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Un caso sottoposto al tribunale spagnolo mostra i limiti della giurisdizione universale per i siriani

Categorie: Europa occidentale, Medio Oriente & Nord Africa, Siria, Spagna, Citizen Media, Diritti umani, Guerra & conflitti, Legge, Politica, Relazioni internazionali

“Alepponica” di Vasco Gargalo, utilizzata con permesso.

La storia riportata di seguito è stata ripubblicata grazie ad un accordo di collaborazione con Syria Untold [1] [en, come i link seguenti, salvo diversa indicazione]. 

Da molti anni ormai, gli attivisti siriani rischiano la propria salute fisica e psicologica per documentare le violazioni del regime di Assad. Grazie a questi sforzi, il conflitto siriano “sarà uno dei conflitti nazionali più documentati nella storia, più dell'Olocausto”, affermano gli avvocati della Corte Internazionale di Giustizia Guernica 37 [2], un gruppo di difesa legale.

Tuttavia, il cammino verso la giustizia per le vittime e le loro famiglie è piena di ostacoli politici e giuridici, come ha dimostrato il caso di Amal H. in Spagna. Il fratello di Amal, Abdul-Mumen, scomparve assieme a migliaia di altri siriani durante la guerra, e l'unica fonte di informazione che la sorella poté ottenere sulla sorte dei suoi amati furono le foto trapelate alla stampa [3] grazie a un ex fotografo militare siriano noto come Caesar.

Abdul-Mumen aveva la cittadinanza spagnola, questo ha permesso ai Guernica 37 di invocare la giurisdizione internazionale in Spagna contro gli ufficiali del regime responsabili per il rapimento, tortura e successiva morte del ragazzo.

Logo ufficiale di ‘Guernica 37′. Fonte: Sito Ufficiale [4]

Giurisdizione universale

Non esiste una definizione unica di giurisdizione universale. Le definizioni variano notevolmente a seconda delle diverse scuole di pensiero accademico, i diversi trattati e le leggi ad essa collegate.

Ma una delle più salienti definizioni [5] di giurisdizione internazionale definisce il concetto di giurisdizione penale fondata solamente sulla natura del reato, indipendentemente da dove esso venga commesso, la nazionalità del presunto colpevole o condannato, la nazionalità della vittima o qualsiasi altra connessione con lo Stato che esercita tale competenza.

Tale definizione è particolarmente rilevante in casi di gravi crimini internazionali, quali tortura, genocidio, sparizioni forzate, crimini contro l'umanità, crimini di guerra e terrorismo di stato.

Tuttavia, la situazione a Madrid non rappresenta lo scenario ideale, come hanno detto le avvocatesse di Guernica 37 Almudena Bernabau e Maite Parejo a Syria Untold.

Ci hanno raccontato del labirinto delle limitazioni sulla giurisdizione universale da parte della legislazione nazionale spagnola, nonché degli sforzi internazionali e siriani che, alla fine, le hanno portate ad Amal. Fu infatti Stephen J. Rapp, ex ambasciatore degli Stati Uniti per l'Ufficio della Giustizia Penale Globale [6], a mettere in contatto Amal con Guernica 37.

Nonostante i loro sforzi per far sì che Amal rimanesse una fonte confidenziale, la sua famiglia in Siria si dovette comunque trasferire da zone sotto il controllo del regime a zone in mano ai ribelli, e per questo ora vivono sotto costante rischio di bombardamenti.

In questa video intervista, Parejo spiega perché dovettero trovare una vittima con una nazionalità spagnola:

The provision of universal jurisdiction [in Spain] was reformed in 2014, and they legislated with a lot of requirements for the crime of ‘terrorism of the state’. We need to have, or the victims must have, the Spanish nationality.

Ci furono riforme alle disposizioni della giurisdizione universale [in Spagna] nel 2014, che hanno legiferato su molti requisiti per il crimine del “terrorismo di Stato”. Dobbiamo avere, o le vittime devono avere, la nazionalità spagnola.

Bernabau ha spiegato che trovare Amal era fondamentale:

They told me there's a woman we believe has the country code, 34 [Spain's Dialing Code], which means she lives in Spain and I told them ‘give me the phone number!’ I called and [Amal] was wonderful, and ready. She was ready to do something [about her brother].

Ci hanno detto che c'era una donna che credevamo avesse il codice nazionale 34 [Prefisso nazionale spagnolo]. Ciò significa che vive in Spagna e così ho detto ‘Datemi quel numero!’. Ho chiamato e [Amal] era meravigliosa e pronta. Era pronta a far qualcosa [per suo fratello].

Legalità e politica

Nonostante la sua cittadinanza spagnola, il caso di Amal non è andato avanti senza incontrare ostacoli.

