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Cina: un'occhiata all'interno dell'amministrazione della propaganda

Categorie: Asia orientale, Cina, Citizen Media, Advox
Last October, Xinhua released an English catchy song to explain to foreigner China's 13th five year plan. Image from the video. [1]

Il dipartimento responsabile della propaganda del Partito Comunista Cinese ha prodotto popolari canzoni rap per promuovere la politica del Presidente Xi Jinping. Screenshot da YouTube.

Nel 19esimo Congresso del Partito Comunista Cinese, il Presidente Xi Jinping ha consolidato il suo potere in Cina. Le sue idee sono adesso riflesse nella costituzione della Cina. 

Nel prossimo futuro, Wang Huning [2][en, come i link seguenti, salvo diversa indicazione], nuovo membro eletto nel Comitato Permanente del Politburo del Partito Comunista Cinese, un intellettuale dedicatosi successivamente alla politica, guiderà il Dipartimento della Propaganda del PCC per diffondere e teorizzare ancora di più il “Sogno cinese” di Xi di rinascita nazionale all'interno e al di fuori dalla Cina.

Per Xi, l'ideologia è un'arma rilevante per il mantenimento della legittimità del PCC. Ha influenzato la sfera pubblica online in Cina come spazio per dimostrare e promuovere i principi e gli ideali del Partito. Tutti gli organi di stampa devono giurare fedeltà al PCC e più di recente, anche le aziende di internet sono state incoraggiate a stabilire la partecipazione al PCC tra i loro dipendenti.

Il Dipartimento della Propaganda del Partito Comunista Cinese gioca un ruolo centrale in questo “fronte ideologico”, dal momento che guida tutto il meccanismo dell'enorme propaganda del Paese che determina le politiche nazionali su cultura, arte ed educazione. 

La maggior parte degli organi di stampa occidentali definiscono l'ideologia della Cina come “propaganda” ma non spiegano la complessa burocrazia che costruisce e mantiene questo fronte ideologico. The Initium, media di giornalismo investigativo con sede ad Hong Kong, ha recentemente pubblicato un'inchiesta approfondita sulla trasformazione del Dipartimento della Propaganda del PCC. Di seguito una parte tradotta dal cinese del reportage [3][zh]. 

Un breve resoconto della storia del Dipartimento della Propaganda del PCC

Nel 1924, quando la Cina era divisa in ex cerchie militari dell'esercito Beiyang, Kuomintang e altre fazioni regionali, il PCC formò un’alleanza politica [4] per porre fine alla dittatura. Questo portò alla formazione del Dipartimento della Propaganda del PCC, il cui ruolo era quello di pubblicare dichiarazioni, proporre slogan, fare opere di volantinaggio e spiegare le idee del comunismo cinese all'interno dell’Esercito rivoluzionario nazionale [5] [it] e alle persone comuni durante la Spedizione del Nord [6] per l'unificazione della Cina.

Durante la Seconda guerra sino-giapponese, dal 1937 al 1945, quando l'esercito di Liberazione del PCC stabilì le sue basi comuniste a Yan'an, l'ex leader del PCC Mao Zedong [7] [it] (carica ricoperta nel periodo 1943-1976) fece uso del primo movimento ideologico di massa, il Movimento di Rettifica, per ristrutturare i quotidiani e le riviste del Partito e assicurare che tutto il lavoro di propaganda servisse gli interessi del PCC.

Con questo, Mao stabilì il principio di porre la politica prima del giornalismo, ovvero quello che è in voga tuttora ed è descritto dagli storici come “Giornalismo Maoista”.

Per mantenere il controllo sulle notizie che sarebbero diventate poi di dominio pubblico, il Dipartimento della Propaganda cominciò a distribuire pubblicazioni interne per i funzionari del partito.

Oltre al compito di spiegare e promuovere l'ideologia del Comunismo Cinese, il dipartimento monitorava le notizie ed opinioni, censurava le pubblicazioni e suggeriva anche la creazione artistica.

La “Squadra Centrale di Cultura ed Educazione” costituita nel 1958 durante la lotta ideologica della Campagna Anti-destra, fu guidata dal capo del Dipartimento della Propaganda Cinese. A parte il sistema educativo, durante l'era di Mao Zedong, il Dipartimento era diretto dal capo del segretariato centrale del PCC, un organo con potere decisionale e di esecuzione, ed era responsabile di sport, sanità e altri compiti non politici.

