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Kirghizistan: scrittrice per bambini ripensa antiche fiabe e spinge verso una nuova narrativa

Categorie: Asia centrale & Caucaso, Kirghizistan, Arte & Cultura, Citizen Media, Donne & Genere, Giovani, Idee, Indigeni, Letteratura

Un’ illustrazione da ‘Square Country’ (Il Paese Quadrato) favola disegnata da Natalia Ni. Autorizzazione all'utilizzo concessa da Altyn Kapalova.

Il seguente articolo è una versione del post [1] [en, come i link seguenti] pubblicato sul sito partner EurasiaNet.org [2], originariamente intitolato ‘Kyrgyzstan: Children’s Literature Taking Fresh Look at Old Fables’. Viene qui ripubblicato con permesso.

Esal, una bambina di sette anni, nata in un paese in cui ogni cosa è blu e di forma quadrata. Un giorno, un essere alieno, rosa e di forma sferica, appare vicino casa sua. Non appena questo le offre la possibilità di lasciarsi alle spalle le cime ghiacciate della sua terra e di viaggiare attraverso un mondo fatto di forme e colori diversi, lei la coglie al volo.

In un primo momento, il viaggio conduce Esal in un paese pieno di persone ed edifici che somigliano alla strana palla rosa. Successivamente, si ritrova in un altro paese abitato da esseri di forma triangolare e di colore verde. Alla fine del libro, lei e i suoi nuovi amici si uniscono per costruire un nuovo spazio multi colore e multiforma, tutto per loro, eliminando i confini che una volta li dividevano.

“Quando mio figlio ha letto per la prima volta il libro, disse che parlava di forme” racconta Asel Abdyrakhmanova, parlando della rezione di suo figlio di 10 anni alla favola dell'autrice Kirghisa “Square Country” (il Paese Quadrato) di Altyn Kapalova.

“In seguito lo abbiamo riletto,” ricorda Abdyrakhmanova, una specialista dell'educazione, che lavora per un'organizzazione internazionale per lo sviluppo. “Quando l'abbiamo letto per la terza volta, ha detto: ‘Oh Mamma, parla di come le persone sono diverse e di come sia una cosa buona!”

I racconti di Kapalova si trovano nei posti più inaspettati, come riviste di bordo delle compagnie aeree kirghise che portano i passeggeri da Bishkek a Mosca. Lì, schiacciati tra pubblicità di orologi e resort di Dubai, si può leggere di una bellissima creatura sottomarina, Suluusu, che vive sul fondale del lago Issyk-Kul del Kirghizistan, che disprezza i turisti che inquinano il suo ambiente circostante con rumori e spazzatura.

Suluusu, il cui racconto è abbellito dalle appariscenti e riconoscibili illustrazioni dell'artista kirghisa Dinara Chokotayeva, è lontano dall'eroina per bene tipica della letteratura per bambini.

Lei si vendica dei vacanzieri abituali catturando i gioielli che loro perdono quando nuotano, conservandoli nell'angolo privato del suo profondo regno blu.

“Questo è il motivo per cui i gioielli persi nel lago Issyk-Kul non vengono più ritrovati”, così termina il racconto di Kapalova.

Kapalova, antropologa di formazione, scrive libri sia in kirghiso che in russo sotto lo pseudonimo di Altyn Aman. Potrebbe trovare in Suulus uno spirito affine.

L'autrice ammette di cercare ispirazione per le sue narrazioni dai suoi viaggi accademici nelle regioni del Kirghizistan dove i libri scarseggiano, ma la tradizione orale è florida.

“Quando vado nei paesini e incontro la gente, prendo qualcosa dai loro discorsi, dai loro pensieri e dai loro modi di fare. Sono una terribile ladra!” ride.

Immagine presa da ‘Bugu Ene’, illustrata da Dzum Gunn. Permesso fornito da Altyn Kapalova.

Sebbene i suoi libri le abbiano portato riconoscimenti e soddisfazioni personali, può a malapena permettersi di lasciare il suo lavoro principale.

