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Uno sguardo al patrimonio artistico siriano parzialmente distrutto dalla guerra

Categorie: Medio Oriente & Nord Africa, Siria, Arte & Cultura, Citizen Media, Guerra & conflitti, Politica, Religione, Storia

La Cittadella di Aleppo nel 2008. Foto gentilmente concessa da Jean-Baptiste Rabouan/Hemis.fr e usata con la sua autorizzazione.

La storia della Siria si è trasmessa di generazione in generazione per millenni. Conquistata dai Romani e sottomessa a rango di provincia sotto il comando di Pompeo il Grande [1] [en, come i link seguenti salvo diversa indicazione] nel 64 a.C., e diventata parte dell'Impero Ottomano 16 secoli più tardi – nel 1516 – durante il regno del Sultano Selim I,  [2]la Siria è stata terra di conquista delle più importanti potenze del mondo. Gli imperi che hanno stabilito il loro dominio sul paese hanno lasciato dietro di sé tradizioni architettoniche e culturali che sono diventate parte del patrimonio culturale stesso del paese. Per i siriani, assaporare le spezie nei souq di Aleppo [3]o ammirare la bellezza del Teatro romano di Bosra [4] [it] sono diritti che si acquisiscono solo per nascita.

I siti storici siriani testimoniano la storia affascinante di questo paese. Tuttavia, a causa della distruzione di questi siti nel corso dei sei anni di guerra civile, che ha mietuto oltre 400,000 [5] vittime e causato il trasferimento forzato di oltre metà della popolazione, le generazioni future di siriani e, in misura maggiore, tutto il mondo, rischiano di essere privati per sempre di secoli di storia e cultura.

I souq di Aleppo

L'antica città di Aleppo, inclusa nell'elenco dei patrimoni UNESCO [6] nel 1986, è sempre stata una vivace città commerciale e il punto di incontro tra i mercanti provenienti dall'Oriente e dall'Occidente, essendo strategicamente ubicata tra il Mar Mediterraneo e la Mesopotamia. La sua importanza storica è dovuta al fatto che si trovava a uno degli estremi della Via della Seta [7].

Questa città, abitata fin dall'antichità, è stata teatro degli scontri più violenti della guerra civile.

Nei momenti che hanno preceduto [8] [it] la caduta della parte orientale della città, sotto assedio, nelle mani del regime di Assad e dei suoi rappresentanti a dicembre, gli attivisti locali avevano difficoltà a contare il numero giornaliero di vittime [9].

Secondo l’UNITAR [10](United Nations Institute for Training and Research), nel 2013 ventidue luoghi di importanza storica e culturale risultavano distrutti, mentre 48 avevano riportato gravi danni.

Nell'affollato e rumoroso souq di Al-Madina, era normale trovare una colorita varietà di beni importati, che spaziavano dalla seta alle spezie, oltre a beni locali come sapone e lana. Oltre a essere un luogo di scambi, il souq ospitava anche i Khan (caravanserragli) dove soggiornavano i mercanti con le loro merci.

Foto del souq del 2011 condivisa dall'utente di Flickr [11] LucyCaldicott. (CC BY 2.0)

Foto del souq del 2012. Fornita per gentile concessione di AMC [12]e utilizzata con la sua autorizzazione.

Negli ultimi mesi del 2012, gli scontri tra il regime e l'Esercito di Liberazione Siriano (FSA) si sono fatti più intensi e si sono concentrati soprattutto all'interno e nelle zone vicine al souq. Il regime ha attaccato  [13]il sito storico a colpi di mortaio, provocando vari incendi.

Nonostante l'iniziale valutazione di UNITAR, da cui emergeva che molti dei negozi erano andati completamente distrutti, nel 2012 uno speranzoso cittadino di Aleppo trovò il coraggio di dichiarare al The Telegraph [13]:

È terribile e al tempo stesso triste. Dopo la rivoluzione, ricostruiremo tutto.