Durante il periodo di riforme di Deng Xiaoping [8] [it] (1979-1987), il potere del Dipartimento della Propaganda venne ridotto, in quanto Deng incoraggiò un certo grado di commercializzazione mediatica.

Ma negli anni 90′, dopo la repressione del movimento democratico a Tiananmen il 4 giugno 1989, il Dipartimento della Propaganda tornò alla sua politica di base. Il leader era un membro della Commissione Permanente del Politburo del PCC.

Il Dipartimento della Propaganda oggi

Oggi, il Dipartimento della Propaganda governa quattro aree chiave:

1. Ideologia. Il dipartimento è in carica dell'Ufficio della Teoria e dell'Ufficio dell'Educazione. I due enti pubblicano spesso articoli sulle teorie e politiche del PCC.

2. Arte e cultura. Il Dipartimento della Propaganda è diventato il curatore della produzione culturale e artistica. È a capo del Ministero della Cultura, dell'Ammanistrazione Statale di Radio, Film e Televisione (SARFT) insieme ad altre organizzazioni ufficiali di arte e cultura, come la Federazione Cinese di Arte e Letteratura e l'Associazione Cinese degli Scrittori.

3. Educazione e ricerca. Il Dipartimento della Propaganda è responsabile del piano di studi nazionale di educazione ideologica e politica. In più controlla la ricerca umanistica e delle scienze sociali nel Paese, controllando il gruppo di pianificazione per la filosofia nazionale e le scienze sociali, distribuendo milioni di Yuan per la ricerca nazionale in questo campo. Solo nel 2017, ci sono stati più di 10 titoli chiave iniziati con “Il pensiero del Presidente Xi Jinping riguardo…”

4. Propaganda internazionale. Il Dipartimento guida anche un Ufficio di Comunicazione Internazionale che è responsabile di interagire con i media stranieri e di distribuire le ultime notizie di attualità e politica al mondo.

Il Dipartimento della Propaganda investe anche nei “media stranieri” come Nouvelles d'Europe (欧洲时报) e China Times (旺报) per assicurare una copertura positiva di notizie della Cina [9] tra le comunità cinesi all'estero.

In Cina, tutti i quotidiani nazionali, periodici e case editrici sono affiliati o al governo o al Partito, e il Dipartimento della Propaganda può esercitare un potere di supervisione diretto.

La novità è che il nuovo direttore del SARFT, Nie Chenxi [10], è anche il Vice Ministro del Dipartimento della Propaganda. Nie è anche a capo dell’ Amministrazione Cinese del cyberspazio e dell'Ufficio del Gruppo di Comando Centrale per gli Affari nel Cyberspazio del PCC. Questo implica che l'amministrazione dei media, sia nuovi che tradizionali, deve rispondere al Dipartimento della Propaganda.

Il controllo sui nuovi media

La rapida crescita di internet e dei social media negli ultimi anni, ha fatto si che i netizen cinesi diventassero più espliciti riguardo le loro opinioni. Ma come ha reagito il Dipartimento della Propaganda a questa nuova sfida?

Dal 2012, il provvedimento restrittivo sui media online è diventato la “nuova normalità”. L'Ufficio Amministrativo del Cyberspazio, appena fondato, ha fatto uso del potere della censura per far si che lo stato e gli organi di stampa associati al Partito ristabiliscano il loro ruolo di guida d'influenza dell'opinione pubblica in rete.

Nel giugno 2017, parecchi siti di intrattenimento su vari social media sono stati bloccati [11] da un giorno all'altro, per aver violato i valori socialisti. Alcuni anche con milioni di follower su WeChat.

Il Dipartimento della Propaganda del PCC controlla la censura ed è capace di fare uso di tutte le risorse del Partito per investire negli organi di stampa nazionali ed esteri. Le sue tattiche si sono evolute col tempo, ed ha adottato nuove tecnologie che hanno reso la censura e l'intromissione politica più efficiente e opaca che mai.

Sembra che la citazione “chi controlla il presente, controlla anche il futuro” non sia più solo una frase distopica Orwelliana.