Il mercato editoriale in Kirghizistan è debole e storie come “Square Country” (Il Paese Quadrato) competono per uno spazio sugli scaffali delle librerie di Bishkek, insieme alle storie per bambini e alle traduzioni occidentali di racconti popolari. I suoi contendenti sono supportati da industrie editoriali importanti.

Le sue storie sono state lette al di fuori dalla capitale grazie alle organizzazioni internazionali che le hanno distribuite come parte di progetti finanziati da donatori.

Durante l'era sovietica, gli scrittori favoriti ricevevano completo sostegno dallo stato. Ciò ha permesso ad alcuni scrittori, tra cui la più famosa esportazione letteraria del Kirghizistan, Chingiz Aitmatov, di elevare il loro profilo letterario attraverso una vigorosa promozione delle autorità comuniste. Dopo aver guadagnato importanza in  Kirghizistan e in tutta l’ Unione Sovietica, i suoi libri sono stati tradotti in dozzine di lingue diverse e letti in tutto il mondo.

Al giorno d'oggi, gli scrittori kirghisi “non hanno le possibilità di creare contatti con gli editori internazionali”, ha detto Dalmira Tilepbergenova, presidente del centro PEN dell'Asia Centrale, che sta raccogliendo fondi per insegnare agli scrittori un livello di inglese base per aiutarli a raggiungere i mercati internazionali. “Alcuni cercano sponsor privati, altri organizzazioni benefiche, mentre altri pagano di tasca loro i costi di pubblicazione”.

La diffusione dell'uso di internet ha permesso a un quarto gruppo di autori di raggiungere un pubblico più ampio, senza dover trovare denaro per il loro hobby.

Polad Suleimanov, un veterinario, ha trovato dei lettori fedeli pubblicando le sue storie brevi su Facebook ed è anche stato pubblicato da un sito internet di un giornale locale.

Suleimanov ha detto che scrive seguendo la tradizione del noto veterinario, diventato autore, James Herriot e il suo equivalmente americano John McCormack. Tuttavia ammette di non aver mai considerato seriamente di scrivere un libro. “Non tengo il conto di quante storie brevi ho scritto. Forse 100 o forse 200,” ha detto ad EurasiaNet.org.

Suluusu, forse il racconto più famoso di Kapalova è stato tradotto in coreano, con nuove illustrazioni. (Altyn Kapalova)

Kapalova utilizza Facebook per promuovere il suo lavoro, ma considera la letteratura per bambini un mezzo essenziale per incoraggiare più in generale alla lettura.

“Quando viaggio fuori da Bishkek, ciò che trovo è una sete di lettura che non è stata soddisfatta,” dice. “Nella capitale, siamo saturi di informazioni provenienti da internet e facciamo fatica a trovare il tempo per leggere un libro. Nei paesini il problema è che il materiale da leggere non è per niente disponibile”.

Dato che Kapalova detiene una reputazione come autrice nazionale, ha dovuto confrontarsi con domande riguardanti la sua mancanza di tradizionalismo.

Sul suo adattamento della famosa favola kirghisa “Bugu Ene” (letteralmente “Madre Cervo”), alcuni lettori si sono chiesti come mai lei non avesse ambientato la storia nella regione Siberiana dell'Enisej, che occupa un ruolo fondamentale nella mitologia nazionale. Altri si chiedono perchè non ci sia un matrimonio nel racconto.

“Ho preso ciò che mi piaceva di più nella storia originale e ho lasciato fuori quelle di cui non avevo bisogno”, ha detto Kapalova di “Bugu Ene”, che lei descrive essenzialmente come un “eco-racconto sul rapporto tra gli esseri umani e la natura”.

Inoltre, l'autrice, che si considera una femminista, non si scusa per il fatto di essersi allontanata dal “mondo immaginario” creato dai classici autori per bambini come Hans Christian Anderson, di cui comunque adora lo stile.

“È vero che non ci sono matrimoni da favola nei miei racconti e non c'è un affascinante principe,” sorride. “Ad ogni modo nessuno dei miei personaggi lo sta aspettando”.