La Cittadella di Aleppo

La Cittadella di Aleppo. Foto di Bernard Gagnon pubblicata su Wikimedia [14]. CC BY-SA 3.0

La Cittadella di Aleppo è un castello medievale fortificato situato al centro della città vecchia ed era considerato uno dei castelli più grandi e antichi del suo genere. Nel corso della storia, questo monumento in calcare è caduto nelle mani dei Bizantini, dei Greci, degli Ayyubidi, degli Ottomani e di altri ancora. Ciascun conquistatore ha naturalmente lasciato tracce architettoniche del suo passaggio.

La cittadella è stata incessantemente bombardata [15] dal regime di Assad a partire dal 2012, ma il crollo di parte delle sue mura è dovuto all’esplosione di una bomba [16] nel luglio del 2015.

Il regime siriano e i gruppi ribelli si sono reciprocamente addossati la colpa dell'esplosione.

Screenshot dell'Associazione per la Protezione del Patrimonio Archeologico Siriano datata 3 ottobre 2014. Alla foto era acclusa la seguente didascalia: molte fotografie pubblicate da un fotografo della TV siriana mostrano la presenza di postazioni di cecchini all'interno della Cittadella di Aleppo, che è diventata un accampamento militare dell'esercito del regime di Assad. La presenza di cecchini mette a rischio il monumento, rendendolo un possibile bersaglio per i ribelli. Le fotografie mostrano che una delle torri della cittadella è danneggiata e presenta delle crepe. Molte delle facciate e degli elementi architettonici della cittadella, come le torri, hanno subito danni. Fonte: Facebook. [17]

La Grande Moschea di Aleppo o Moschea degli Omayyadi

Ibn al-Shihna, [18]uno storico di Aleppo del XV secolo scrisse: “La Grande Moschea di Aleppo eguagliava quella di Damasco per la bellezza delle sue decorazioni, dei suoi dipinti e mosaici”.

La Grande Moschea di Aleppo, chiamata anche Moschea degli Omayyadi, aveva un bellissimo minareto che era stato costruito nel 1090 ed è rimasto in piedi per circa 1.000 anni finché non è stato distrutto nel 2013.

Vista ravvicinata dello stupendo cortile della moschea nel 2009. Foto di Arian Zwegers diffusa su Flickr [19]. CC BY 2.0

La Moschea degli Omayyadi aveva molte caratteristiche in comune con la sua controparte a Damasco, dal bellissimo cortile in marmo al fatto che fosse stata costruita su un sito romano/bizantino.

Il regime siriano, appoggiato dagli alleati russi e iraniani, ha ripetutamente preso di mira la moschea nel tentativo di assumere il controllo della città. Gli attacchi sono diventati più violenti dopo l'occupazione della moschea da parte dei ribelli nel 2012.

La Moschea degli Omayyadi in Siria è una delle moschee più antiche al mondo. Risale all'VIII secolo. È andata distrutta durante gli scontri a fuoco.

Un membro del gruppo di ribelli, presente durante gli scontri ricorda:

Eravamo lì quando alcune granate hanno iniziato a colpire il minareto. [L’esercito [24]] ha poi tentato di entrare nella moschea, ma li abbiamo respinti.

Secondo la valutazione di UNITAR, le aree più danneggiate della moschea sono la parete esterna orientale, la parte meridionale della galleria orientale, il cortile lastricato in marmo, il giardino e l'ingresso al souq dalla galleria orientale.

Helga Seeden [25], una professoressa di archeologia dell'American University di Beirut, ha riferito all’ Associated Press:

È come far saltare in aria il Taj Mahal o distruggere l'Acropoli di Atene. Questa moschea è un santuario vivente. È un vero disastro. Tra quelli che ho visto, è il monumento storico più gravemente danneggiato in Siria. Un vero orrore.

Screenshot di una foto della moschea scattata da un fotoreporter-cittadino che si faceva chiamare ‘Lens of a Young Aleppine’, datata 22 ottobre 2012. fonte: Facebook. [26]

Moschea di Al-Omari Daraa

Considerata il simbolo della rivoluzione, la moschea di Daraa era stata costruita nel VII secondo dal Califfo islamico Omar ibn al-Khattab. Il suo bellissimo minareto – il primo a essere costruito in tutto il Levante – è ora un cumulo di macerie.

Questa moschea storica è stata al centro delle dimostrazioni contro il regime [27] organizzate a Daraa ed è stata teatro di numerose proteste che sono state brutalmente sedate dalle forze di sicurezza del governo.

