura di Iwate. In generale, la prostituzione maschile in Giappone è permessa, poiché per la legge, il sesso è definito esclusivamente come rapporto sessuale vaginale [4], pertanto qualsiasi altra prestazione sessuale dietro pagamento non è illegale.
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Pagina web che mostra una scelta di giovani professionisti del sesso in un bar in Giappone. Immagine gentilmente concessa da ‘Boys for Sale [1].’

Dal documentario emerge che parte dei lavoro di questi ragazzi consiste nel lavorare generalmente in un bar dove incontrano i loro potenziali clienti. Possono arrivare a “guadagnare 5 dollari per 30 minuti” sedendosi semplicemente vicino a un cliente in un bar e anche molto di più se riescono a convincerlo a fare sesso con loro per qualche ora in una delle salette private situate in prossimità dei bar. I ragazzi iniziano a lavorare alle 16 e lavorano dalle otto alle dieci ore a sera, guadagnando da 150.000 a 850.00 Yen (1.350-7.800 dollari) al mese, anche se il 50% del loro guadagno spetta al bar per cui lavorano.

La maggior parte dei giovani intervistati in “Boys for Sale” aveva meno di 26 anni e, benché molti accettino denaro per fare sesso con altri uomini, non sono gay. Alcuni intervistati hanno anzi affermato di preferire le donne, di non provare alcun piacere a fare sesso con uomini e di cercare di rimanere il più distaccati possibili durante il rapporto. Uno degli intervistati ha ammesso di aver scoperto che fare sesso con altri uomini non era poi così difficile come si immaginava inizialmente.

Molti dei giovani non ricevono alcun tipo di educazione preventiva né vengono sottoposti a test da parte dei loro datori di lavoro, in modo che possano proteggersi dalla malattie sessualmente trasmissibili (“Il Giappone è uno dei paesi sviluppati in cui l'HIV è in aumento”, fa notare uno degli intervistati). I profilattici vengono raramente usati per rispetto nei confronti dei clienti. Infatti, secondo uno dei baristi, ai giovani professionisti del sesso viene insegnato che farsi la doccia (con il cliente) evita il contagio di malattie trasmesse sessualmente.

Nel documentario gli intervistanti raccontano storie inquietanti.

“I clienti sono potenti”, dice un intervistato. “Finisco per cedere alle loro richieste … Quindi, qualunque cosa mi chiedano di fare, non posso rifiutarmi.”

Un altro intervistato riferisce di essere stato bendato e violentato da più uomini. Ciò nonostante, ha continuato a lavorare nello stesso bar.

“Boys for Sale” è stato realizzato da un team internazionale di registi statunitensi, inglesi e giapponesi. Riuscire a costruire un rapporto di fiducia con gli intervistati è stato l'elemento chiave, ha raccontato, Ian Thomas Ash [5], il produttore esecutivo [6], a Tokyo Weekender. I produttori hanno frequentato per un anno intero diversi bar urisen di Shinkuku per riuscire a conoscere bene la comunità. “Le persone hanno imparato a conoscerci e hanno capito che il nostro non era giornalismo col paracadute”, ha aggiunto [7].

Questo è il motivo per cui il documentario fornisce una visione umana ed empatica sulla vita degli uomini che lavorano nel mondo della prostituzione maschile di Tokyo.

Il documentario è stato presentato durante un festival cinematografico in Germania nel maggio 2017, e sarà proiettato in una serie di festival in tutto il mondo, tra cui l'edizione 2017 del Durban Gay and Lesbian Film Festival, [8] dal 26 agosto al 1° settembre 2017. Per visualizzare il programma di proiezioni autunnali del film, fare clic qui [9][jp]. La prima giapponese dovrebbe essere annunciata tra breve.

Per guardare il trailer di “Boys for Sale [10]“, fare clic di seguito:

“Boys for Sale” ha fornito a Global Voices una copia anticipata del documentario per poter scrivere di questo articolo.