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Nelle zone rurali dell'India le donne muoiono di parto perché manca il personale medico

Categorie: Asia meridionale, India, Citizen Media, Disastri, Donne & Genere, Governance, Media & Giornalismi, Salute, Sviluppo
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Una struttura ospedaliera in una delle località rurali indiane rimasta chiusa a causa dell'assenza di medici. Immagine tratta da un'inchiesta di VideoVolunteer.

Questo articolo è stato scritto da Madhura Chakraborty  [1]. È stato pubblicato per la prima volta su Video Volunteers, una pluripremiata organizzazione a scopo sociale che ha sede in India, ma vanta collaboratori provenienti da tutte le zone del mondo. Quella che segue è la versione modificata dello stesso articolo, pubblicata nell'ambito di una collaborazione con Global Voices.

In alcune località rurali indiane, molte donne soffrono e muoiono durante il parto a causa dell'assenza di personale medico qualificato o di servizi sanitari adeguati.

Negli ultimi anni l'India ha registrato [2] [en, come i link successivi salvo diversa indicazione] una riduzione dell'alto tasso di mortalità materna (MMR). Nonostante ciò, ogni ora circa cinque donne muoiono [3] in seguito all'insorgenza di complicazioni legate al parto.

Tra le principali cause di mortalità materna vi sono i parti non assistiti da personale medico specializzato, strutture sanitarie fatiscenti e carenza di specialisti e di assistenza ostetrica di emergenza. La causa scatenante di tale situazione sembra però essere l'assenza di personale sanitario [4] nelle località rurali indiane. Secondo un'indagine [4] pubblicata dalla rivista scientifica britannica Lancet:

As of March 2015, 8 percent of India’s 25,300 primary health centers had no doctor. More than 80 percent of community health centers, where specialists practice, had no surgeons; 76 percent had no obstetricians and gynecologists, and 82 percent had no pediatricians.

A marzo 2015, nell'8% dei 25300 centri di primo soccorso indiani non c'era personale medico; più dell'80% dei centri sanitari locali in cui gli specialisti esercitano la loro professione, lamentava l'assenza di chirurghi; il 76% di tali centri non poteva contare sulle competenze di personale ostetrico-ginecologico e l'82% non aveva pediatri.

Una delle cause è da ricercarsi nella scelta della gran parte dei medici di svolgere la loro attività professionale nelle città piuttosto che nelle aree rurali. La corrispondente di Video Volunteers Jahanara Bibi [5] ha raccolto alcune testimonianze di donne che vivono in Bengala occidentale:

Basanti Roy è un Accredited Social Health Activist (ASHA) [6] nella località di Badalpur sita nel Distretto del Dinajpur meridionale, in Bengala occidentale [7] [it]. La figura professionale dell'Accredited Social Health Activist corrisponde a quella di un operatore sociosanitario che riceve disposizioni dal Ministero indiano della salute e della famiglia. L'obiettivo fondamentale di operatori come Basanti è quello di garantire buone condizioni di salute alle madri. L'esperienza personale di Basanti, che non è riuscita a salvare la vita a una sua parente dimostra che il contesto e le risorse a loro disposizione non sono sempre sufficienti:

She was my nephew’s wife. I called the ambulance before her labor pain started but it arrived late. First I took her to the hospital at Rashidpur. There was a delay. Then we took her to the hospital in Kaldigi where they were able to perform a cesarean section on her. After the operations, she started having convulsions. We shifted her to a bigger hospital in the neighboring district of Malda where she passed away.

Era la moglie di mio nipote. Prima che il suo travaglio iniziasse, ho chiamato un'ambulanza che è arrivata dopo molto tempo. Ho deciso di portarla all'ospedale di Rashidpur, ma anche qui l'attesa era lunga. All'ospedale di Kaldigi hanno effettuato un taglio cesare. Dopo l'operazione, ha iniziato ad avere convulsioni, in seguito alle quali è trasferita in una struttura più grande nel vicino distretto di Malda, dove è morta.

Le strutture sanitarie del Bengala occidentale gestite dal governo sono state spesso sotto i riflettori. Un’ indagine condotta nel 2004 [8] ha rivelato che questa drammatica situazione non è dovuta solo alla mancanza di medici negli ospedali, ma anche alle condizioni precarie e inefficienti in cui versano le strutture.

La situazione nella cittadina di Badalpur è emblematica. Il centro di assistenza sanitaria di base (PHC) in questa località mette i suoi servizi a disposizione di una popolazione di 50.000, nonostante le indicazioni fornite dal governo stabiliscano che un centro di assistenza sanitaria di base possa servire un massimo di 20.000 cittadini. Qui, inoltre, il PHC è operativo dalle 9:00 alle 14:00; qualora i pazienti abbiano bisogno di assistenza medica in orari diversi da quelli di apertura del centro sono costretti a percorrere oltre 20 km per raggiungere la struttura sanitaria più vicina.

