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L'accordo commerciale per 20 miliardi di dollari tra Cina e Guinea preoccupa i guineani

Categorie: Africa sub-sahariana, Asia orientale, Cina, Guinea, Ambiente, Citizen Media, Economia & Business, Governance, Lavoro, Legge, Politica, Sviluppo

L'incontro tra il presidente Xi Jinping e la delegazione della Guinea, screenshot del video di CGTN Africa.

I leader delle nazioni dei BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica) si sono incontrati a Xiamen, in Cina, in qualità di rappresentanti delle cinque economie emergenti, per il nono summit annuale, tenutosi dal 3 al 5 settembre 2017. Nel corso di questa conferenza, Ibrahim Kassory Forfana, il Ministro di stato guineano responsabile delle partnership pubbliche-private, ha annunciato che Cina e Guinea stipuleranno un accordo commerciale quadro.

Questo accordo commerciale del valore di 20 miliardi di dollari servirà a finanziare importanti progetti infrastrutturali per un periodo di 20 anni, ossia dal 2017 al 2046. I termini di quest'accordo, che costituisce un vero e proprio contratto in base al quale l'investimento cinese sarà ripagato accordando alle aziende cinesi la facoltà di effettuare attività di estrazione in Guinea, hanno destato la preoccupazione dei guineani.

Per tentare i chiarire i termini del contratto, l'ufficio del Presidente della Guinea ha pubblicato un comunicato stampa  [1][fr, come i link seguenti salvo diversa indicazione] senza tuttavia dare alcuna informazione sui dettagli, come ha fatto notare Diallo Boubacar sul sito Afrigaguineee.com. Molti leader dell'opposizione, tra cui François Bourouno, hanno dato voce alla loro preoccupazione [2]:

L’accord de financement (20 milliards de dollars Us [3]) signé mardi dernier entre la Guinée et la Chine suscite des interrogations ! Alors qu’il prévoit notamment des financements pour la construction d’infrastructures contre des ressources minières couvrant une période de 20 ans, dans les rangs de l’opposition on s’interroge.

“On apprend que c’est un accord mixte qui contient des prêts et des dons. Mais on ne sait ce qui représente des prêts, quelles sont les conditionnalités, le taux et les modalités de remboursement ainsi que tous les éléments de contrepartie. Les dons non plus,  on ne sait pas la définition qu’on leur donne. Il y a autant d’interrogations comme ça”

L'accordo commerciale (del valore di 20 miliardi di dollari [3]) firmato lo scorso martedì tra la Guinea e la Cina è motivo di preoccupazione. Sebbene il governo abbia anticipato che questo accordo servirà prevalentemente a finanziare progetti infrastrutturali che saranno ripagati con concessioni in campo minerario per un periodo di 20 anni, noi, come opposizione, nutriamo dei dubbi.

“Da quello che abbiamo capito si tratta di un accordo misto costituito da prestiti e regalie. Quello che non sappiamo è quali siano le clausole di questi prestiti; ad esempio quali siano i tassi di restituzione, i termini e le condizioni, o i dettagli dei compensi. Non sappiamo nemmeno in che modo saranno definite le regalie. Insomma, ci sono molte cose da chiarire”.

Nel 2016, il settore minerario ha rappresentato il 98,97% delle esportazioni della Guinea [4] [en] (contro l'84,12% nel 2015). I convogli ferroviari che trasportano il minerale grezzo, spesso costituiti da un massimo di 120 vagoni, creano un rumore infernale e nuvole di polvere che si estendono per tutto il tragitto che va dai siti di estrazione al porto.

Ciò nonostante, i guineani sperano che i proventi derivanti da questo settore possano migliorare le loro condizioni di vita, diversamente dal settore agricolo che negli anni è stato sempre più trascurato. Nonostante la Guinea abbia un reale potenziale in termini agricoli, grazie al suo clima diversificato e alla presenza di numerosi fiumi, è conosciuta internazionalmente come lo “scandalo geologico” a causa della disparità tra la ricchezza intrappolata nel suolo e la povertà dei suoi abitanti.