Il regime ha sistematicamente bombardato la moschea, distruggendo il suo minareto, principalmente allo scopo di annientare lo spirito dei dimostranti.

A giugno, elicotteri del regime siriano hanno lanciato sulla moschea barili bomba [28] pieni di sostanze incendiarie che hanno distrutto la sezione settentrionale.

Screenshot di una pagina intitolata ‘Syrian Archeological Heritage in Danger’ (Patrimonio archeologico siriano a rischio) del 24 aprile 2013. Fonte: Facebook. [29]

Bosra 

Questa ricca città, situata nel sud della Siria, sorge a breve distanza dal grandioso teatro romano del II secolo, da alcune delle più antiche moschee ancora visibili e da numerose rovine dell'epoca cristiana. L'antica città di Bosra, iscritta nell'elenco del patrimonio UNESCO nel 1980 e aggiunta all'elenco dei Siti Patrimonio dell'Umanità a Rischio [30] nel 2013, era una volta la capitale della provincia romana di Arabia e uno scalo importante per le carovane dirette a La Mecca.

Il teatro romano di Bosra. Foto scattata nel 2011. Foto di (Ergo) pubblicata su Wikimedia [31]. CC BY 2.0

Questo sito di immensa importanza culturale è stato bombardato dagli elicotteri del regime [32] nel 2015, che hanno causato gravi danni all'antica cittadella.

Immagine di SMART News Agency che mostra i danni significativi subiti dalle colonne all'interno del castello. Fonte: Facebook. [33]

Crak des Chevaliers

Il castello medievale che sovrasta il panorama [34] circostante. Foto di (Ergo), nella versione ritagliata da Nev1, pubblicata su Wikimedia. CC BY 2.0

Il Crak des Chevaliers, o ‘Castello dei Cavalieri’, è un castello costruito dai Crociati nella provincia siriana di Homs. Censito come sito patrimonio dell'UNESCO, è considerato uno dei castelli medievali meglio conservati al mondo. Il castello fortificato era stato costruito dall'Ordine Militare dei Cavalieri dell'Ospedale di San Giovanni di Gerusalemme tra il 1142 e il 1271, anche se fu ulteriormente ingrandito dai Mamelucchi nel tardo XIII secolo [35].

Il castello, e in particolare la Cappella dei Crociati, è stato pesantemente danneggiato da una serie di bombardamenti e raid aerei [36] del regime siriano.

Palmira

L'Arco di Trionfo di Palmira, risalente a 2.000 anni fa, prima della sua distruzione nel 2015 per mano dell'ISIS. Foto di dominio pubblico. [37]

L'antica città semita di Palmira si arricchì durante l'Impero Romano grazie al fatto che si trovava lungo la Via della Seta. Questa ricchezza permise la costruzione di eleganti monumenti, tra cui il Tempio di Bel, la Torre di Elahbel e l'Arco di Trionfo. Sfortunatamente, tutti e tre questi monumenti sono stati gravemente danneggiati e addirittura distrutti.

Dopo la sua occupazione della città nel 2015, l’ISIS [38] ha fatto saltare in aria numerosi templi e altri monumenti.

L'ISIS ha distrutto molte strutture antiche come questa nella città di Palmira.

Un tempo era una città che conquistava il cuore di ogni archeologo o storico. Oggi, il ricco patrimonio archeologico in rovina di Palmira ispira tristezza e cordoglio.

Moschea di Khalid ibn al-Walid

La pittoresca moschea nel 2005. Foto di Abdulhadi Najjar pubblicata su Wikimedia [43]. CC BY-SA 3.0

La Moschea di Khalid ibn al-Walid a Homs prende il suo nome dal comandante militare arabo musulmano che nel VII secolo conquistò la Siria, mettendo fine alla dominazione bizantina. Consacrata nel 1908, la moschea è famosa per il suo tradizionale stile architettonico turco-ottomano.

Nel 2013 le forze di Assad hanno bombardato questa moschea storica, distruggendo anche il suo mausoleo [44]. Da allora, la moschea continua a essere oggetto di regolari attacchi.

Moschea di Khleed Ibn Wl-Waleed

Città di Homs – Moschea di Ibn Al-Waleed