Il report della corrispondente Jahanara Bibi rivela che sono proprio le donne in stato di gravidanza a subire le più gravi conseguenze di questa situazione; la precaria condizione del manto e dei collegamenti stradali dilatano ulteriormente i tempi di attesa delle ambulanze e spesso costringono le donne che sono già entrate in travaglio a partorire in casa o durante il viaggio in ospedale. Lakshmi Barman, suocera di una donna che ha partorito in casa, ha affermato:

Ambulances are always late. We kept calling but it arrived an hour later. My daughter-in-law had already given birth. We took the mother and child to the hospital and they stayed there for three days. We had to spend quite a lot of money, about 5,000 Indian Rupees (US$76). If we didn’t have to spend so much we could have cared for her nutrition better.

Le ambulanze sono sempre in ritardo. Quel giorno continuavamo a chiamarne una che è arrivata un'ora dopo, quando mia nuora aveva già partorito. Abbiamo portato la madre e il bambino in ospedale, dove sono rimasti per tre giorni. Abbiamo affrontato una spesa cospicua di circa 5.000 rupie indiane (circa 76 dollari americani). Se non ci fosse stata la necessità di spendere quel denaro per garantire assistenza medica a mia nuora, avremmo potuto provvedere in maniera adeguata alla sua nutrizione.

Il progetto Janani Suraksha Yojana [9], istituito dal governo indiano, nasce con lo scopo di fornire servizi sanitari per la maternità e strutture adeguate nelle quali partorire, oltre a un incentivo di 1.400 rupie indiane (21 dollari americani) concesso alle donne provenienti dalle località rurali dell'India che scelgano di partorire in un una delle strutture sanitarie gestite dal governo. I miglioramenti prodotti da questo progetto non sono però sufficienti se si pensa che in alcune località come Badalpur non vi sono strutture di questo tipo; ciò costringe le famiglie più povere a impiegare parte dei loro guadagni per sostenere le spese sanitarie.

Secondo quanto rivelato dal report [10] realizzato dal corrispondente Shambhulal Khatik, le strutture ospedaliere amministrate dal governo non sono in grado di gestire le complicazioni che possono sorgere durante il parto; la mancanza di personale qualificato non fa altro che peggiorare la situazione. Chi più sembra giovare di tale dramma sono le cliniche private, che obbligano le famiglie povere al pagamento di cifre esorbitanti per l'espletamento delle prestazioni sanitarie.

Shambhulal ha raccolto testimonianze sulla drammatica esperienza di Pushpa Bai, già madre di cinque bambini che viveva nella zona periferica dello Stato indiano di Rajasthan. Pushpa Bai è deceduta dopo aver dato alla luce un bambino senza vita a causa della disorganizzazione e della negligenza del personale medico nelle strutture sanitarie presenti nelle zone rurali.

Quando Pushpa Bai ha avuto il sospetto che potesse essere iniziato il travaglio, ha raggiunto in ambulanza l'ospedale più vicino. In ospedale non c'era personale medico; sono state le infermiere a visitarla e a disporre che tornasse a casa, dal momento che mancavano ancora due giorni al parto.

Il giorno successivo la donna ha avvertito dolori lancinanti; suo marito Shantilal ha noleggiato un'auto e portato sua moglie in una clinica privata poco distante da lì, evitando quindi di affidare la salute e la vita della moglie alle strutture sanitarie amministrate dal governo.

Dopo averla visitata, il medico l'ha sottoposta a delle cure, tranquillizzandola sullo stato di salute suo e del bambino che portava in grembo. Tre ore dopo, Pushpa ha partorito un bambino senza vita. Durante il parto ha avuto un'emorragia ed è stata trasferita in un ospedale della zona che disponeva di personale medico e strumentazione adeguata. Niente è riuscito a salvarle la vita; Pushpa è morta a causa dell'emorragia che la struttura privata non è stata in grado di arginare poiché la  banca del sangue non disponeva di unità sufficienti per compensare quello che la donna aveva perso.

Il National Family Health Survey (NFHS) (indagine condotta con periodica frequenza per fornire dati relativi alla pianificazione familiare, alla mortalità infantile e materna e alla fertilità nel subcontinente indiano) ha rivelato [11] che le spese sanitarie rappresentano la causa principale di indebitamento e di impoverimento delle famiglie a basso reddito, poiché il prezzo da pagare per un ricovero è di 20 volte superiore al guadagno mensile delle famiglie in difficoltà.

Le strutture sanitarie gestite dal governo sono danneggiate dall'assenza di personale medico; le inchieste giornalistiche [12] identificano nelle inadeguate condizioni di lavoro e nella scarsità di incentivi a livello professionale la causa per la quale sono sempre di più i medici che rifiutano di prestare servizio nelle località periferiche dell'India.

Nel 2014 a Badalpur è stato costruito un nuovo ospedale dotato di strutture come il reparto di degenza e altri reparti climatizzati, strutture all'avanguardia e alloggi riservati al personale medico. È tuttavia sconcertante pensare che questo edificio non sia mai stato operativo, poiché sono molti i medici che rifiutano di essere trasferiti in questo isolato villaggio rurale.

Nonostante il governo del Bengala occidentale abbia adottato misure molto severe [13] per combattere la negligenza del personale medico negli ospedali privati e nelle case di riposo, è necessario fare ancora molto per migliorare la qualità dei servizi offerti dalle strutture sanitarie gestite dallo Stato.

Video Volunteers rappresenta l'unico ente di informazione avente l'obiettivo di diffondere notizie su quanto accade nelle zone più povere e abbandonate dell'India.