Il blogger guineano Jeanne Fofana, che scrive su kababachir.com, ha sollevato dei dubbi su questo ulteriore debito, che rappresenta oltre il 50% del debito nazionale e che a sua volta costituisce il 48% del prodotto interno lordo [5] (PIL). Queste sono le sue conclusioni [6]:

Les Guinéens veulent une amélioration substantielle de leurs conditions de vie. Avancer des milliards USD et vanter les mérites d’Alpha Condé frise tout bonnement de la démagogie : « On parle de ces montants, le Guinéen reste sceptique et il a raison ! Parce que cela ne se traduit pas dans l’amélioration de son quotidien. La seule manière de traduire cela dans l’amélioration de sa vie, est qu’il ait du travail. » Les Guinéens se sentent floués.

I guineani si auspicano un sensibile miglioramento delle loro condizioni di vita. Fornire miliardi di dollari e decantare la virtù di Alpha Condé [il Presidente della Guinea] ha francamente il sentore di populismo: “quando si parla di cifre di questo genere, il guineano medio reagisce con scetticismo e a ragione! Per i guineani, queste cifre non portano di fatto a un reale miglioramento delle loro condizioni di vita. Questo accordo sarà realmente proficuo solo se darà lavoro ai guineani”. I guineani si sentono ingannati.

In un articolo di Radio France Internationale (RFI), Amadou Bah dell'ONG Action Mine Guinée ha espresso i seguenti dubbi [7]:

Mais aucune précision n’est faite sur la quantité de ressources attribuée…

Est-ce que ça ne va décourager les autres investisseurs des autres multinationales qui veulent avoir des concessions en Guinée ? Est-ce que ça ne serait pas de gré à gré ? Est-ce que la valeur des infrastructures va refléter la valeur du minerai qui sera exporté ? Pour le moment, nous restons suspendus aux lèvres du gouvernement qui a négocié cela, sans beaucoup donner de détails.

Al momento non sono state fornite indicazioni sulla quantità di risorse allocate.

Così facendo, non si corre il rischio di scoraggiare altre multinazionali dal chiedere concessioni in Guinea? Quello stipulato, è un comune accordo? Il valore delle infrastrutture che verranno costruite sarà equivalente alla quantità di minerale esportato? Al momento, ci attacchiamo a ogni singola parola del governo, perché stanno portando avanti le trattative senza fornire ulteriori dettagli.

I netizen della Guinea si fanno sentire

I cittadini della Guinea hanno scelto Facebook per dar voce ai propri dubbi. Lo sfruttamento dei giacimenti di bauxite in Guinea è iniziato nel 1937 [8], ma, nonostante ciò, la Guinea continua a essere uno dei paesi più poveri dell'Africa occidentale. Siradiou Paraya Bah, un abitante di Conakry, si è unito al dibattito intervenendo sul wall del famoso blogger guineano Sidikiba Keita per chiedere [9] cosa hanno imparato i guineani dal passato:

Peut-on avoir connaissance du contenu exact de ces accords de financement Chine-Guinée?
Quel bilan faire des décennies d'exploitation de la bauxite en Guinée?
Quelles leçons pourra-t-on en tirer?

È lecito sapere esattamente quali sono le condizioni di questo accordo commerciale stipulato tra la Cina e la Guinea?

Cosa possiamo imparare dai decenni di sfruttamento delle miniere di bauxite in Guinea?

Quale lezione dovrebbe insegnarci il passato?

Ciò che invece preoccupa Demba Thez Mara [10], un netizen guineano di Boké, è la necessità di lavorare i minerali [11]prima dell'esportazione:

Je souhaiterais qu'on installe des usines minéralurgique et métallurgique pour la transformation de nos produits bruits sur place. En matière d'enrichissement de l'Al2O3 [l'alumine], la Chine a la meilleure technologies d'enrichissement par flottation donc pour un développement en matière de mines il faut transformation sur place et pour ce il faut aussi une production énergétique suffisante.

Vorrei che venissero costruiti degli impianti metallurgici e di arricchimento dei minerali, in modo che i minerali grezzi vengano lavorati in loco. In termini di arricchimento dell'Al202 (alluminio), la Cina possiede le migliori tecniche di flottazione. Quindi, per uno sviluppo ottimale delle nostre miniere, sarà necessario anche installare degli impianti di lavorazione che richiederanno una produzione adeguata di energia.

