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Gli eroi senza volto delle alluvioni del 2017 a Mumbai in India

Categorie: Asia meridionale, India, Ambiente, Citizen Media, Diritti umani, Disastri, Interventi umanitari, Sviluppo
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Screenshot di un video pubblicato da YouTube da Video Volunteers che mostra un lavoratore migrante che ripulisce le fogne a Mumbai in India.

Questo articolo è stato scritto da Madhura Chakraborty ed è stato originariamente pubblicato [2]  [en, come i link seguenti] su Video Volunteers, un'organizzazione giornalistica internazionale con sede in India che ha ricevuto numerosi riconoscimenti. Quella che segue è una versione rivista, pubblicata grazie a un accordo di condivisione dei contenuti con Global Voices. 

Migliaia di lavoratori migranti sono stati assunti da Brihanmumbai Municipal Corporation [3] (BMC), l'organizzazione civica più ricca dell'India per la pulizia pre-monsonica che viene effettuata ogni anno. Questa pulizia viene effettuata grazie all'aiuto di migranti, che spesso lavorano illegalmente e in condizioni disumane, come è emerso di recente durante le alluvioni d Mumbai [4].

Il 29 agosto, acquazzoni torrenziali hanno creato il caos a Mumbai, mettendo in ginocchio il sistema di trasporto nella metropoli di oltre 18 milioni di abitanti. Circa una ventina di persone sono morte a seguito del crollo di un edificio [5] dopo che le strade della capitale finanziaria dell'India si erano trasformate in fiumi.

Le alluvioni di Mumbai si sono ritirate entro un giorno grazie agli sforzi degli operatori sanitari migranti assunti da BMC.

L'assenza di vere e proprie reti fognarie e la scarsa igiene dovuta a prassi come l'abitudine indiana di defecare all'aperto  [6]fanno sì che pulizia venga effettuata mediante la cernita manuale dei rifiuti [7] principalmente dai dalit  [8]o Paria.

Dopo decine di campagne volte a migliorare le strutture igenico-sanitarie, nel 2013 i legislatori indiani hanno approvato una legge che proibisce l'impiego di operatori sanitari per la cernita manuale di rifiuti e sostiene la loro riabilitazione [9], con l'intento di criminalizzare la prassi di assumere persone per pulire, trasportare, smaltire o manipolare manualmente escrementi umani provenienti da latrine secche, scarichi aperti, pozzi o fogne, senza che vengano loro forniti dispositivi di protezione o altre apparecchiature per la pulizia.

Ciò nonostante, i lavoratori di BCM continuano a lavorare manualmente senza alcun dispositivo di protezione.

Amol Lalzare, corrispondente della comunità di Video Volunteers e conducente del proprio risciò a Mumbai, ha riferito: [1]

They don’t touch us because our hands and feet are dirty. They say we stink. They yell at us, hit us, ask us to go away.

Non ci toccano perché le nostre mani e i nostri piedi sono sporchi. Dicono che puzziamo. Ci urlano contro, ci picchiano e ci chiedono di andarcene.

Nana Kale racconta di essere stato trattato in questo modo dopo aver pulito il sistema fognario d Mumbai prima dell'arrivo dei monsoni. Per lavorare al progetto di pulizia, per prevenire che Mumbai venisse sommersa, si è dovuto allontanare di circa 500 chilometri dal suo villaggio insieme alla moglie e alla figlia di due anni.

Kale era stato assunto da uno degli appaltatori di BMC. Il suo lavoro consisteva nell'entrare nella rete fognaria di Mumbai senza maschere a gas, guanti di protezione, scarpe o una tuta da lavoro. Doveva raccogliere i rifiuti solidi e in plastica a mani nude e separare la melma manualmente con una vanga. Lo aiutava sua moglie, mentre la figlia giocava intorno alle acque putride, inalando fumi tossici come metano, ammoniaca e altri gas.

She [my daughter] had once fallen inside the gutter. The contractor was right there, but he didn’t do anything. He asked us to keep her away. Where will this child go? says Kale.

Una volta, mia figlia è caduta nel canale di scolo. L'appaltatore era presente, ma non ha mosso un dito. Anzi, ci ha chiesto di tenerla lontana. Ma a chi l'avremmo dovuta lasciare?

Nel dicembre 2016, la Corte Suprema di Mumbai  [10]ha emesso una sentenza a favore degli operatori sanitari che lavorano per BMC:

Residents of the city have a fundamental right to a clean environment…But in a welfare state, cleanliness for one class of citizens cannot be achieved by engaging in ‘slavery’ of the others.

I residenti hanno il fondamentale diritto a vivere in un ambiente pulito. Tuttavia, in uno stato sociale, il diritto alla pulizia di una classe di cittadini non può essere ottenuto “schiavizzando” gli altri.

Dal momento che BMC è la più ricca organizzazione civica indiana con un budget che supera 25.000 rupie (3,8 miliardi di dollari), [11] molti cittadini si stanno chiedendo perché non possa trattare meglio chi svolge questo lavoro essenziale per la città. Gli attivisti ipotizzano che BMC consideri la vita degli operatori sanitari non indispensabile perché fanno parte della casta più bassa della società, ossia dei dalit.

Secondo i dati forniti da BMC, dal 2009 ad oggi, sono morti 1.386 operatori sanitari [12]. Quest'anno, i morti sono già novanta [13]. Studi di ricerca rivelano che l'aspettativa di vita per le persone che svolgono questo lavoro è pericolosamente bassa e pari ad appena 52 anni [14].

Abdul Shaikh, un sub-appaltatore assunto per l'operazione di pulizia, ha commentato con grande eloquenza:

“Modiji talks about Swachh Bharat. But I want to ask this government, is the cleanli1> ess of the streets the only important thing? What about the people who do this work?”

Modiji parla di Swachh Bharat (India ripulita). Io vorrei chiedere a questo governo se la pulizia è l'unica cosa importante. Le persone che svolgono questo lavoro non contano niente?

La Campagna Swachh Bharat, nota anche con il nome di ‘Clean India Campaign’ (Puliamo l'India) sponsorizzata dal Primo ministro Modi ha già raccolto oltre 90 miliardi di rupie indiane [15] dall'ottobre 2016 a oggi grazie a iniziative fiscale introdotte per sostenere l'iniziativa. Ciò nonostante la situazione degli operatori sanitari rimane invariata.

Gli abitanti di Mumbai hanno manifestato rabbia contro BMC a causa dei morti durante le alluvioni. [16] Si parla molto del cosiddetto ‘spirito di Mumbai’ [17] ma mentre pensate agli abitanti di Mumbai che si congratulano l'uno l'altro sui social media per la generosità del loro spirito, immaginatevi anche un ragazzino di 12 anni, immerso tutto il giorno fino alla cintola in un canale di scolo, a pulire la sporcizia prodotta dagli altri.

I lavoratori migranti di Mumbai non sono solo vittime dei gasi tossici e del fango putrefatto, ma dell'apatia degli abitanti di Mumbai che si girano dall'altra parte pur di non vedere questa tragedia umana.

Video Volunteers è l'unica rete di reporter indiana che fornisce esclusivamente un'ampia copertura sui distretti più poveri e più derelitti dell'India.