Ayotzinapa: sono passati tre anni dalla scomparsa dei 43 studenti in Messico

ayotzinapa in memoriam

“In memoria di Ayotzinapa” (fotografia di uno degli studenti scomparsi). Immagine condivisa su Flickr dall'utente Lws & Clrk e usata con licenza CC BY-SA 2.0.

Il 26 settembre, sono passati tre anni dai violenti eventi [it] verificatisi a Iguala [it], una cittadina messicana nello stato sudoccidentale di Guerrero, che culminarono nella scomparsa di 43 giovani tirocinanti della Escuela Normal Rural Raul Isidro Burgos [es, come i link seguenti salvo diversa indicazione] di Ayotzinapa.

Il caso di Ayotzinapa, come ormai viene chiamato, è praticamente stato archiviato perché l'attenzione del pubblico è calata a causa dell'assenza di novità nelle indagini. Il destino di questi studenti continua tuttavia ad essere misterioso e controverso.

Dati certi fino a questa data

La versione più accreditata è che gli studenti, che viaggiavano su un autobus che avevano requisito per partecipare a una protesta, siano stati presi in custodia dalla polizia locale. Successivamente, sono stati consegnati a un’organizzazione criminale locale chiamata Guerreros Unidos (“Guerrieri uniti”).

Il gruppo criminale agiva per conto del sindaco e di sua moglie, conosciuti con il nome di “La coppia imperiale” [en] per il loro stile di vita stravagante e gli abusi di potere. La famigerata coppia era legata al Partito della Rivoluzione Democratica [it], uno dei partiti che si oppongono all'attuale partito al governo in Messico.

Secondo la versione ufficiale, parzialmente confermata dagli esperti dell'Università di Innsbruck in Austria, i giovani sarebbero poi stati uccisi e i loro corpi bruciati in una discarica della città di Cocula, sempre nello stato di Guerrero. Questa versione è stata tuttavia contestata dall'opinione pubblica e da alcuni esperti che ritengono improbabile che i resti di ciascun studente possano essere stati inceneriti con un incendio o una pira di massa.

Altre persone più scettiche affermano che alla fine gli studenti sono stati portati in un campo militare, una versione in parte condivisa da chi non crede alla versione ufficiale e anche basata sul fatto che il governo messicano ha negato l'accesso alle strutture militari.

L'unica verità certa è che questi 43 studenti non sono mai ricomparsi e che le loro famiglie continuano a esigere prove e spiegazioni.

E la giustizia?

Dal novembre 2014 ad oggi sono state fermate oltre 100 persone per il loro presunto coinvolgimento nel caso, tra cui anche i capi di Guerreros Unidos e la “Coppia Imperiale”. Tuttavia, nessuno di loro è stato incriminato per l'accaduto. In altre parole, in 36 mesi, non è stata emessa alcuna sentenza.

Il giornalista Arturo Angel ha seguito l'evoluzione delle indagini per il sito di notizie indipendente Animal Político:

Más de 120 personas han sido detenidas durante la investigación tras la desaparición de los normalistas, pero de ellos solo 70 están acusados ante un juez de haber participado en estos hechos.

Sidronio Casarrubias, presunto líder del grupo criminal “Guerreros Unidos” al que se responsabiliza oficialmente de ser el autor de la desaparición de los normalistas, se encuentra entre los detenidos pero no ha sido consignado por el caso. La PGR informó que aún no reúne los elementos de prueba para hacerlo.

Dopo la scomparsa dei tirocinanti, sono state arrestate oltre 120 persone, ma solo il 70% di loro è stato portato davanti a un giudice ed accusato di aver preso parte agli eventi.

Sidronio Casarrubias, il presunto capo di “Guerreros Unidos” e ufficialmente responsabile della scomparsa degli studenti, figura tra le persone arrestate anche se il suo nome non è stato messo agli atti. Il PGR (Ufficio del Procuratore generale) [en] ha riferito di non avere prove sufficienti per incriminarlo.

Dalla scomparsa ad oggi, nell’Ufficio generale della procura messicano [en], che ha il compito di indagare sui fatti e di assicurare i colpevoli alla giustizia, si sono succeduti tre capi: Jesus Murillo Karam [en], Areli Gomez [en] e attualmente Raul Cervantes [en]. Tutti e tre hanno innegabili rapporti con il Partito Rivoluzionario Istituzionale [it] (dalle cui file proviene anche l'attuale presidente, Enrique Peña). Tutti e tre sono stati fortemente contestati per le modalità con cui hanno condotto il caso di Ayotzinapa.

La memoria è labile

A tre anni della tragedia, sono in pochi a commemorare gli studenti e a chiedere che vengano riconsegnati vivi e che il governo si assuma le sue responsabilità. Coloro che ancora ricordano la tragedia hanno stretto un patto di solidarietà con le famiglie degli scomparsi, condividendo video come il seguente, diffuso via Twitter dall'organizzazione non governativa Fundar. Nel video, una delle madri delle vittime dice: “Riesco a sopravvivere pensando e aspettando, che forse è la cosa peggiore che può capitare a una madre”.

Lunga vita al Messico. È venuto il momento di ascoltare le voci rispettabili e angosciate delle vittime, dei sopravvissuti e dei familiari delle vittime del caso di Ayotzinapa.

Jan Nimmo è una delle persone che si ricorda ancora del caso, nonostante la lentezza delle indagini:

Da quasi 3 anni penso ogni giorno agli studenti di Ayotzinapa in Messico, alle loro famiglie e alle altre 32.ooo persone scomparse.

Il giornalista e cineasta Ayotzinapa commemora gli studenti pubblicando un “registro di classe” giornaliero su Twitter, in cui condivide i nomi e le foto di ogni singola persona scomparsa:

41 MiguelÁngelH
42 MiguelÁngelM
43 Saul
Ayotzi è ancora vivo (“Non uno in meno”)

Il passare del tempo cancella tutto

Il caso di Ayotzinapa è stato uno dei primi casi difficili che il Presidente Peña e la sua amministrazione hanno dovuto affrontare, ma è stato presto seguito da un innumerevole numero di scandali per conflitti d'interesse, negligenza, abuso di potere e corruzione che ha coinvolto la sua persona e i suoi alleati. Nonostante ciò, la classe politica [en] si prepara alle elezioni presidenziali [en] del 2018 come se niente fosse mai accaduto.

Invece, la persona attualmente responsabile delle indagini sulla scomparsa, Rual Cervantes, sta concentrando le sue energie [en] sul conseguimento della carica ancora vacante di Procuratore Generale della Repubblica; una posizione che gli garantirebbe altri nove anni di potere (perché il Presidente non potrebbe rimuoverlo) e lo trasformerebbe virtualmente in un intoccabile, rendendolo immune dalle accuse dei cittadini. L'ufficio del Procuratore Generale della Repubblica dovrebbe infatti diventare un ente autonomo destinato a sostituire l'ufficio del Procuratore Generale.

A 3 ANNI DA AYOTZINAPA E ANCORA NON È STATA FATTA GIUSTIZIA. VOGLIONO NOMINARE RAUL CERVANTES PROCURATORE GENERALE DELLA REPUBBLICA. MAI.

Global Voices continuerà a seguire il caso come ha fatto negli ultimi tre anni [en], occupandosi anche delle storie personali degli studenti di Ayotzinapa come Aldo Gutierrez, che non è rimasto ucciso, ma che è stato gravemente ferito dopo essere stato attaccato dalla polizia di Iguala ed è tuttora privo di conoscenza in un ospedale di Città del Messico..

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