Il giudice Eloy Velasco ha deciso di accettare il caso, ma il procuratore di stato ha prontamente fatto appello [7]. L'accusa ha contestato la decisione di considerare Amal una vittima, pur avendo perso il fratello, che era stato forzatamente fatto sparire senza processo, e sopportato le conseguenze della sua scomparsa per oltre due anni, prima che una foto del suo cadavere torturato venisse identificata da suo figlio nelle fotografie del fascicolo Caesar.

Secondo il diritto internazionale [8], anche le le famiglie delle persone scomparse o uccise senza processo vengono considerate vittime. Le leggi spagnole tendono ad avere un'ampia definizione di vittimizzazione, anche dopo gli ultimi emendamenti con la Legge 4/2015, del 27 aprile 2015 [9], dello Statuto della Vittima del Reato [10] [it]. La Costituzione spagnola [11] [it] garantisce anche il diritto delle vittime di accedere alla giustizia.

Tuttavia, Parejo ha spiegato che alcuni casi precedenti contro paesi come la Cina e gli Stati Uniti hanno lasciato i pubblici ministeri spagnoli con tendenze molto conservatrici verso tali azioni legali. Ciò ha persino portato a riforme legali [12] (nel 2009 e 2014 [13]) che limitano  [14][es] in gran parte la giurisdizione nei casi internazionali.

Sebbene la Siria non godesse la stessa leva dei suddetti paesi, le leggi sono uguali per tutti. Ma questo non significa che sia la fine della corsa, perché persino un caso del Tibet [15]contro la Cina ha raggiunto la Corte costituzionale spagnola.

Nel video qui sopra, Palejo ha detto a Syria Untold che altri procuratori volevano che ‘vittime dirette’, come il fratello di Amal, fossero presenti in Spagna e avessero nazionalità spagnola, e che lei prova questi requisiti ‘assurdi’ dato che lui è tra le persone che sono scomparse in Siria.

Bernabau sostiene che sia ‘ridicolo’ e ‘incostituzionale’ respingere il caso di Amal solo perché lei non è una vittima ‘diretta’, dato che la definizione della legge internazionale considera le famiglie delle vittime essere altrettanto vittime.

Il dilemma dell'arresto

Sebbene la giurisdizione universale e una più ampia definizione di vittimizzazione possano consentire l'apertura del caso, i procedimenti di prova effettivi necessitano che l'accusato si trovi sotto custodia in quel momento perché possa aver luogo.

I nove funzionari siriani accusati [16] sono:

Tutti loro hanno organizzato con attenzione i loro viaggi all'estero sin dall'inizio della rivolta siriana nel 2011.

Ciò rende difficile per la polizia spagnola per arrestare qualcuno di loro, ma la mera deposizione del caso consente l'erogazione di mandati d'arresto internazionali contro di loro, limitando ulteriormente la loro mobilità e rischiando di confiscare i loro beni all'estero.

Ciò significa che un tale caso “inizia un processo di responsabilità”, secondo Stephen J. Rapp, ex ambasciatore degli Stati Uniti per l'Ufficio della Giustizia Penale Globale. Dal momento che i funzionari del regime di Assad hanno gestito la violenza organizzata impunemente per anni, la semplice esistenza di tali indagini legali mette a repentaglio la loro fiducia e aggiunge ostacoli a commettere ulteriori violazioni.

Una battuta d'arresto, ma il caso rimane forte

Dopo che il giudice Manuel García Castejón ha preso il posto del giudice Velasco nel caso, il ricorso del procuratore è stato accettato [17] dalla maggioranza di un gruppo di giudici di alto rango il 21 luglio, per motivi legati alla definizione di vittimismo [18] [es]. Questo ragionamento non è stato ancora comunicato ufficialmente a Guernica 37, i cui avvocati hanno quindi preferito non commentare ancora il verdetto.

Tuttavia, hanno confermato a Syria Untold che “se la decisione del Tribunale nazionale spagnolo si basa sugli argomenti avanzati dall'Ufficio del Procuratore, che erano già stati contestati dal nostro team legale, la decisione potrebbe essere oggetto di un ricorso dinanzi alla Corte Suprema Spagnola”.

Hanno aggiunto che l'accettazione della richiesta di appello non si tratta di una sconfitta:

[Our legal team] will exhaust all available means and legal resources at its disposal to pursue justice for the thousands of victims of the Syrian conflict. This is a setback and we are of course disappointed, but this is just a step in the legal process. We remain confident in the strength of our case and its firm jurisdictional basis.

[Il nostro team] metterà a disposizione tutti i mezzi legali e le risorse a nostra disposizione per fare giustizia per le migliaia di vittime del conflitto siriano. Questo è un passo indietro e siamo naturalmente delusi, ma questo è solo un passo nel processo legale. Rimaniamo fiduciosi nella forza del nostro caso e nel suo forte fondamento giuridico.