Le forze dell'ordine si sono scontrate con i dimostranti al centro del principale sito di estrazione della bauxite a Boké, in Guinea, che protestavano contro l'impatto ecologico negativo [12] delle attività di estrazione, l'assenza di benefici economici e in particolare la mancanza di creazione di posti di lavoro. In questo scenario, il blogger Sidikiba Keita ha risposto al messaggio dell'utente Facebook guineano Ibrahim Ghussein lanciando un'avvertenza ai guineani:

1. Ne nous berçons [13] pas d'illusion. Les opérations actuelles de SMB sont la petite échelle de ce qui nous attend car on passera de 30.000T/j à 300.000T/j, C'est à dire un décuplement. Les chinois ont un agenda très clair: la compression tous azimuts des coûts de production, de l'extraction à la mise à FOB. Le dernier rapport de l'ITIE atteste que le revenu moyen perçu par l'État guinéen est de 4$/T de bauxite, alors que la CBG en paie plus que le double du fait de ses mesures de protection de l'environnement. La phase de décapage et de dynamitage provoquent déjà une pollution peu maîtrisable. Il faut y rajouter la phase de transport qui sera probablement faite par camion comme ils le font actuellement.
2.  De toutes les façons au vu de l'expérience traumatisante subie par les populations riveraines de SMB nous sommes dans l'impossibilité matérielle de tenir cette cadence sauf si on envisage un déménagement massif des populations.

1. Non facciamoci illusioni [13]. Le attuali attività di SMB (Società Mineraria di Boké) sono ancora su scala ridotta rispetto alle previsioni future, che parlano di un incremento pari a 10 volte della capacità estrattiva. Ciò significa che il volume delle estrazioni passerà dalle attuali 30.000 tonnellate al giorno a 300.000 tonnellate al giorno. I cinesi hanno un programma molto chiaro: ridurre complessivamente i costi di produzione, dall'estrazione alla consegna. L'ultimo rapporto di EITI (Extractive Industries Transparency Initiative) conferma che il governo guineano si aspetta un ritorno di 4 dollari per tonnellata di bauxite, mentre CNG (Cie de Bauxites de Guineè) paga il doppio di questa cifra a causa delle misure di protezione dell'ambiente da loro adottate. Le fasi di stripping e di brillantamento creano già un problema di inquinamento difficile da contenere. Oltre a ciò, occorre tenere presente che il trasporto verrà effettuato indubbiamente tramite camion, come avviene attualmente.

2. In ogni caso, alla luce delle esperienze traumatiche vissute dalla popolazione che vive vicino al sito di SMB, tutto è questo è semplicemente insostenibile, a meno che la popolazione  non venga sfollata in massa.

In termini di impatto ambientale, Tidiane Sylla ha voluto mettere in evidenza le possibili conseguenze di una sovra-esportazione che rischia di saturare il mercato, causando il calo del prezzo del minerale.

Exporter de forte quantité de banco de bauxite pourrait faire chuter les prix du dit produit sur le marché international. Dans la zone de Boke, Boffa, telimele, plus de 10 sociétés sont engagées dans la production de bauxite. Diversifions et innovons pour ne saturer le marché. 

Esportare grandi quantità di bauxite potrebbe causare il calo del suo prezzo sul mercato internazionale. Nelle regione di Boké, Boffa e Télimélé, ci sono già dieci aziende che lavorano nel campo dell'estrazione di bauxite. Dobbiamo diversificare e creare innovazione, non saturare il mercato.

La tradizionale sfiducia dei guineani nel governo

La scarsa fiducia generale per gli accordi relativi al settore estrattivo deriva dagli iniqui contratti firmati da Mamoudou Thiam, il Ministero delle Attività Estrattive, durante il suo mandato del 2009-2010. Thiam è in carcere negli Stati Uniti dal 2016 dopo che i tribunali americani lo hanno riconosciuto colpevole di aver riciclato 8,5 milioni di dollari per mezzo di bustarelle.

L'Africa Center for Strategic Studies, un'istituzione accademica creata dal Dipartimento statunitense della Difesa e finanziata dal Congresso allo scopo di studiare i problemi di sicurezza in Africa, ha pubblicato nel maggio 2015 uno studio intitolato “L'anatomia della maledizione delle risorse: investimenti predatori nell'industria estrattiva africana” [14] [en], che analizza i problemi causati dalla ricchezza mineraria di alcuni paesi africani. Nel capitolo dedicato alla Guinea, intitolato “Sfruttamento di uno stato sull'orlo del collasso: il caso della Guinea” [14] [en], lo studio riferisce in dettaglio come Thiam sia riuscito a illegalmente impossessarsi di ingenti somme di denaro mentre era al potere.