In seguito al terremoto di magnitudo 7.1 che ha colpito il Messico lo scorso 19 settembre, i cittadini hanno lavorato giorno e notte per formare squadre di medici, centri di raccolta, gruppi di salvataggio ed eseguire lavori di ricostruzione. Si tratta di una incredibile mobilitazione sociale, paragonabile alla ricostruzione messicana seguita al disastroso sisma di magnitudo 8 del 1985. In questi giorni, hashtag come #VerificadoS19 (#VerificatoS19) sono gli ultimi di una serie di strumenti online utili per dare soccorso alle zone bisognose di aiuto.
Tuttavia, nel bel mezzo di questa enorme dimostrazione di solidarietà per tutto il Messico, sono anche emersi denunce di razzie di beni per fini politici, violazioni nel protocollo per i salvataggi, attacchi ai civili, rifiuto di divulgare informazioni fondamentali, una generale mancanza di sensibilità e assenza di riscontri da parte di diversi comparti del governo messicano.
Le denunce hanno avuto inizio il 21 settembre, con l'hashtag #RescatePrimero (#PrimailSoccorso), davanti all'intenzione di utilizzare macchinari per rimuovere i detriti da parte di esercito e marina prima delle 72 ore indicate dai protocolli internazionali di salvataggio. Ciò ha provocato l'intervento della Commissione Nazionale per i Diritti Umani e il deposito di procedimenti giudiziari [es, come i link seguenti, salvo diversa indicazione] per fermare le demolizioni e continuare la ricerca dei dispersi.
#RescatePrimero si ya se cansaron los marinos o militares, hay muchos topos, brigadas y personas que tenemos fuerza y ganas de ayudar
— Daniel Maldonado (@danymoto7) 21 2017
#PrimailSoccorso Se militari e marinai sono già stanchi, ci sono ancora molte ruspe, squadre e persone con forza e volontà di dare una mano.
Apoyamos este comunicado de la #CNDH de México | Vía: @gomanego. #NoALaMaquinariaPesadapic.twitter.com/WIMW26L4Wi
— Adán González (@rpkampuchea) 22 de septiembre de 2017
Sosteniamo questo comunicato dal #CNDH (La Commissione nazionale per i diritti umani [en] messicana) | Via: @gomanego. #NoAiMacchinariPesanti
Jueces otorgan suspensiones con las que no se podrán derribar edificios dañados, si es posible ubicar sobrevivientes https://t.co/FW861mKTrQ
— AnimalPolitico.com (@Pajaropolitico) 25 de septiembre de 2017
I giudici concedono la sospensione che impedirà la demolizione degli edifici danneggiati, se è ancora possibile trovare superstiti.
Nuove sfide, soliti problemi
Una fabbrica tessile nella Colonia Obrera [en] è un altro luogo in cui sono state registrate irregolarità: dal rifiuto di rivelare le identità delle impiegate di sesso femminile o i dettagli delle condizioni lavorative, ad aggressioni fisiche e verbali da parte delle truppe inviate dalla capitale. Tutto ciò ricorda tristemente i fatti successivi al sisma di 32 anni fa, quando salvare i macchinari industriali era stato prioritario rispetto al salvataggio di vite umane. Questo è uno dei molteplici casi che mette allo scoperto una situazione di negligenza e una connivenza tra l'industria immobiliare e il governo. Le tensioni nella Colonia Obrera hanno scatenato scontri tra militari e civili.
¿Hubo muertos en la fábrica que cayó en la Obrera? ¿Qué pasó ahí? Limpiaron el predio, no las dudas https://t.co/UmQc2ftQhE
— Wendy Selene Pérez (@wendyselene) 25 de septiembre de 2017
Ci sono stati morti nella fabbrica di Obrera? Cosa è successo laggiù? Hanno ripulito la sede, non i dubbi.
Mujeres obreras, muriendo en las fábricas en las que trabajan, en condiciones que no conocemos. No es la primera vez. #Chimalpopoca
— Ani (@Panoptismo) 22 de septiembre de 2017
Donne operaie che muoiono nella fabbriche in cui lavorano, in condizioni di cui non sappiamo nulla. Non è la prima volta. #Chimalpopoca
RT #Urgente#Chimalpopoca
—>Las trabajadoras dicen que hay sótano.
Sacaron a brigadistas.
Hay cerco policial y maquinaria. pic.twitter.com/UXtBgvAjMw— Cintia Bolio (@cintiabolio) 22 de septiembre de 2017
RT #Urgente #Chimalpopoca
—>Le operaie dicono che c'è un seminterrato.
Le truppe l'hanno rimosso.
