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La Corte Suprema del Guatemala ha deciso che il Presidente non può espellere il commissario anti-corruzione

Categorie: America Latina, Guatemala, Citizen Media, Governance, Legge, Politica, Protesta
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“#Vattene Jimmy. Il Guatemala scende in piazza senza paura”. Illustrazione creata per una campagna per il Messico-Guatemala. Immagine originariamente pubblicata da Prensa Comunitaria e utilizzata con la sua autorizzazione

Il Guatemala ha vissuto giorni di intensi confronti politici dopo il tentativo del Presidente Jimmy Morales di espellere Ivan Velázquez, l'attuale capo della Commissione Internazionale contro l'impunità in Guatemala (CICIG), un'organizzazione dell'ONU, dichiarandolo “persona non gradita” [2] [en].

Ora è entrata in campo anche la Corte costituzionale del Guatemala che ha sospeso la decisione del Presidente, dichiarando la sua azione “illegale”.

Molti gualtemaltechi hanno visto nell'intervento della corte un passo avanti nella lotta contro la corruzione e un qualcosa da celebrare online [es, come i link seguenti] :

Fuochi di artificio, applausi e discorsi di encomio sulla risoluzione della corte costituzionale che conferma la permanenza di Velázquez [in Guatemala].

Iván rimane

Il destino del commissario è incerto, ma il sostegno popolare e la fiducia riservatagli in Guatemala e a livello internazionale sono la chiave del successo della missione del CICIG: effettuare indagini indipendenti sulle attività di gruppi di sicurezza illegali, strutture di sicurezza clandestine e organizzazioni criminali che minano la legittimità delle leggi.

Chi sono i sostenitori del Presidente?

Il Presidente Morales è attualmente sotto indagine per aver ricevuto finanziamenti illeciti. È sostenuto da un folto gruppo di parlamentari – molti dei quali sono anch'essi sotto indagine – e dalle autorità municipali [9]. È stato appoggiato anche dagli ex presidenti e dalla classe guatemalteca più conservatrice, formata dalle chiese neopentecostali, le associazioni di veterani e studiosi libertari. Come ha fatto notare Raúl Bolaños sul suo sito di approfondimento giornalistico Plaza Pública [10]:

Sus apoyos se encuentran en un discurso nacionalista, en la amenaza del uso de la fuerza y en la ambigüedad de las élites y de las instituciones religiosas, que no quieren un escenario de incertidumbre. El presidente refinó la confrontación en esta lucha, se apoyó en el conservadurismo religioso y aderezó este con un nacionalismo exacerbado

Il Presidente fa leva sul nazionalismo, sulla minaccia dell'uso della forza e sull'ambiguità dell'èlite nelle istituzioni religiose che non vogliono un clima d'incertezza. Il Presidente ha per così dire perfezionato questo conflitto, circondandosi di conservatori religiosi e aggiungendo un tocco di esasperato nazionalismo alla miscela.

Il giornalista Allan Nairn ha fatto notare che il livello di aggressività nei dibattiti sta aumentando e che sempre più spesso le autorità alludono ai mezzi violenti [11]che hanno usato in passato durante la guerra civile durata 36 anni [12] [it]:

Álvaro Arzú, oligarca, ex Presidente che aveva la propria squadra di intelligence, prospetta il ricorso alla guerra civile se il capo della commissione anticorruzione non viene espulso dal paese.

Quelli che chiedevano le dimissioni del Presidente hanno descritto l'alleanza di Arzu con Morales come un “patto [politico] corrotto: una descrizione che è diventata rapidamente un hashtag che ha sommerso le reti del Guatemala: #PactoDeCorruptos [15].

Chi è a favore dei finanziamenti illegali, alzi la mano.

Quando si è sostenuti da un Presidente che è in carcere, Otto Perez, e da un fuggitivo che ha commesso un colpo di stato come Serrano Elias, lo stato va in crisi.

Nei prossimi giorni verranno avviate le procedure [21] per ottenere l'autorizzazione dalla Corte Suprema a togliere l'immunità al Presidente. Benché sia ancora sostenuto dalle autorità cittadine, sono sempre più numerosi i guatemaltechi che si stanno riversando in piazza [22] in varie città per chiedere le sue dimissioni.