Uganda: cresce l'ansia della popolazione dopo alcuni casi mortali di febbre emorragica

Un'unità di trattamento dell'Ebola nella contea di Grand Cape Mount, in Liberia. Foto di Martine Perret pubblicata su Flickr in occasione della Missione delle Nazioni Unite per la risposta all'emergenza Ebola (CC BY-NC 2.0).

La morte della bambina di 9 anni Bridget Nalunkuuma [en, come gli altri link, salvo diversa indicazione], avvenuta a Nakaseke, ha turbato gli abitanti della città ugandese, i quali temono che la ragazza soffrisse di febbre emorragica del Congo e della Crimea.

Altre otto persone sono decedute negli ultimi mesi dopo aver accusato sintomi simili.

La febbre emorragica del Congo e della Crimea (CCHF, Crimean-Congo Hemorrhagic Fever), presente nell'Africa subsahariana e in alcune zone del Medio Oriente e dell'Asia, si trasmette attraverso punture di insetto o in caso di contatto con fluidi corporei di una persona o di un animale infetto. Essa può manifestare sintomi simili all'ebola, l'infezione virale mortale che nel 2014 ha ucciso 11.217 persone in tre paesi dell'Africa occidentale. Tuttavia, i due virus non fanno parte della stessa famiglia.

Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, questo tipo di febbre emorragica CCHF registra tra le persone infette un tasso di mortalità fino al 40%. Non esistono vaccini in grado di prevenire tale malattia.

Numerosi media hanno riportato la notizia secondo cui il cadavere della bambina di 9 anni sarebbe stato sottoposto ad analisi al fine di individuare la presenza della malattia, e che i risultati sarebbero risultati positivi.

Prima di preparare e seppellire il corpo, le autorità hanno adottato le precauzioni indicate per impedire la trasmissione della malattia, come si può vedere nelle foto scattate e pubblicate online da Uganda Radio Network.

Poiché le voci sul virus continuano a circolare online e nei media, il governo ugandese è ora occupato a smentire tali notizie. Poco prima dell'arrivo del rapporto sulla morte della bambina di 9 anni, la Segretaria del Ministero della Salute, la dottoressa Diana Atwine, ha confutato le informazioni riportate dai media circa l'insorgenza della febbre.

Qualche tempo prima, nel dicembre del 2017, un altro bambino che manifestava i segni della febbre emorragica della Crimea e del Congo è stato ricoverato in un ospedale dello stesso distretto.

Dal rapporto letto dal Ministro della Salute, l’onorevole Sarah Opendi, si evince che il paziente, un bambino di 9 anni, è risultato positivo alla malattia e che è stato curato presso la struttura sanitaria. Le analisi effettuate hanno dimostrato che il bambino non era più affetto dalla malattia mortale.

Il Ministro della Salute ugandese ha pubblicato un messaggio su Twitter nel quale informa che non vi sono casi di febbre nel paese, ed esorta i cittadini con febbre e mal di testa a rivolgersi ad una struttura sanitaria:

On. Opendi: “Desidero comunicare ai cittadini che NON vi sono casi sospetti di febbre emorragica della Crimea e del Congo all'interno delle comunità. Se alcuni membri presentano sintomi quali febbre, mal di testa, vomito, diarrea, dolori muscolari, chiediamo loro di rivolgersi alla struttura sanitaria più vicina”

Durante una conferenza stampa, il Sindacato dei Medici Ugandesi (Uganda Medical Workers Union) ha chiesto al governo di fare chiarezza circa lo stato della malattia nel paese, e di prendere tutte le misure necessarie per gestire l'incidente attraverso misure di emergenza.

Molti hanno pubblicamente commentato la faccenda attraverso i loro profili sui social media.

Bantu Dragon, in un messaggio su Twitter, ha espresso preoccupazione circa la smentita del governo sull'esistenza di un'epidemia, in quanto tale posizione rischia di aggravare la situazione dei cittadini e di favorire una più ampia diffusione della febbre:

Ma per quale motivo il governo ha negato la presenza di un focolaio di febbre del Congo e della Crimea? Seriamente, quali erano le loro motivazioni? Hanno deciso di ignorare il problema e sperare che nel frattempo scompaia, mentre invece si sta diffondendo? Non riesco davvero a spiegarmi il motivo di tanta stupidità.

Sulla sua pagina Twitter, Omara-Ogwang si è detto confuso sull'argomento, lasciando intendere che non sa di chi fidarsi:

Associazione dei medici (e praticamente anche tutti gli altri): “Vi sono stati casi di febbre del Congo e della Crimea a Nakaseke”.

Governo ugandese (Ministro della Salute): “NO! Non c'è alcun focolaio di febbre della Crimea!”

Io: totalmente disorientato

Walter Mwesigye, giornalista televisivo, ha condiviso un'infografica che spiega le modalità con cui la febbre si diffonde. Sebbene il Ministro affermi che non vi è alcun rischio di focolaio nel paese, Walter Mwesigye ritiene che i cittadini debbano prestare attenzione:

Il Ministro della Salute dovrà affrontare il Paese in caso di ripetute segnalazioni di focolai di febbre del Congo e della Crimea. P.S. @Atwine_Diana ha affermato che la scorsa settimana si sono registrati casi accertati della malattia nel distretto di Nakaseke.  #NTVNews @ntvuganda 

Tuttavia, di seguito trovate ciò che è necessario sapere?

In passato, l'Uganda ha sofferto di altre epidemie quali Ebola, Colera e Marburg; a causa di ciò cresce la paura tra i cittadini, i quali temono l'insorgere di epidemie minacciose. A questo punto, sorgono dei dubbi: il governo sta cercando di indebolire la copertura dei media o è vero che non vi è alcuna minaccia di focolaio?

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