Ci sono recinzioni di polizia e macchinari.
Dolore e rabbia sono esplosi nuovamente da quando si è scoperto che le informazioni sugli edifici crollati nei viali Álvaro Obregón e Gabriel Mancera a Città del Messico sono state insabbiate per più di sei giorni, persino dopo che il 25 settembre erano stati captati segnali di vita. Presumibilmente circa 40 persone potrebbero essere intrappolate sotto le macerie. Le richieste al governo da parte di familiari e delle squadre di soccorso aumentano mentre i momenti decisivi sono agli sgoccioli.
Familias en #AlvaroObregon286 están desesperadas, denuncian graves irregularidades y falta de información.#Sismo… https://t.co/YDyo6kA3CG
— Román Borrego (@RomanBorrego) 26 de septiembre de 2017
Le famiglie ad #AlvaroObregon286 sono disperate, denunciano gravi irregolarità e mancanza di informazioni. #Sismo…
La falta de información en #alvaroobregon286 es inhumano…
— Love Only (@Maizinha_RBDyLS) 26 de septiembre de 2017
La mancanza di informazioni da #alvaroobregon286 è disumana…
Hace días se atrevieron a pedirles a los familiares que no tuvieran contacto con medios de comunicación y redes sociales.
— elisa (@tannnit) 26 de septiembre de 2017
Qualche giorno fa hanno osato chiedere ai familiari di non avere contatti con i media e i social network.
Di fronte a fatti tremendi come questi, la comunità online ricorda di stare all'erta, non solo a Città del Messico, ma anche nelle altre zone del paese colpite dal sisma. Sollecitando a non dimenticare aree ugualmente importanti ma con minore impatto mediatico come Santa Rosa Xochiac, Iztapalapa, Tláhuac, Xochimilco e i campi delle famiglie indigene di Roma e Juarez.
Gli utenti dei social media stanno spingendo residenti, vicini e civili delle zone colpite a denunciare ogni irregolarità e ad insistere sul fatto che le istituzioni si devono attenere ai protocolli di sicurezza e trasparenza. Chiedono a gran voce di informare il pubblico in maniera opportuna e con onestà, che i protocolli riguardanti l'uso di macchinari pesanti siano rispettati, che non ci siano ostacoli o interruzioni nei soccorsi, che le imprese edili siano ritenute legalmente responsabili di danni agli edifici, che i regolamenti di protezione civile per la ricostruzione siano osservati e che venga accertato l'arrivo a destinazione degli aiuti:
Repito: aún falta mucha ayuda, pero luego habrá que pedir cuentas sobre cuántas mujeres trabajaban en #Chimalpopoca y en qué condiciones.
— Tania Tagle (@Tania_Tagle) 22 de septiembre de 2017
Ripeto: c'è ancora tantissimo bisogno di aiuto, ma è necessario sapere il numero di donne che lavorava al #Chimalpopoca e in quali condizioni.
Soy de Morelos y nadie me lo contó yo lo vi, están bien densas las cosas y todos salimos ayudar con miedo que nos detengan con la ayuda
— Montserrat (@monts___) 25 de septiembre de 2017
Sono di Morelos e nessuno mi ha detto che le cose sono così serie, l'ho visto da me, dobbiamo partire e aiutare, con la paura che ci fermino.
Toda edificación colapsada NO debe ser demolida antes de que un peritaje permita deslindar causas y responsabilidades. ?No a la impunidad?
— René Coulomb (@ReneCoulomb) 23 de septiembre de 2017
NESSUN edificio crollato dovrebbe essere demolito senza il verbale di un esperto che identifichi cause e responsabilità . ? No all'impunità ?
Ora che si parla di ricostruzione, il pubblico vuole un attento monitoraggio nell'uso di ogni risorsa destinata alla riedificazione.
Empresarios de la CdMx exigen abrir a la sociedad el manejo del dinero para la reconstrucción https://t.co/PwdkEwgD0cpic.twitter.com/7CmvCg5UdY
— Sin Embargo MX (@SinEmbargoMX) October 3, 2017
Gli uomini d'affari di Città del Messico esigono trasparenza pubblica nella gestione del denaro destinato alla ricostruzione.
Ahora viene la prueba de fuego. Ya pasó la hora de los héroes ocasionales. Lo que ahora se requiere es mantener el espíritu cívico de los imprescindibles. #ReconstrucciónSinCorrupción
— Claudio X. González (@ClaudioXGG) October 2, 2017
Siamo alla prova del nove. Il tempo degli eroi fugaci è passato. Ciò che ci serve adesso è tenere alto il senso civico. #RicostruzioneSenzaCorruzione