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TV russa fa marcia indietro dopo aver definito collaborazionista dei Nazisti un eroe armeno

Categorie: Asia centrale & Caucaso, Armenia, Russia, Citizen Media, Media & Giornalismi, Politica, Relazioni internazionali, Storia

“Nzhdeh”, fotografia di Avo. Immagine di dominio pubblico [1].

Il seguente articolo è stato pubblicato sul sito partner EurasiaNet.org [2] [en, come i link seguenti] e scritto da Joshua Kucera [3]. Viene qui ripubblicato con la sua autorizzazione.

Una televisione di stato russa ha dovuto porgere le sue scuse [4] [ru] dopo aver trasmesso uno spezzone di programma sulla collaborazione di un eroe di guerra armeno con la Germania nazista.

Il 19 novembre TV Zverda, una stazione affiliata con il Ministero della Difesa russo ha trasmesso un lungometraggio su Garegin Nzhdeh, una controversa figura nazionalista armena. Nzhaek si era battuto contro l'occupazione dell'Armenia da parte dei bolscevichi all'indomani della Rivoluzione russa e successivamente si era alleato con le forze naziste contro l'Unione Sovietica durante la seconda guerra mondiale.

La conduttrice del programma, Veronika Krasheninnikova, una funzionaria d'alto livello del partito russo al governo ha messo in relazione [5] [ru]  la costruzione di una statua in onore di Nzhdeh a Yerevan nel 2016 con i legami sempre più stretti tra l'Armenia e l'Unione Europea.

“L'Armenia, come l'Ucraina, non si limita a rafforzare i suoi legami con l'Unione Europea, ma sta anche celebrando i suoi collaboratori fascisti”, ha affermato  [6][ru].

Durante la trasmissione, Krasheninnikova ha più volte chiamato Nzhdeb il Bandera armeno, facendo riferimento al nazionalista ucraino Stepan Bandera, che era stato un collaboratore dei Nazisti e che viene tuttora venerato da molti come un eroe in Ucraina. Ha poi messo in evidenza le somiglianze tra la bandiera del partito al governo armeno (RPA) a quella del Terzo Reich.

Questa è solo l'ultima di una serie di dispute tra l'Armenia e la Russia, che in passato hanno avuto scontri su temi come le purghe staliniste del 1937 [7] e il tentativo di rimuovere il nome degli eroi bolscevichi dalle strade di Yereven [8].

L'aver equiparato l'Armenia all'Ucraina ha avuto un effetto particolarmente esplosivo, soprattutto perché il commento proveniva dalla Russia che ha incessantemente sfruttato la trasformazione di figure nazionaliste e talvolta fasciste in eroi come giustificazione per i suoi attacchi su più fronti contro l'Ucraina.

Armenia e Ucraina sono però due paesi diversi. L'Armenia è uno degli alleati più stretti di Mosca e ospita una base militare russa.

I funzionari armeni non hanno esitato a rispondere.

“Garegin Nzhdeh è uno dei più grandi eroi della nazione armena e in suo nome dovrebbero essere eretti monumenti sia a Yerevan che in altre parti del paese”, ha commentato Eduard Sharmazanov, un portavoce dell'RPA, ad RFE/RL [9].  L'Armenia è un paese sovrano e decide da solo quali monumenti erigere.

Sharmazanov ha aggiunto che il confronto tra il logo del suo partito e la simbologia nazista era ridicolo e politicamente miope.

TV Zverda ha fatto rapidamente marcia indietro, porgendo le sue scuse e rimuovendo il filmato dal proprio sito Web.

“In una sezione dedicata alle relazioni tra l'Armenia e l'Unione europea, la conduttrice Veronika Kranshninnikova ha fornito delle formulazioni e valutazioni errate relativamente all'Armenia”, ha scritto il presidente di Zvesda in una lettera a Vardan Toghangyan, Ambasciatore di Mosca. “Porgiamo le nostre scuse per l'errore”.

Un portavoce dell'ambasciata, Levono Torgomyan ha affermato [5] [ru] che la leadership della stazione televisiva lo aveva rassicurato che era un errore e un'incomprensione e che si augurava che le relazioni buon vicinato sarebbero proseguite.

Già in passato Krasheninnikova era intervenuta a favore dell'Azerbaijan, nemico giurato dell'Armenia. L'anno scorso aveva rilasciato un'intervista al sito Web di Vestnik Kavkaza [10] [ru] in cui aveva lodato i successi dell'Azerbaijan sotto la guida del Presidente Ilham Aliyev. In quell'occasione, aveva predetto che l'Azerbaijan sarebbe diventato un paese prospero proprio grazie a una stretta alleanza militare, politica ed economica con la Russia.

L'Azerbaijan ha seguito la controversia su Nzhdeh con evidente divertimento. I media azeri hanno dato ampia copertura alla storia di TV Zvezda e il Ministro degli Esterni ne ha parlato a lungo. “La propaganda nazista è diventata politica di stato in questo paese (in Armenia)”, ha dichiarato in un’intervista con News.az [11]. L'ideologismo nazionale armeno, basato sullo sciovinismo razziale rappresentato da Nzhdeh Garegin, costituisce oggi la tendenza ideologica del partito repubblicano al governo dell'Armenia e in un'ultima analisi del governo armeno.

Comunque, anche lasciando da parte il cinismo geopolitico, Nzhdeh è considerato da molti una figura dubbia da idolatrare. Gli storici del resto collocano la sua eredità e la sua recente riabilitazione nello stesso contesto di quelle dell'Ucraina e di altri ex stati sovietici.

“Tutti gli ex paesi sovietici stanno attualmente riscrivendo la propria storia. Quelli che una volta erano degli eroi oggi sono nemici, mentre gli ex nemici, compresi i fascisti, sono diventati eroi”, ha affermato Grigor Suny in una recente intervista [12].”Ciò sta accadendo sia nei paesi baltici che in Armenia. Alcune persone che hanno collaborato con i Nazisti, come Garegin Nzhdeh sono oggi considerati degli eroi”.

Anche Efraim Zuroff, direttore del Centro Simon Wiesenthal di Gerusalemme, si è opposto alla costruzione della statua a Yerevan lo scorso anno.

Il fatto che abbiamo costruito la statua è già di fatto vergognoso, ha dichiarato Zuroff al Jerusalem Post dopo la costruzione della statua. Dobbiamo opporci a ogni glorificazione delle persone che hanno combattuto con i Nazisti o hanno comunque aiutato in qualche modo il Terzo Reich.

Secondo quando riporta il Post, Zuroff ha messo in collegamento la statua dI Nzhdeh con “l'inquietante fenomeno nell'Est Europeo, in cui si sta riscrivendo la storia per minimizzare la collaborazione dei singoli paesi con i Nazisti”.

“Questo non è un che uno sfortunato errore e insieme un insulto alle vittime dei Nazisti e di tutti coloro che si sono battuti contro i Nazisti stessi”, ha affermato Zuroff.