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Il femminicidio di Mara Castilla per mano di un autista di Cabify ha scioccato l'America Latina

Categorie: America Latina, Messico, Perù, Citizen Media, Cyber-attivismo, Donne & Genere

Mara Fernanda Castilla, immagine ampiamente diffusa sui social network.

Il caso della giovane Mara Fernanda Castilla, uccisa dopo essere salita a bordo di un taxi noleggiato tramite l'app Cabify [1] [es, come i link seguenti, salvo diversa indicazione] ha causato moltissima indignazione tra i cittadini, in Messico e nei paesi confinanti a sud.

Nella notte e la mattina tra il 7 e l'8 settembre 2017, Mara Castilla era con i suoi amici in un night club di San Andrés Cholula [2] (nello stato di Puebla [3] [it], ad est del paese). Dopo aver passato con loro la serata, Mara chiama un taxi tramite l'applicazione Cabify per tornare a casa. Ma non ci è mai arrivata.

Dopo diversi giorni dalla denuncia di scomparsa da parte dei familiari, viene confermato il ritrovamento del suo corpo senza vita in una strada di Puebla, avvolto tra delle lenzuola e degli asciugamani sui quali era presente il logo di un motel della zona. Poco prima del ritrovamento, il conducente del taxi che Mara aveva noleggiato era già stato arrestato dalle autorità locali.

Il Governatore di Puebla ha riportato su Twitter l'accaduto, con diversi status:

Con profondo dolore invio le mie condoglianze alla famiglia di Mara Castilla. RIP. Il presunto responsabile è stato arrestato e pagherà per questo crimine.

Tutto il peso della legge ricadrà sul crimine di Mara Castilla. Revisioneremo con rigore gli standard di sicurezza di @Cabify_Mexico.

Nei giorni precedenti l'omicidio, era già stato reso noto che i servizi di Uber e Cabify in Messico fossero oggetto di molte segnalazioni da parte degli utenti, dovute alla scarsa qualità del servizio e ai crimini commessi a discapito dei passeggeri.

Dopo il ritrovamento del cadavere di Mara − sui quali sono stati riportati segni di violenza sessuale stando a quanto diffuso da alcune fonti [9] − in Messico è tornata a farsi sentire [10] con forza la problematica della violenza di genere nei confronti delle donne. Durante la tempesta di tweet con l'hashtag #SiMeMatan [11](#SeMiUccidono) del maggio di quest'anno – che mirava ad ironizzare sul duplice vittimismo che è solito presentarsi in questi casi – la stessa Mara scrisse:

#SeMiUccidono è perchè mi piaceva uscire la notte e bere della birra…

Lo stesso hashtag è stato poi nuovamente utilizzato sui social per ricordare Mara e gli altri numerosi casi di femminicidio dove viene incolpata la vittima:

#SeMiUccidono sarà considerato come un “crimine passionale” e non come un femminicidio, diranno che li ho provocati, che ero con il mio ragazzo, che sono una “puttana”, una drogata…

Dietro ad ogni donna che twitta #SeMiUccidono c'è una donna indignata e che si aspetta che #NonUnaSolaDonnaDiPiù venga assassinata.

#SeMiUccidono è sicuramente per essere andata ad un concerto o a teatro di notte, sicuramente è colpa mia e della mia voglia di godermi la vita.

A marzo 2016, sono stati avviati una serie di progetti con riferimento alla violenza di genere in Messico e della “soluzione” che il Governo ha trovato [19][it] al problema: allargare l'apparato burocratico. A maggio dello stesso anno è stata intervistata un'avvocatessa [20] [it] esperta sul tema, che ha dichiarato che le donne si sono abituate “a vivere con questa paura sempre latente”.

Undici entità federali del territorio messicano sono state protagoniste di marce di protesta [21] contro la violenza di genere e l'incapacità delle autorità di prevenirla e punirla.

L'indignazione oltrepassa i confini

Il caso di Mara è arrivato in Perù, dove per vari giorni i media hanno seguito gli aggiornamenti [22] relativi alla vicenda, fino al giorno in cui è stato annunciato il ritrovamento [23] del corpo.

Il Gruppo Ni una menos Perú Tocan a una, tocan a todas [24](Non una sola donna di più Perù, se toccano una, toccano tutte) ha trasmesso tramite la sua pagina di Facebook [25] la marcia di protesta #NiUnaMenos (#NonUnaDiPiù).

Screenshot con il video della marcia dalla pagina Facebook del gruppo Ni una menos – Perú.

La notizia è apparsa sui giornali di Colombia [26], Argentina [27], Brasile [28], Cile [29], e persino gli Stati Uniti attraverso l'ONU Mujeres México si sono espressi così:

.@ONUMujeres e @ONUDHmexico condannano il femminicidio di Mara Castilla. Maggiori informazioni: