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Le autorità di Singapore vietano un documentario su due giovani attiviste palestinesi per la sua ‘trama sbilanciata’

Categorie: Asia orientale, Singapore, Censorship, Citizen Media, Film, Libertà d'espressione, Politica, Relazioni internazionali
[1]

Il documentario ‘‘Radiance of Resistance’ (La radiosità della resistenza) è stato prodotto nel 2016. Foto pubblicata sulla pagina Facebook del documentario.

Un documentario [2] [en, come i link seguenti], incentrato sulla vita di due attiviste palestinesi adolescenti, è stato vietato dal governo di Singapore perché esplorerebbe il conflitto israelo-palestinese “in modo sbilanciato”.

Pubblicato nel 2016, “Radiance of Resistance” [3] (La radiosità della resistenza) è stato diretto dal regista americano Jesse Roberts e avrebbe dovuto essere proiettato [4] in occasione del Festival del Cinema Palestinese di Singapore, durante la prima settimana del gennaio 2018, ma è stato rimosso dal programma dopo che l'IMDA (L'autorità per lo sviluppo di informazione, comuncazione e media) lo ha giudicato “inadatto a tutte le categorie di pubblico”.

In base alla sintesi dell'opera, nel documentario si racconta la storia di Ahed al-Tamimi, allora quattordicenne, e della sua amica di nove anni Janna Ayyad:

This film will take an intimate look at their everyday lives and their importance as the new generation of Palestinian non-violent resistance.

L'intenzione di questo film era quella di gettare un sguardo intimo sulla vita quotidiana di queste due adolescenti e sulla loro importanza, in quanto nuova generazione di giovani palestinesi che si oppongono alla violenza.

Tamimi fece notizia [5] nel dicembre 2017, quando fu accusata di aver schiaffeggiato un soldato israeliano. Il gesto fu filmato e il video trasmesso in rete diventò subito virale.

Non è chiaro se la decisione dell'IMDA sia stata in parte condizionata dal fatto che si trattasse di un caso di alto profilo, ma nella dichiarazione in cui spiegava la sua decisione di vietare la visione del documentario, l'ente sottolinea [6] che ritiene “provocatoria la trama” del film:

The skewed narrative of the film is inflammatory and has the potential to cause disharmony amongst the different races and religions in Singapore […]

In holding up the girls as role models to be emulated in an ongoing conflict, the film incites activists to continue their resistance against the alleged oppressors.

La trama distorta del documentario è provocatoria e potrebbe causare disaccordi tra i rappresentanti delle diverse razze e religioni che vivono a Singapore […]

Presentando le due ragazze come modelli da emulare in un conflitto in corso, il film incita gli attivisti a continuare ad opporsi ai presunti oppressori.

Singapore e Israele hanno buone relazioni bilaterali, anche se Singapore mantiene rapporti amichevoli anche con l'Autorità Nazionale Palestinese. Nel 2017, il Primo Ministro di Singapore, Lee Hsien Loong, ha affermato [7] che il conflitto israelo-palestinese è un “problema emotivo” soprattutto per i musulmani, facendo presente che i vicini di Singapore nel sud-est asiatico hanno popolazioni a maggioranza musulmana e che anche a Singapore vivono molti musulmani. Uno dei principi su cui si fonda Singapore è quello di mirare a creare una società multi-razziale armoniosa.

[4]

Screenshot del sito web che annuncia la cancellazione della proiezione del documentario ‘Radiance of Resistance’ (La radiosità della resistenza).

Sulla loro pagina Facebook, i creatori di “Radiance of Resistance” (La radiosità della resistenza) hanno equiparato la decisione del governo a un atto di censura [8]:

This is the kind of blatant censorship that we face in making films that lift the Palestinian voice and that Palestinian media faces in general.

Questa è la sfacciata censura che dobbiamo affrontare quando produciamo film che danno voce ai palestinesi e che devono generalmente affrontare i media palestinesi.

Un artista di Singapore, Alfian Sa'at, ha respinto [9] le argomentazione dell'IMDA:

There is no such thing as a purely objective documentary. They all come with a point of view, with a position, they are all subjective to various degrees. And actually I would rather have a documentary that is quite obviously subjective–polemical, or participatory–than one where its ideological slant is disguised under a veneer of objectivity.

And did you even consider that this documentary, ‘Radiance of Resistance’, exists to provide a balance, a corrective to the kinds of propaganda that Israel state television and the US-centric media produce about the Palestinians?

L'idea di un documentario squisitamente obiettivo non esiste. Qualsiasi documentario esprime un punto di vista e una posizione, ed è quindi in qualche modo soggettivo. Dal mio punto di vista preferisco un documentario che sia esplicitamente soggettivo e polemico o partecipativo che uno in cui il tono ideologico sia mascherato da una patina di oggettività.

Non si è nemmeno preso in considerazione che questo documentario, “Radiance of Resistance” (La radiosità della resistenza), ha il merito di bilanciare e correggere la propaganda che la televisione di stato israeliana e i media che gravitano intorno agli USA producono sui palestinesi.

Gli organizzatori del Festival del Cinema hanno dichiarato [10] di essere delusi del fatto che l'IMDA avesse vietato la visione del documentario al pubblico, ma hanno deciso di non fare appello alla loro decisione per mancanza di tempo.